di ROBERTO ZANNI
Sono arrivate, si può dire finalmente, le scuse di Vancouver agli italiani, italo canadesi. Erano state anticipate qualche settimana fa, ma adesso eccole, formali e ufficiali. "Il Consiglio Comunale di Vancouver porge le più sentite scuse a tutti i membri della comunità italiana a Vancouver per il riferimento del Consiglio Comunale agli italo canadesi come 'stranieri nemici' nella mozione del 1942 e per i successivi danni arrecati. Lo facciamo nella convinzione che una ingiustizia inflitta a un cittadino sia una ingiustizia inflitta a tutti". È solo una parte del lungo messaggio, ma che comunque raccoglie l'essenza di un dramma che colpì all'improvviso gli italiani che durante la Seconda Guerra Mondiale, agli inizi, risiedevano in Canada: divennero, senza colpe, immediatamente nemici (e lo stesso accade negli Stati Uniti). Secondo i registri della città 33 uomini italiani che vivevano a Vancouver furono spediti nei campi d'internamento dopo la dichiarazione di guerra del Canada all'Italia (19 giugno 1940) nessuno di loro fu mai accusato di alcun reato. Ma furono privati del diritto di consultarsi con un avvocato e le famiglie non avevano la possibilità di visitarli. Oltre a quella trentina di italiani ce ne furono circa altri 1800 che furono costretti a registrarsi alle caserme di polizia dovendosi presentare periodicamente. L'anno scorso, di questi tempi era il 27 maggio, fu il primo Ministro Justin Trudeau che presentò le scuse formali del Canada alla comunità italiana, italo canadese per l'internamento durante gli anni della guerra. Tardive anche qui, ma comunque finalmente giunte. Perchè le conseguenze di quella dichiarazione del Canada e delle città contro gli italiani continuarono a essere ben visibili anche una volta concluso il conflitto. Una macchia, o meglio un marchio dal quale fu complicato uscire per tutti gli italiani direttamente coinvolti e per le loro famiglie. In quel periodo poi i nuclei familiari colpiti dall'ordine del Governo e della città, con il capo famiglia internato subirono traumi emotivi, ma dovettero anche fare fronte a enormi difficoltà finanziarie con conseguenze traumatiche. Ora, passati oltre ottant'anni da quei giorni tristi il Consiglio Comunale di Vancouver , anche in occasione del mese dedicato agli italiani, guidato dal sindaco Kennedy Stewart ha presentato le scuse, in diretta streaming. "Molte famiglie degli internati - ha spiegato ancora il rapporto redatto dalla città di Vancouver - non furono informate sulla destinazione dei loro cari come non furono fornite le ragioni definitive sul perchè o quando furono prelevati. E a questo proposito nessuna comunicazione tra le persone incarcerate e le loro famiglie è esistita per circa due settimane".  Ma prima del sindaco, il 3 giugno era stato il suo vice Sarah Kirby-Yung a leggere il proclama delle scuse ufficiali ai membri della comunità italo-canadese di Vancouver in un evento che è stato co-ospitato dal Console Generale d'Italia, Fabio Messineo e Il Centro, Italian Community Center.