Damiano Tommasi (foto dalla sua pagina Facebook)

Franco Esposito

Un uomo solo comando. Davanti a tutti, ma la corsa è ancora lunga, resta impervio il percorso. Anche se gli avversari, i concorrenti oppositori, non sembrano in grado di recuperare lo svantaggio accumulato nella corsa contro uno che sa come si corre e come andare veloce con piedi e caviglie. 

Faceva il calciatore, ha fatto il calciatore professionista, ha giocato anche con la nazionale, un professionista con i controfiocchi provvisto di talento e umanità, Damiano Tommasi. A lungo presidente nazionale del sindacato dei lavoratori del pallone, l'Associazione Italiana Calciatori. Questo per dire che un po' s'intende dei meccanismi della politica.  

Solo al comando, Damiano Tommasi, adesso ha il compito di fare gol nella rete del centrodestra a Verona. Meraviglioso incursore di centrocampo ai tempi, deve inventarsi qualcosa di molto speciale per resistere alla rimonta (molto eventuale) del sindaco uscente Federico Sboarina, a cui ha filato per il momento il primo posto nella partita per la conquista della poltrona di sindaco, Damiano Tommasi nell'ex feudo della Lega, clamorosamente trombata al primo turno. Praticamente cancellata dalla faccia della politica a Verona, dopo aver lungo spadroneggiato. Il risultato negativo del partito avventurosamente gestito da Matteo Salvini che fa paio con la sparizione registrata altrove dai grillini. 

Soddisfatto Damiano Tommasi davanti ai risultati del primo turno, che rinvia lui e gli altri al ballottaggio? "Il calcio a me insegnato a non gioire mai pubblicamente. Alla fine di ogni incontro mi sedevo in panchina, spossato, distrutto  dalla fatica, e gioivo dentro". Intanto un gol l'ha messo a segno, lui ai tempi centrocampista, quello del vantaggio. Si è collocato attorno al quaranta per cento dei voti, un successone non esattamente previsto. Mentre Sboarina, l'avvocato appoggiato da Fratelli d'Italia, si è fermato al trentadue per cento. 

Un insuccesso, quello della destra, frutto di un partito che si è presentato diviso, privo di Forza Italia,  che ha appoggiato il terzo in gara, l'ex leghista ed ex sindaco Flavio Tosi. E chi non lo conosce il politico scivolato in terza fila? Ne ha combinate e dette a migliaia, e spesso non a proposito. 

Sei liste messe in campo per scuotere gli elettori non sono bastate a convincere gli elettori che in cinque anni il solito noto Flavio Tosi abbia operato da  buon sindaco. 

Tosi è rimasto fuori dal ballottaggio, a dispetto di un non disprezzabile ventiquattro per cento. In sede di campagna elettorale ha sparato poderose bordate, comprese le accuse di comportamenti opachi o interessati. 

Ex calciatore di ordine e di energia, fenomenale servitore degli attaccanti, tipo con molto sale in zucca, Tommasi se li ha messi tutti alle spalle. Malgrado la potenza di fuoco a disposizione di Tosi, proprietario tre l'altro ancora di un forte radicamento nella città in sui stato sindaco per dieci anni, Da politico navigato, ora non dice che farà accordi. I patti saranno la chiave del ballottaggio. 

A Verona si ciacola, si chiacchiera attorno a questo quesito: affondare Sboarina, oppure Tosi preferirà cercherà di trovare accordi in chiave locale per la gestione di Verona nei prossimi dieci anni? La città sembra raccogliere segnali anche di carattere nazionale. Soprattutto uno: Fratelli d'Italia supera la Lega per consensi di lista, un pessimo segnale per Salvini impegnato a dimostrare che lui è il leader del centrodestra. 

L'avvocato Sboarina è una creatura di Giorgia Meloni. Il candidato che si oppone a Tommasi, per il momento, ha incassato con apparente disinvoltura il mezzo fallimento patito dalla prima tornata elettorale. A dimostrazione palese che non c'è stato l'effetto traino della sua amministrazione. Dovesse perdere tra due settimane, sarebbe un vero e proprio disastro personale. Anche se Giorgia Meloni potrà comunque consolarsi per aver superato la Lega sia a Padova che a Verona. 

Sboarina proverà a giocarsi tutte le carte a disposizione per raccogliere i consensi che gli sono mancati domenica, diventati assolutamente per la rimonta di danni di Damiano Tommasi. Evento questo ritenuto poco probabile a Verona. L'avvocato pensa di rivolgersi ad Alberto Zeigler, arrivato al 2,5  per cento con la lista "Il Popolo della famiglia". Sembra che parlino lo stesso linguaggio, non faranno fatica ad intendersi. 

Tommasi è però un osso durissimo, con quel suo look scanzonato, molto casual, non proprio di sessantottino ma quasi. Verona ha dimostrato di credergli, in buona parte ne ha sposato le idee innovative fatte di parole semplici e di impegni seri: nulla a che vedere con il linguaggio che abitualmente usano i politici, pieni di termini astrusi e false promesse.  Infatti, lui politico proprio non è. Ma sa come si corre, testa alta e pedalare.