Lega e M5s, continuano a franare i due partiti che hanno regalato all'Italia il più complesso dei Governi repubblicani. Il primo governo della legislatura era nato nello studio milanese di un commercialista della Lega per morire un anno dopo sulla spiaggia romagnola di un bagnino leghista.

I protagonisti di quella stagione, continuano in un modo o nell'altro ad arrabbattarsi nell'agone politico, ma il loro destino è oramai segnato. Il movimento 5stelle è in via di liquefazione, anche se in realtà non è mai esistito veramente, ha solo intercettato il fisiologico malcontento – spesso solo spicciolo qualunquismo- intravisto da quel visionario che era Gianroberto Casaleggio e amplificato dall'istrione Beppe Grillo.

Ma non poteva durare molto - Un partito liquido, evanescente, verticistico, non può durare a lungo. Senza una sede, un riferimento sul territorio, una rappresentanza intermedia, i meccanismi di partecipazione prima o poi saltano. L'Agorà virtuale messa in piedi da Grillo&Casaleggio, attraverso cui era assicurata la vita del Movimento e delle sue scelte, è fallita miseramente.

Rousseau non esiste più, i suoi iscritti sono preda di Casaleggio Jr da un lato, e dei vertici dei gruppi parlamentari dall'altro. La stessa leadership del Movimento è sub judice, sarà un Tribunale a decidere se le elezioni di Conte sono legittime secondo statuto. Tra defezioni, nuova legge elettorale e taglio dei parlamentari, il Movimento che pure rappresentava un terzo degli italiani è gia tanto se tra qualche mese rientrerà in Parlamento.

Analogo il destino della Lega, anche se la débâcle è dipesa da altri fattori - La Lega è il più antico partito in Parlamento, ha una struttura solida, è presente sul territorio dove ha una miriade di amministratori locali, spesso preparati e capaci. Ma ha un problema, e si chiama Salvini. Il segretario della Lega ha lucrato per un anno la rendita di posizione derivata dall'incarico che ha preteso, quello di Ministro degli Interni.

Mentre Di Maio al Ministero dello Sviluppo Economico complicava piani industriali e litigava con i pizzaioli incazzati cercando nel frattempo di "sconfiggere la povertà", Salvini piazzava quattro telecamere a Lampedusa, schierava la celere su quel porticciolo e cavalcando il malcontento contro quattro disperati alla fonda lucrava un vantaggio insperato. Una macchina propagandistica ben rodata e alimentata a balle intergalattiche ha fatto il resto, portando la Lega al 40% alle europee.

Sappiamo come è finita - Quando su quella spiaggia romagnola, in braghette da bagno Salvini ha staccato la spina perché voleva i "pieni poteri", le cose non sono andate come sperava, per fortuna. Immaginarsi cosa poteva succedere se con la pandemia prima e la guerra dopo, al governo ci fosse stato la coalizione Giallo-Verde o peggio ancora Salvini come premier.

Velleitarismo, scarsa preparazione culturale, culto debordante della personalità, alla fine sono emersi prepotentemente e hanno cacciato Il leader leghista in un angolo da cui fatica ad uscire anche per l'attivismo dei suoi competitor interni (Giorgetti, Zaia) ed esterni (Meloni).

In fondo, l'attuale esito elettorale della Lega Per Salvini e del Movimento 5stelle altro non sono che lo specchio di quella incapacità di gestire la cosa pubblica, la traduzione politica di quei fallimenti. Una stagione politica iniziata male e finita peggio per Salvini e per il Movimento 5stelle.