Franco Esposito

Il ballottaggio a Verona. Scende in campo anche il vescovo, monsignor Giuseppe Zenti, prossimo alla pensione. E scrive una lettera conto il candidato del centronistra, l'ex calciatore nonché già presidente del sindacato dei lavoratori del pallone, Damiano Tommasi. Un'invasione di campo bella e buona, a sorpresa, e pienamente ingiustificata. Un gesto intollerabile, una caduta di stile scritta a penna su carta. "No a chi sostiene l'ideologia del geneder", il succo della missiva vescovile è racchiusa in questa frase. "Attenti alla famiglia voluta da Dio".

Una stoccata al centrosinistra, un colpo basso in direzione di Damiano Tommasi, che il quorum non l'ha raggiunto nella prima tornata per le elezioni a sindaco di Verona, ma ha riportato però il maggior numero di preferenze. Superiore al candidato della destra, il sindaco uscente Sboarina, e all'ex sindaco Tosi, escluso dal ballottaggio.

Il vescovo l'ha pestata davvero. Damiano Tommasi è un cattolico doc, a ventiquattro carati, padre di sei figli e fondatore di uan scuola intitolata a don Milani.

Il settantacinquenne vescovo di Verona non è nuovo ad infelici uscite politiche. Nel 2005 sponsorizzò una candidata della Lega, e lo scandalo fu veramente grande. Ora si scaglia contro i partiti che sostengono l'ex calciatore di Verona, Roma e della nazionale italiana. "Dovere dei sacerdoti in occasione delle tornate elettorali è far coscienza a se stessi e ai fedeli di individuare queli sensibilità e attenzioni sono riservate alla famiglia".

Ma di quale famiglia parla il vescovo nella lettera agli elettori che pensano di dare la preferenza a Tommasi? "Alla famiglia voluta da Dio e non alterata dall'ideologia del gender, al tema dell'aborto e dell'eutanasia". Indicazioni e parole che paiono avere la medesima valenza dei famosi cavoli a merenda. "Verona capitale transgender se vince Tommasi", come un tuono il sindaco di Fratelli d'Italia, Federico Sboarina, lo scorso 14 giugno. E proprio a Verona si è tenuto nel 2019 il congresso della Famiglia. Un raduno di movimenti anti abortisti e anti femministi, sostenuto sapete da chi? Dal sindaco Sboarina, benedetto politicamente da Matteo Salvini, all'epoca convinto di essere ormai il padrone d'Italia.

Come ha reagito il centrosinistra di Verona alle parole del vescovo Zenti, a quelle sue scomposte argomentazioni? Reazione improntanta alla massima cautela, "sappiamo che non saranno decisive". Diversa la reazione da Roma, rappresentata da Carlo Calenda e Anna Lisa Nalin, della segreteria di Più Europa. E Sboarina? Muto è rimasto e zitto è tuttora. Ne ha approfittato Flavio Tosi, in maniera decisamente ambigua. Un contratacco vero a proprio, bersaglio proprio Sboarina. "Pensando che gli bastino i suoi voti, ripete il solito errore politico. Radicalizza lo scontro, fondandolo sull'ideologia più retriva".

Un micidiale botta d'incontro, il più classico e profondo dei contropiede, visti che di mezzo c'è un ex calciatore, "Sboarina così si isola a proprio piacimento in una delle tante riflessioni di monsignor Zenti sulla famiglia, e la usa e interpreta a proprio uso e consumo".

La verità è questa, a Verona. A destra non la smettono di insultarsi, laddove Damiano Tommasi manifesta la sua forza tranquilla frequentando ogni giorno un quartiere diverso. La propaganda a porta a porta. A quattro giorni dal ballottaggio, a Verona impera un gigantesco casotto. Sboarina è costretto a rincorrere Tommasi. E questo non era previsto, non se l'aspettava nessuno. Ma una domanda è d'obbligo: le apparenze contano in vista dell'imminente secondo turno? Sì e no. Intanto è molto meglio andare oltre. La destra ha i nervi a fior di pelle, avverte chiara la sensazione che il clima sta mutando. Sboarina&C sono sull'orlo di una crisi di nervi.

In realtà il clima è già mutato. Fabio Capello, allenatore dell'ex calciatore ai tempi della Roma campione d'Italia, si è espresso a favore del suo ex pupillo calcistico. Capello esprime l'identico sentimento di molti moderati, pur non essendo un uomo di sinsitra, mai e poi mai. Oltretutto l'apparentamento Sboarina-Tosi non è realizzabile, non si farà. E la cosa terrà lontano dalle urne i sostenitori dell' ex leghista Tosi, ora in Forza Italia.

La bassa affluenza alle urna tiene la destra in una condizione di palese inquietudine. Magari anche a dispetto di questa convinzione espressa con insistenza negli ambienti vicini a Sboarina, comunque alla destra. "Chi andrà a votare, voterò per dispetto per Tommasi". La tendenza è anche della curva Sud dello stadio dell'Hellas Verona. Al netto, ovviamente, di una minoranza estremista. E la Chiesa? "é divisa, ma i sacerdoti sanno benissimo che Tommasi è un cattolico osservante. Siamo ottimisti".

Il candidato Tommasi di una sola semplice cosa ha bisogno: del vento che ne spinga il cammino nella corsa a sindaco di Verona. Le parole del vescovo lo hanno turbato? "Monsignore fa il suo lavoro". Mostra di aver capito tutto, Damiano Tommasi. La destra si sbrana, dilaniandosi, e lui si limita semplicemente a essere se stesso.

Quattro giorni all'alba, a Verona.