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L’economia europea va male: colpa della guerra di Putin all’Ucraina, non delle sanzioni. Non ha dubbi la Commissione Europea nella previsioni economiche estive presentate questa mattina da Paolo Gentiloni. Un quadro fosco, con le stime di crescita del Pil italiano sì riviste al rialzo al 2,9% quest’anno (dal 2,4% delle stime di primavera), ma ritoccate al ribasso allo 0,9% per il 2023 (un punto in meno rispetto alle previsioni di primavera): quest’ultimo è il dato peggiore su tutta l’area euro. L’inflazione sale al 7,4 quest’anno per calare al 3,4 per cento nel 2023. Ma proprio nel giorno in cui a Palazzo Berlaymont presentano le nuove stime, l’Italia, che dispone della fetta maggiore dei finanziamenti del Next Generation Eu, sembra andare verso una crisi di governo. A Bruxelles l’allerta è massima. A sera arriva anche un commento da parte dello staff di Ursula von der Leyen, cosa molto irrituale per le crisi ancora non chiuse e definite negli Stati membri. Ma le dimissioni di Mario Draghi spingono la presidente della Commissione a intervenire: "La presidente Ursula von der Leyen - dice il portavoce Eric Mamer - ha ripetutamente enfatizzato la stretta e costruttiva cooperazione con il presidente Mario Draghi. Von der Leyen attende di proseguire nella cooperazione con le autorità italiane sulle priorità e sulle politiche europee".

L'evento che trascina la politica italiana di nuovo nel caos è troppo pesante per tutta l'Ue. Non lo nasconde il commissario all’Economia che si dice “preoccupato” e anche “stupito”, perché con un quadro di crisi così pesante, gli effetti della guerra sui prezzi e il rischio di un taglio delle forniture di gas da Mosca, “in questo momento - precisa Gentiloni - se non ci fosse un governo di larghissima maggioranza, bisognerebbe inventarlo. È il momento della coesione nazionale, della stabilità, di far fronte comune. Creare situazioni opposte non favorisce il nostro paese".

E invece in Italia l'esperienza del governo Draghi potrebbe essere già finita, a un anno e mezzo dalla nascita. “Io spesso parlo di acque agitate e in queste acque agitate, quindi la guerra, l'alta inflazione, i rischi energetici, le tensioni geopolitiche, la stabilità è un valore in sé”, dice Gentiloni rispondendo ad una domanda in conferenza stampa. “E penso che in questo momento serva coesione, non procurare instabilità - continua - E quindi noi seguiamo l'evoluzione della situazione italiana, ovviamente con tutto il distacco del caso, dal punto di vista ufficiale, dal punto di vista personale il distacco è un po' più relativo. Ma comunque la seguiamo con direi preoccupato stupore”.

L’Italia - Eppure “l’economia italiana si è dimostrata più resiliente del previsto all'inizio del 2022 grazie alla vivace attività edilizia”, nota la Commissione. Ma le basse prospettive di crescita dipendono soprattutto dall’eventualità di “potenziali interruzioni dell'approvvigionamento di gas naturale, data la forte dipendenza dell'Italia dalle consegne dalla Russia nonostante i recenti sforzi di diversificazione”. E anche dalla “grave siccità” che si sta abbattendo sul paese e che causerà un ulteriore aumento dei prezzi dei generi alimentari. Inoltre, “la spesa dei consumatori è destinata a rallentare notevolmente. Le perdite di potere d'acquisto reale delle famiglie causate dall'impennata dei prezzi dell'energia e dei generi alimentari sono solo in parte compensate dalle misure governative e dai risparmi accumulati”. 

“Gli investimenti sono aumentati a ritmi elevati nel primo trimestre del 2022 e continueranno a essere supportati dall'attuazione del piano di ripresa e resilienza italiano”, ma “il deterioramento delle prospettive della domanda e l'aumento dei costi di finanziamento intaccheranno gli investimenti delle imprese, soprattutto in macchinari e attrezzature”. Anche “le esportazioni di beni sono destinate a rallentare”. Quelle dei servizi potrebbero trarre “vantaggio da un'ulteriore normalizzazione dei flussi turistici internazionali”. 

Ma tutto questo potrebbe essere rivisto ulteriormente al ribasso in caso di crisi di governo, in particolare del ‘governo Draghi’, che finora ha garantito all’Italia una sorta di ‘luna di miele’ nei rapporti con le altre cancellerie europee pur non essendo riuscito a ottenere un tetto comune ai prezzi del gas: sono contrari la Germania e i frugali. Le previsioni estive della Commissione non vanno oltre una sottile critica al modo in cui sono organizzati i mercati dell’energia: sono “rigidi”. Le “pressioni sui prezzi” sono dovute anche a questo, ammette l’organismo di Palazzo Berlaymont. Ma Bruxelles non compie il passo ulteriore. Un tetto al prezzo del gas, ribadisce Gentiloni, “non lo decidiamo in prossimi giorni o nella situazione attuale: è solo una soluzione possibile in caso di scenario deteriorato”.

La crisi di governo si inserisce in un quadro appesantito anche da un altro fattore: “La grave siccità nel nord Italia - scrive la Commissione - aggraverà l'impennata nei prezzi dei generi alimentari per i consumatori”. E anche se i salari sono destinati “ad aumentare”, questo avverrà “solo in parte e in ritardo” rispetto all’impennata dei prezzi sul costo della vita, “data la lunga durata degli accordi salariali attualmente in vigore e la persistente debolezza del mercato del lavoro”.  

L’Ue - Più in generale, il quadro su tutta l’Ue non è ottimistico. L’economia dell’Ue crescerà del 2,7 per cento nel 2022 e dell'1,5 per cento nel 2023. “I rischi per le previsioni dell'attività economica e dell'inflazione dipendono fortemente dall'evoluzione della guerra e in particolare dalle sue implicazioni per l'approvvigionamento di gas in Europa”, scrive la Commissione. E inoltre: “Non si può escludere la possibilità che la recrudescenza della pandemia” con “nuove perturbazioni per l'economia”. La crescita nell'area dell'euro è prevista al 2,6 per cento nel 2022, con una moderazione all'1,4 per cento nel 2023. L'inflazione media annua dovrebbe raggiungere il picco ai massimi storici nel 2022: al 7,6 per cento nell'area dell'euro e all'8,3 per cento nell'Ue, prima di scendere nel 2023 rispettivamente al 4,0 per cento e al 4,6 per cento. 

I rischi negativi già individuati con le previsioni di primavera si “sono concretizzati”, ammette la Commissione. “L’invasione russa dell'Ucraina ha esercitato ulteriori pressioni al rialzo sui prezzi dell'energia e delle materie prime alimentari. Questi stanno alimentando le pressioni inflazionistiche globali, erodendo il potere d'acquisto delle famiglie e innescando una risposta di politica monetaria più rapida di quanto precedentemente ipotizzato. Incide anche il “rallentamento della crescita negli Stati Uniti” in combinazione con l'impatto economico negativo della rigorosa politica cinese zero-Covid”. 

Con la guerra, cresce il divario tra gli Stati: Germania non più locomotiva - Non solo. La guerra ha aumentato le disparità tra le economie degli Stati, ribaltando anche delle posizioni. La Germania, altamente dipendente dal gas russo, non è più locomotiva d’Europa. Le sue previsioni sono state riviste al ribasso rispetto a quelle di primavera: il pil tedesco cresce dell’1,4 per cento nel 2022 (in primavera si prevedeva 1,6 per cento) e dell’1,3 per cento l’anno prossimo (era il 2,4 per cento nelle scorse previsioni di Bruxelles). Crescono invece gli Stati meno dipendenti dal gas russo, come l’Irlanda: il pil di Dublino cresce del 5 per cento quest’anno ma la particolarità irlandese è che questa vistosa crescita si conferma anche per l’anno prossimo, al 4 per cento, il dato più alto dell’Ue.

La palla al piede dell’Unione è in effetti “l’elevata dipendenza dai combustibili fossili russi”. Un problema che aggiunge incertezza al quadro, in caso di stop delle forniture da Mosca, e che non risulterà mitigato dal pur “promettente turismo estivo stagione”. “Nuovi aumenti dei prezzi del gas potrebbero portare ad un ulteriore aumento dell'inflazione e soffocare la crescita”, continua la Commissione.

Ma secondo Bruxelles le sanzioni non c’entrano - Secondo la Commissione è la guerra di Putin a scatenare effetti negativi sull’economia europea, non le misure restrittive decise contro Mosca. “Dire che le sanzioni hanno un peso è propaganda - sentenzia Gentiloni - non è assolutamente vero. Le difficoltà economiche arrivano dall’invasione russa dell’Ucraina”. Rischi di tensioni sociali o di un raffreddamento della partecipazione dell’opinione pubblica al sostegno all’Ucraina, per effetto della crisi da guerra? Poniamo la domanda a Gentiloni riferendoci al quadro generale europeo. Ma il Commissario ne approfitta per parlare ancora di Italia, a dimostrazione di quanto il nuovo caso di instabilità del governo di Roma sia alto nelle preoccupazioni di Bruxelles. 

“Questa è una sfida per i tutti i governi e i sistemi fondati sulla pace, incluso il nostro”, risponde il commissario, “si tratta di contrastare un racconto della realtà lontano dalla realtà che attribuisce non all’aggressione russa, ma alla risposta economica decisa dall’Ue, le difficoltà che stiamo incontrando. È un racconto molto diffuso soprattutto nei paesi a basso reddito e questo impone due doveri, soprattutto per l’Italia: una chiarezza da parte del governo, che nel caso italiano è cristallina; ma anche il dovere di far fronte alle principali difficoltà con misure che aiutino le famiglie sull’incremento dei prezzi in generale e in particolare quelli dell’energia”.