Mario Draghi (foto depositphotos)

In uno dei momenti più difficili dell’umanità tra pandemia, guerra, aumento di tutto e disoccupazione galoppante, ora gli occhi di tutti gli italiani (e della Ue) sono puntati alla giornata di mercoledì prossimo, quando il premier dimissionario (ma senza l’avallo del capo dello Stato Sergio Mattarella che lo vuole ancora a Palazzo Chigi) parlerà alle Camere: sarà il giorno chiave per capire quale sarà il futuro del governo. E di certo il clima all’interno della maggioranza è a dir poco infuocato. Lega e Forza Italia hanno fatto capire che l’esecutivo deve andare avanti fino a fine legislatura, ma senza la presenza del Movimento 5 Stelle, definito “irresponsabile”.

Carroccio e azzurri hanno inviato una nota ben precisa: "Dopo quello che è successo, il Centrodestra di governo vuole chiarezza e prende atto che non è più possibile contare sul Movimento 5 Stelle in questa fase così drammatica. Noi siamo alternativi a chi non vota miliardi di aiuti alle famiglie, a chi si oppone a un termovalorizzatore fondamentale per ripulire Roma e tutelare così milioni di cittadini, a chi difende gli abusi e gli sprechi del reddito di cittadinanza, a chi sa dire solo dei No. Ascolteremo con rispetto e attenzione le considerazioni del presidente Draghi, che ha reagito con comprensibile fermezza di fronte a irresponsabilità, ritardi e voti contrari. Il Centrodestra di governo continuerà a difendere gli interessi degli italiani con serietà e coerenza, non avendo certamente timore del giudizio degli italiani”.

Più pessimista, rispetto a giovedì, Giancarlo Giorgetti, ministro dello Sviluppo e rappresentante della Lega: “Partita complicata da sbloccare”. Nella mattinata di ieri intanto si era diffusa la voce che i tre ministri del M5S avrebbero potuto dimettersi: niente di tutto ciò. Ma nella galassia pentastellata regna il caos più assoluto, se si pensa che Federico D'Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento, considera “un errore il mancato appoggio al governo che mette al rischio il Paese e la stabilità europea”. Una situazione a dir poco surreale, insomma, dove la mano destra non sa cosa fa la sinistra. E che potrebbe portare a nuovi abbandoni all’interno del M5S verso il nuovo partito di Luigi Di Maio, Insieme per il futuro.

Ma la sensazione, a oggi, è che non ci sarà nessun Draghi bis: voci di corridoio vogliono il premier convinto delle dimissioni, anche perché quello che sta succedendo in casa 5 Stelle (oramai diviso come non mai) non lo lasciano tranquillo. Fino a mercoledì sarà soprattutto il Pd, insieme a LeU, a cercare di convincere Draghi a rimanere al suo posto per dare continuità, ben sapendo inoltre che anticipare le elezioni significa consegnare il Paese alla Destra. E difatti la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, continua a invocare il ritorno immediato alle urne.

Intanto ieri sera il Movimento 5 Stelle ha tenuto una nuova riunione per cercare di capire il da farsi. Il leader Giuseppe Conte, oltre a smentire nuovamente le voci di dimissioni dei tre ministri pentastellati, ha detto di aver "preso atto delle sue dimissioni, erano nella sua disponibilità. Ma noi rispondiamo solo delle nostre scelte". Un sostegno a Draghi poi è arrivato direttamente dalla Casa Bianca: Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale, ha detto che il presidente Biden ha grande rispetto per il primo ministro italiano e che gli Usa seguono con attenzione l'evolversi della crisi di governo italiana.