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Di James Hansen

L’Occidente–forse il Mondo intero–da qualche anno sembra stia passando una crisi di nervi. Succede periodicamente, e con ogni probabilità sopravvivremo anche questa volta… Comunque, quando la razionalità non funziona più, la tendenza di ripiegare sul pensiero magico è forte. È sempre lì, latente, e per quanto la sua utilità pratica sia dubbia, dà le sue soddisfazioni quando mancano le alternative concrete.

Quando si è tesi—e tutta la società è tesa—ogni buco sulla strada pare una voragine. Fenomeni marginali—il ruolo sociale dei pochi ‘transessuali’ per esempio, che, dati alla mano, superano la metà dell'un percento della popolazione in soli quattro dei cinquanta Stati Usa—assumono le dimensioni di una montagna e le ambizioni geopolitiche di un paese sottosviluppato la cui economia è più piccola e più primitiva di quella italiana—la Russia—scuotono il pianeta.

Un’arma di riserva l’abbiamo però, la più basilare delle stregonerie: il malocchio. Un’imponente indagine condotta su 120mila intervistati in 95 paesi dimostra che la pratica—o almeno la paura che genera—è più che viva. Alla domanda: Credi al malocchio o che certe persone siano in grado di lanciare maledizioni o incantesimi?, globalmente il 43% degli interpellati ha risposto di sì. La percentuale dei credenti varia dal 9% della Svezia e dal (forse inaspettatamente basso) 10% dell’Italia al 90% della Tunisia.

Per certi versi, il dato più interessante emerso dallo studio—di Boris Gershman, dell’American University—è che la credenza risulta più forte tra i giovani che tra gli anziani. Non è roba da vecchiacci creduloni. Le donne sono marginalmente più convinte degli uomini, ma anche qui c’è un dato interessante: ci credono di più le donne di città invece delle sorelle meno urbanizzate. Il tutto per dire che il malocchio è assolutamente attuale, non un rimasuglio folcloristico che cova sotto le ceneri della storia.

Il Prof. Luigi Curini—dell’Università degli Studi di Milano e della Waseda University di Tokyo–che si è occupato della questione, attribuisce il ritorno del fenomeno allo sciame di disgrazie che accompagna il momento attuale. Scrive: “Le credenze sulla stregoneria sono anche correlate all'esposizione continua a shock come la siccità agricola e la disoccupazione, dato che tali credenze forniscono un eccellente meccanismo per affrontare le disgrazie (la colpa non è mia, ma della ‘strega’ di turno)”.

Ora, noi non ci crediamo, ma se buona parte del mondo—nonché 6 milioni d’italiani—ci crede invece, forse è il caso di adottare comunque qualche precauzione. Il classico corno di corallo non è mai passato completamente di moda.