Matteo Renzi (foto depositphotos)

Malumori a sinistra. L’accordo siglato tra Pd, Azione e +Europa, ha lasciato l’amaro in bocca ai cosiddetti “cespugli” del campo progressista. "È un accordo che non ci riguarda e non ne condividiamo molte cose programmatiche, nel merito”. “Chiediamo” però “un incontro al Pd per verificare se ci sono le condizioni per andare avanti" ha detto Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde.

"La nostra proposta politica non è negoziabile", ha aggiunto il leader di Si Nicola Fratoianni. "Vogliono perdere. Non ci alleiamo con chi ha votato contro Draghi. Prima della convenienza viene la Politica. Quello che gli altri definiscono solitudine, noi lo chiamiamo coraggio. Pronti, ci siamo" ha detto il leader di Italia viva, Matteo Renzi.

"L'accordo Letta-Calenda è la prova definitiva che il Pd è non solo azionista di maggioranza del draghismo, in prima linea nel partito delle armi e della guerra, oltre che delle politiche di devastazione ambientale, inceneritori in testa. Il Pd sarà il perno su cui ruoterà il grande centro, da Letta a Calenda, da Brunetta a Gelmini, da Carfagna a Mastella, da Di Maio a Renzi" ha affermato Luigi de Magistris portavoce di Unione Popolare.

"Vorrei che tutti si rendessero conto che si sta profilando un vero e proprio disastro elettorale che porterà la destra a dilagare nei collegi. Comunque vada a finire la sceneggiata fra Letta e Calenda è evidente che una coalizione priva di qualsiasi cemento progettuale comune non può che essere perdente” ha detto la capogruppo di LeU al Senato Loredana De Petris.