Gas (foto Depositphotos)

La preoccupazione aumenta, giorno dopo giorno, con le quotazioni ormai stabilmente sopra i 300 euro/Mwh ad Amsterdam.

Abi afferma che è in corso "un gravissimo terremoto finanziario perché il prezzo del gas sta continuamente moltiplicandosi, il che rischia presto di creare una grave esplosione dei costi per le imprese, con il conseguente rischio di una spirale di crisi aziendali, quindi finanziarie e occupazionali. Occorre affrontare al più presto questo terremoto" dice in un'intervista a Qn Antonio Patuelli, presidente dell'Associazione bancaria italiana. "Sono state molto importanti le iniziative delle istituzioni della Repubblica per differenziare gli approvvigionamenti energetici dell'Italia. Ma serve anche altro, con assoluta urgenza ed emergenza" spiega. Si tratta "di adottare innanzitutto provvedimenti fiscali, ma non solo, come crediti d'imposta ed altre provvidenze fiscali o non. Non è possibile attendere l'insediamento delle nuove Camere a metà ottobre né tanto meno le successive procedure per la formazione e l'arrivo del nuovo Governo". La Costituzione "dispone che in casi straordinari di necessità e d'urgenza il Governo adotta decreti-legge". Se le aziende fallissero, "le casse integrazioni ricadrebbero sul sistema Paese - sottolinea -.  un collasso che poi "ricadrebbe sul mondo bancario".

Confcommercio stima che la continua corsa degli aumenti dell'energia e un'inflazione prossima all'8% - per quasi l'80% dovuta proprio all'impennata dei prezzi delle materie prime energetiche - metterà a rischio da qui ai primi sei mesi del 2023 circa 120mila imprese del terziario di mercato e 370mila posti di lavoro. I settori più esposti sono il commercio al dettaglio - in particolare la media e grande distribuzione alimentare che a luglio ha visto quintuplicare le bollette di luce e gas - la ristorazione e gli alberghi con aumenti tripli rispetto a luglio 2021, i trasporti che oltre al caro carburanti (+30-35% da inizio pandemia ad oggi) si trovano ora a dover fermare i mezzi a gas metano per i rincari della materia prima. Ma a risentire pesantemente di questa situazione - sottolinea Confcommercio - sono anche i liberi professionisti, le agenzie di viaggio, le attività artistiche e sportive, i servizi di supporto alle imprese e il comparto dell'abbigliamento che, dopo una stagione di saldi marginalmente favorevole, si trova oggi a dover sopportare incrementi consistenti. Complessivamente, la spesa in energia per i comparti del terziario nel 2022 ammonterà a 33 miliardi, il triplo rispetto al 2021 (11 mld) e più del doppio rispetto al 2019 (14,9 mld). "Uno scenario - conclude la nota di Confcommercio - che desta forte preoccupazione e che, in assenza di interventi specifici e nuove misure di sostegno, rischia - anche alla luce delle ulteriori restrizioni nella fornitura di gas annunciate dalla Russia - di ampliare il numero di imprese che potrebbero cessare l'attività e causare una forte frenata all'economia nella seconda parte dell'anno".

Confindustria ceramica parla di situazione "disastrosa". Il presidente Giovanni Savorani, contattato dall'Adnkronos, chiede al Governo, oltre a insistere su un tetto al prezzo a livello europeo, di intervenire con urgenza riattivando l'estrazione di gas dai giacimenti nazionali ancora sfruttabili e tutelare le imprese manifatturiere con misure finanziarie. "Come Paese rischiamo di buttare una grossa fetta del Made in Italy". Sono oltre 260 le società attive in Italia nel settore della ceramica, con più di 26mila addetti e un fatturato di 7,5 miliardi di euro. "Quasi tutte le aziende del settore stanno ritardando l'accensione dei forni in attesa di non si sa bene cosa", spiega. A fine luglio "siamo andati in ferie con il prezzo del gas a 1,80 euro a metro cubico e a fine agosto è di 2,95 euro". Il portafoglio ordini delle aziende del settore è "ancora discreto, ma come facciamo a fare i prezzi e a produrre? Il costo del gas sta superando i ricavi". Molte aziende rischiano quindi di non riprendere la produzione dopo l'estate. O di presentarsi sui mercati internazionali a prezzi non competitivi. "Per noi il problema è l'export -continua Savorani- noi siamo esportatori per l'85% della nostra produzione. Per alcuni Paesi produttori il problema del prezzo del gas non esiste e noi rischiamo di perdere il lavoro di cinquant'anni fatto per conquistare i mercati internazionali".

Assica (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria) dice che "la situazione è davvero drammatica", perché "le bollette di luglio hanno visto importi fino a sei volte superiori rispetto allo stesso mese dell'anno precedente e la situazione nei mercati internazionali non sembra essere destinata a migliorare. Si tratta di milioni di euro di differenza sui bilanci annuali delle imprese e un concreto rischio di chiusure in forte perdita". Il presidente Ruggero Lenti dice che "siamo consapevoli che aumenti dei prezzi dei prodotti finiti possano deprimere i consumi, soprattutto in questa fase storica caratterizzata da un'inflazione in forte crescita, ma è improcrastinabile una più equa redistribuzione del valore dei prodotti all'interno della filiera, che termina con la distribuzione. Chiediamo a gran voce che il governo affronti con decisione questa emergenza e alle Regioni di intervenire tempestivamente nelle aree dove si riscontrano maggiori criticità" sostiene ancora concludendo: "Non è tempo di fare proclami da campagna elettorale, ma è giunto il momento di agire tempestivamente".

Coldiretti sottolinea che l'esplosione del costo del gas ha un impatto devastante sulle tasche dei cittadini ma anche sulla filiera agroalimentare, dal campo alla tavola, rendendo necessario sviluppare forme alternative di produzione dell'energia. Ed è proprio quando il future sul gas naturale alla borsa di Amsterdam ha ritoccato il suo record che è stato pubblicato l'avviso con le istruzioni per accedere agli 1,5 miliardi previsti dal decreto sull'agrisolare nell'ambito del Pnrr. "L'arrivo dei bandi per l'installazione di pannelli fotovoltaici sui tetti di circa 20mila stalle e cascine è importante per contribuire alla sovranità energetica del Paese, con cittadini e imprese in difficoltà per i rincari scatenati dalla guerra in Ucraina", dice Coldiretti.

Fim Cisl fa sapere che "la folle corsa dei prezzi del gas e dell'energia dettata dalle tensioni internazionali e da regole anacronistiche di formazione dei prezzi sta condizionando radicalmente il panorama produttivo dell'industria metalmeccanica italiana alla ripresa post feriale". Dopo 18 mesi di andamento sostenuto e tra i migliori in europa, spiega il segretario generale Roberto Benaglia, "rischia di precipitare in poche settimane nella più nera recessione". Alla riapertura delle fabbriche di queste giornate, "molte imprese ci segnalano non solo costi di produzione ormai insostenibili, ma soprattutto la difficoltà a programmare i prossimi mesi produttivi a fronte della totale incertezza".

Per Assoutenti si profila "un autunno nero all'orizzonte con nuovi rincari per le tariffe di luce e gas e ulteriori rialzi dei prezzi". Ad essere a rischio, dice il presidente Furio Truzzi "non sono solo le imprese ma milioni di famiglie che ad ottobre subiranno da un lato nuovi rincari per le bollette di luce e gas, dall'altro nuovi aumenti dei prezzi al dettaglio". Perché le imprese, per sopravvivere e sostenere i maggiori costi energetici a loro carico, "saranno costrette ad aumentare i listini, gettando benzina sul fuoco dell'inflazione che salirà ulteriormente". La situazione poi peggiorerà ad ottobre con l'aumento delle tariffe e l'inizio della stagione in cui i consumi energetici aumentano. Per Truzzi, "una situazione estremamente pericolosa che deve essere affrontata subito, ricorrendo ai prezzi amministrati per luce e gas così da combattere le fluttuazioni delle quotazioni energetiche e le speculazioni sui mercati che rischiano il prossimo autunno di mettere in ginocchio l'economia italiana".

Anche il mondo della moda verrà colpito. Giulio Felloni, presidente di Federmoda Italia, ha detto che "la forte preoccupazione arriva dei segnali non incoraggianti che provengono dai nostri fornitori con un aumento dei prezzi di circa un 15% che potrà essere difficilmente sostenibile dal consumatore finale che vedrà, tra l'altro, ulteriormente ridotta la propria capacità di spesa". Basti pensare che, così come denunciato da Confcommercio, prosegue Felloni, "gli aumenti della spesa annuale tra luglio 2021 e luglio 2022 sono arrivati a toccare il 122% per l'elettricità e il 154% per il gas". Una situazione che, conclude, "non potrà essere risolta con una serie di interventi a pioggia, ma che richiede una precisa presa di coscienza e valutazione alle forze politiche nel loro complesso".

Anicav, l'Associazione delle imprese conserviere vegetali,  chiede al al ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, e al ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, il raddoppio del credito d'imposta e proroga dei termini di utilizzo con condizioni più favorevoli (possibilità di cedere il credito agli stessi gestori e l'azzeramento o l'abbattimento degli interessi in caso di dilazione dei pagamenti), una sospensione del meccanismo Ets per evitare ulteriori aggravi per le aziende e un intervento diretto su Arera per la revisione del costo di conferimento delle capacità di trasporto di gas naturale che impatta in maniera notevole sui costi delle imprese ad alta stagionalità come quelle che trasformano pomodoro. "Questa situazione rischia di mettere in discussione il prosieguo della campagna di trasformazione con le imprese che, non riuscendo a far fronte ai rincari, saranno costrette a rallentare la produzione o addirittura chiudere gli impianti con ripercussioni importanti sull'occupazione e sul mondo agricolo", ha detto il presidente di Anicav, Marco Serafini.