Putin
Vladimir Putin (foto: Depositphotos)

di Enrico Pirondini

Emergenza energia, siamo nella morsa del gas russo. Poche storie: senza il gas russo siamo fritti. Senza il consueto 40% che ci assicurava Mosca ogni anno, il destino è tracciato: case fredde e aziende chiuse. 

La campagna elettorale in corso , è vero, non nasconde le preoccupazioni ma, forse, per evitare il panico "ammorbidisce" i dati. Esempio: Di Maio va dicendo che la dipendenza italiana dal gas russo è calata dal 40% al 15%. Non è così.

Il ministero della Transizione ecologica pubblica dati diversi, addirittura documenta un aumento del 2,2% nel primo semestre 2022 rispetto allo stesso semestre 2021. La verità è che dovremo razionare l'energia. Dovremo tirare la cinghia.

 

Nomisma Energia (Davide Tabarelli, Università di Bologna) lo dice dai primi di marzo invitandoci "ad aprire le centrali a carbone e a usare la legna per il riscaldamento". Inutile indorare la pillola. Inutile cianciare che in 24-30 mesi l'Italia sarà indipendente dal gas russo. Lo dice anche (da aprile) Chicco Testa, esperto manager del ramo, una vita a sinistra, ex presidente di Legambiente, fondatore del Forum Nucleare italiano. "Liberi da Mosca solo fra cinque anni. Ma quanto tempo abbiamo perso ".

INERZIA FATALE IN UN MARE DI BLA-BLA - Colpa di chi? In primis i Cinquestelle che si sono sempre messi di traverso. No alle trivelle, no ai rigassificatori. Ancora due anni di bollette così  e cambieranno idee. Conforta il dietro front facile di Giuseppe Conte. Ma le responsabilità sono trasversali. Tempo fa (ancora non si parlava di elezioni) Letta ha scritto su Twitter che "dobbiamo rinunciare al gas russo". Certo, per accelerare la fine della guerra. E aggiungeva:"Credo sia una priorità assoluta". Noccioline per Putin.

E LA ENERGIA NUCLEARE NON È PIÙ UN TABÙ - Il motore del Paese rischia lo stop. L'emergenza energia rispolvera allora la telenovela del nucleare. E i partiti si sono subito divisi: Centrodestra e Terzo Polo scommettono sulle nuove tecnologie. A sinistra prevale lo scetticismo, i grillini sono già sulle barricate. Letta  & C. sono per l'energia pulita perché "tre volte strategica": contrasta il cambiamento climatico riducendo le emissioni di CO2, taglia in modo strutturale il prezzo delle bollette, rafforza la sicurezza nazionale riducendo la dipendenza dall'importazione di fonti fossili dall'estero.

CINQUESTELLE SULLE BARRICATE. FINO A QUANDO? - Conte insiste (per ora). La bussola è sempre la transizione ecologica. È "il suo Nord e il suo Sud, l'Est e l'Ovest", come diceva lo scrittore e senatore irlandese William Yeats, molto amato da Giuseppi. Il quale, durante la sua lunga "traversata" a Palazzo Chigi – prima con la Lega, poi con il Pd, infine con Draghi  – ha dovuto digerire tutto il repertorio: Tap, Tav, Ilva di Taranto. E ne ha nostalgia. Dunque tornerà col Pd? Calma. Ha già risposto, con la solita chiarezza:"Sì, no, forse".