Un tribunale di Mosca ha accolto la richiesta delle autorità russe di revocare la licenza a Novaya Gazeta, il prestigioso giornale indipendente russo. Ultima mossa repressiva del Cremlino che fa seguito a una pressione che dura da mesi, se non anni, contro i media investigativi slegati dal governo, gli attivisti dell'opposizione e i gruppi per i diritti umani.

La sentenza contro Novaya Gazeta, la storica testata di Anna Politkovskaja e del direttore premio Nobel per la pace Dmitry Muratov, arriva nel contesto della campagna militare russa in Ucraina e dello sforzo del governo di mettere a tacere i critici di quella che definisce un'"operazione militare speciale". Muratov ha definito la sentenza "politica" e "priva della minima base legale" e ha promesso di contestarla. Roskomnadzor, l'autorità russa di regolamentazione dei media e di internet, ha chiesto al tribunale di revocare la licenza con l'accusa di non aver presentato in tempo alle autorità lo statuto della redazione.

 Pochi giorni dopo l'invio delle truppe in Ucraina da parte del presidente russo Vladimir Putin, il 24 febbraio, il parlamento russo ha approvato una legge che vieta il presunto denigramento delle forze armate russe o la diffusione di "false informazioni" sull'operazione militare del Paese in Ucraina. Da allora decine di media indipendenti russi sono stati banditi, mentre altri hanno annunciato l'interruzione di qualsiasi servizio giornalistico sull'Ucraina. La nuova "legge bavaglio" prevede fino a 15 anni di reclusione per la diffusione di informazioni sulle forze armate che dovessero essere ritenute false.

Novaya Gazeta è stata costretta a sospendere l'attività in Russia nel mese di luglio a causa delle pressioni delle autorità. Già a fine marzo il giornale aveva annunciato la sospensione delle pubblicazioni, sia cartacee sia online. Il governo russo aveva fatto uscire l'ultimo numero del giornale con due pagine bianche, censurate: l'ultima edizione era stata stampata in doppia lingua, russo e ucraino, e conteneva un rapporto dettagliato sulla città ucraina di Kherson occupata.  Dopo la sospensione di marzo una decina di giorni dopo, alcuni giornalisti della redazione avevano lanciato un nuovo media con sede all’estero.

Novaya Gazeta è stato il più importante quotidiano indipendente della Russia, nato nel 1993. Tanto famoso quanto ritenuto scomodo dalle auorità. Basti pensare ai reportage di Politkovskaja, penna di punta del giornale dal 1999, sulla guerra in Cecenia, che sono costati la vita alla giornalista, uccisa il 7 ottobre 2006 nell’ascensore del suo palazzo a Mosca. In tutto sei giornalisti del quotidiano sono stati uccisi in assassinii che, secondo la redazione e le associazioni per i diritti umani, erano legati alla loro attività giornalistica.

La decisione di revocare la licenza arriva a meno di una settimana dalla morte dell'ultimo leader dell'Unione Sovietica, Mikhail Gorbaciov, un sostenitore chiave di Novaya Gazeta che ha donato una parte del suo premio Nobel per la pace del 1990 per fondare il giornale.