Maradona (Depositphotos)

Franco Esposito

A volte ritornano. In tv quasi sempre, comunque spesso. Chi soni costoro? Campioni, fuoriclasse, comunque gente non comune. Tornano in tv, in Rai, puntata seconda stagione nella nuova stagione di "Ossi di seppia". Titolo ricco di suggestione, mutuato dall'illustre dall'opera pià conosciuta dell'immenso Eugenio Montale, premio Nobel per la poesia, e dalla denuncia epocale di Cecilia Pagni, assurta agli onori della cronaca in quanto, a lungo, segretaria-cameriera di Diego Armando Maradona. 

Già, Maradona, circondato e ricoperto tuttora da gloria sempiterna a Napoli. Il calciatore indimenticabile e mai dimenticato, non solo dai napoletani, lui sì appartenente alla schiatta dei fuoriclasse di cui sopra. "Quelli che ricordiamo", disponibile da ieri su Raiplay e da dopodomani anche su Raitre, all'avvio con una puntata appunto su Diego Maradona. Voce narrante nell'occasione Giuseppe Bruscolotti, l'ex calciatore del Napoli e pure ex capitano, che dal settembre del 1984 passò la sua fascia al più grande che cambiò la storia del Napoli e della città. "Aspettavano il miracolo di San Gennaro, lo fece Santo Diego", uittata lì così tanto per rendere l'idea e per farsi capire. 

Gli autori ci tengono a precisare che si tratta di "un format innovativo, non è un talk show, né documentario". La serie "Ossi di seppia" è declinata in ventisei puntate. Il filo conduttore è reperibile nel racconto dei punti di rottura, "attraverso casi emblematici che hanno cambiato, in modo diverso, la storia", comunica la direttrice di Raiplay, Elena Capparelli. 

"Ossi di seppia" si rivolge in particolare ai giovani, per dire loro che bisogna conoscere, "andare alle fonti, prima di farsi delle opinioni". Il progetto appare in questo senso molto ambizioso. La prima puntata conferma in pieno questa impressione, facendola diventare certezza. Il racconto del passato del Belpaese con uno sguardo sempre attivo sul presente. 

Maradona non cambia solo la città di Napoli, ma il gioco stesso del calcio, il campionato di serie A. Così come il caso di Enzo Tortora trasforma il rapporto tra giustizia e cittadini. Quello di Enzo Tortora è uno dei ventisei casi scelti dalla Rai. La storia l'ha cambiata anch'esso. Fu "un orrore, non un errore giudiziario". A quasi quarant'anni dal processo in cui Tortora fu condannato per droga e camorra, la voce commossa e lo sguardo profondo do umanità dell'avvocato Raffaele Della Valle, difensore e in seguito grande amico del popolare presentatore televisivo, sottolinea con forza l'oscenità di quel processo. 

"Abbiamo scelto di rileggere ventisei momenti della nostra storia – spiega Mauro Parissone di 42° Parallelo – come esercizi di memoria. Il format supera i generi". Risulta di conseguenza fondamentale il contributo dei materiali, tutti unici, di grande qualità, delle Teche Rai e dell'archivio fotografico dell'agenzia Ansa foto. Oltre alla collaborazione di chi, come Daniele Ciprì, ha regalato una luce particolarmente filmica a ogni puntata. 

Gli argomenti scelti spaziano nell'arco di mezzo secolo. Il crollo di Wall Street, la morte di Papa Luciani, circondata tuttora dal mistero, avvenuta a ore dalla nomina a Pontefice, la crisi energetica del 1973, l'uccisione di Giorgiana Masi, raccontata da Tano D'Amico. C'è di quasi tutto, e tutto di robusto spessore, in questa serie destinata a catturare l'interesse e l'attenzione del telespettatore. La vicenda, incredibile, della salma trafugata di Mike Bongiorno, la crisi di Sigonella, il movimento della Pantera, la storia toccante di Eluana Englaro, e icone dello spettacolo e della canzone come Monica Vitti e Franco Battiato. 

Il percorso è attraversato dalle vicende imposte dal Covid. La pandemia pare abbia funzionato da "potente acceleratore". Tutto quello che è successo prima sembra puro passato remoto, "su cui noi autori invitiamo a riflettere". La distanza tra passato e presente è palesemente enfatizzata: è un invito a riflettere attraverso la scelta del format, "il 4/3, e un linguaggio pensato per riconnettere i millennial e la generazione Z con il senso della memoria". Un progetto ambizioso anche questo. 

Il gruppo di lavoro è giovane, composto in maggioranza da under 35. Le ventisei puntate di "Ossi di seppia" si pongono come obiettivo complessivo e finale un'immersione nella nostra memoria "attraverso momenti spartiacque pubblici e privati".