Foto di repertorio (Depositphotos)

di Antonella Boralevi

L'acqua bene prezioso e sempre più raro. L'acqua  sempre più spesso. assassina. A guardare le immagini della tragedia di Senigallia e delle Marche, viene in mente l'alluvione di Firenze di 56 anni fa. Allora fu l'esito tragico di incuria, errori umani, piogge ininterrotte.  Ma adesso sappiamo che in questo mezzo secolo, la Terra si è ribellata ai nostri abusi. Quello che eravamo abituati a vedere  accadere in televisione nei paesi tropicali e distanti, i tornado negli Stati Uniti e nelle Filippine,  adesso ci è arrivato in casa.

10 morti, 50 feriti, 4 dispersi. Tutto in una notte. Nelle Marche flagellate dalle piogge, i  torrenti disseccati da mesi di siccità sono esplosi e hanno travolto ogni cosa. Uno per tutti: il Misa a Senigallia, in due ore è salito da 21 centimetri a 5 metri e mezzo. Certo, passati i soccorsi, ci saranno le polemiche sull'allerta. Sui bacini idrici mai costruiti. Sulle opere di dragaggio mai eseguite. I sindaci si lamenteranno della burocrazia. Le regioni diranno che di più  con i soldi che c'erano, non si poteva fare. La colpa, alla fine, sarà della pioggia e del cambiamento climatico, sintagma neutrale e talmente generale e generico da diventare una via d'uscita buona per tutte le domande.

Penso a quella mamma che era in macchina col suo bambino di otto o nove anni, l'età non si sa ancora. Questa mamma che è stata capace di forzare lo sportello quando la strada è diventata fiume in piena, di afferrare il suo bambino, di tuffarsi nell'acqua che turbinava. E l'acqua, il suo bambino, glielo ha strappato dalle braccia. Lei l'hanno ritrovata, il bambino ancora no. Penso all'altra mamma, dispersa con la sua bambina. Penso a chi ha avuto paura di morire e a chi ora sta spalando via il fango da quella che era la sua casa, il suo negozio, la sua vita.

Penso ai politici che offrono solidarietà e partecipazione, ai giornalisti che sono corsi a testimoniare, alle belle colline delle Marche, ai borghi maestosi, a Senigallia con i suoi palazzi che l'acqua ha travolto, ferito, uccidendo. E allora mi viene in testa una domanda che non si può fare. Una domanda retorica, qualunquista, insopportabile. Ma forse dirla potrebbe fare la differenza. Perché la politica non è neutrale e queste tragedie la chiamano in causa, secondo me.

È vero che i Bonus edilizi aiutano la ripresa economica e il Pil, e sulla lunga distanza temporale il bonus per il risparmio energetico farà la differenza. Ed è vero che portano voti. Ma non avrebbero fatto crescere il Pil anche gli interventi, urgenti da decenni, per mettere in sicurezza i monti dalle frane, i fiumi dalle piene, le reti fognarie dalle bombe d'acqua? Si è accorta, la politica, che siamo purtroppo seduti sulla fine del mondo conosciuto?