Il ministro degli Esteri cinese, Wang Yi (foto: Depositphotos)

La minaccia nucleare di Putin tiene il mondo con il fiato sospeso. Mentre in Ucraina si continua a combattere e Mosca ha iniziato a mobilitare anche i riservisti, la Cina, pure “alleata” del Cremlino, prova a dettare le condizioni per il “cessate il fuoco”. La situazione in Ucraina "mostra un trend in espansione e di lungo termine, con effetti di contagio negativi sempre più gravi che la parte cinese non vuole vedere: le priorità sono il cessate il fuoco e la fine della guerra" ha rimarcato ieri il ministro degli Esteri Wang Yi nel corso dell'incontro con l'omologo polacco Zbigniew Rau. Le sue parole sono state pronunciate a margine dell'Assemblea Onu in corso di svolgimento a New York. L’esponente del governo di Pechino ha anche aggiunto che il paese della Grande Muraglia “non starà a guardare né aggiungerà benzina sul fuoco”, continuando comunque “a svolgere il proprio ruolo a modo suo". Allo stesso tempo - si legge ancora in una nota– è stato ribadito il sostegno all'Ue ed ai principali Paesi europei a “continuare a mediare ed a fare ogni sforzo per la pace". Nel corso della riunione del Consiglio di Sicurezza, la Cina ha quindi presentato 4 proposte per il cessate il fuoco. "La sovranità territoriale di tutti i Paesi deve essere rispettata" ha argomentato il rappresentante cinese prima di presentare i quattro punti in scaletta. Il primo di questi chiede la ricerca di un "dialogo senza pre-condizioni". Il secondo, che si lavori “insieme per la de-escalation" e per "creare le condizioni per un accordo politico". Al terzo punto si chiede di "favorire gli interventi umanitari", mentre le indagini per accertare le violazioni dei diritti umani vanno condotte "senza essere politicizzate". Al quarto e ultimo punto, l’appello è per la ricerca di "stabilizzazione economica", cominciando dall'"aiutare l'esportazione di grano russo e ucraino".