Papa Francesco è tornato nuovamente a parlare del conflitto in Ucraina. Per il Pontefice è un errore definire la guerra in corso come un conflitto armato che riguarda solamente Mosca e Kiev. Durante il viaggio in Kazakistan, il Santo Padre ha infatti spiegato: “Credo sia un errore pensare che sia un film di cowboy dove ci sono buoni e cattivi. Ed è un errore anche pensare che questa sia una guerra tra Russia e Ucraina e basta. No: questa è una guerra mondiale. Bisogna indagare la dinamica che ha sviluppato il conflitto”, ha aggiunto riferendosi innanzitutto ai “fattori internazionali che hanno contribuito a provocare la guerra”.

Il Vescovo di Roma ha ricordato la visita in Vaticano nel dicembre scorso, alla vigilia dello scoppio del conflitto, di un capo di Stato che si era detto molto preoccupato “perché la Nato era andata ad abbaiare alle porte della Russia senza capire che i russi sono imperiali e temono l’insicurezza ai confini”. Sulle cause di questa guerra, è la considerazione di Francesco, “non si può essere semplicisti”: “Io vedo imperialismi in conflitto. E, quando si sentono minacciati e in decadenza, gli imperialismi reagiscono pensando che la soluzione sia scatenare una guerra per rifarsi, e anche per vendere e provare le armi”.

Il Santo Padre ha poi fatto il punto della situazione sul suo viaggio a Kiev: “Dal primo giorno fino a ieri ho parlato costantemente di questo conflitto, facendo riferimento alle sofferenze dell’Ucraina”, ha ricordato ai gesuiti della Regione Russa e ha citato la sua visita all’Ambasciata Russa, inusuale”per un Papa, ma animata dal desiderio di poter parlare con il presidente Putin e aprire “una piccola finestra di dialogo”; i colloqui telefonici con il presidente Zelensky; le missioni in Ucraina dei cardinali Czerny e Krajewski o di monsignor Gallagher; il suo impegno in favore dei prigionieri ucraini.

“Anche io avevo in mente di poter andare”, ha detto ancora una volta. “Mi sembra che la volontà di Dio sia di non andare in questo preciso momento; vediamo poi in seguito, però”. Francesco ha poi rivelato anche di essersi adoperato per lo scambio di prigionieri: “È venuto anche un capo militare che si occupa dello scambio dei prigionieri, sempre con l’assessore religioso del presidente Zelensky. Questa volta mi hanno portato una lista di oltre 300 prigionieri. Mi hanno chiesto di fare qualcosa per operare uno scambio. Io ho subito chiamato l’ambasciatore russo per vedere se si poteva fare qualcosa, se si potesse velocizzare uno scambio di prigionieri”.