di Silvana Mangione

Il più giovane eletto nella ripartizione Nord e Centro America, appartiene al Partito democratico ed è l'On. Christian Diego Di Sanzo, 39 anni, nato a Prato da padre lucano e madre toscana, portatore quindi dell'intelligenza e della cultura profonda di due grandi Regioni italiane. Il suo motto per le elezioni appena concluse era semplice e pesante di significati: "Insieme, al servizio della comunità", vale a dire inclusività e lavoro a beneficio degli altri, coinvolgimento di tutti e ascolto delle loro esigenze per definire e perseguire il percorso politico e legislativo necessario per soddisfarle. L'On. Di Sanzo non ha mai scritto un suo curriculum tradizionale, ma la storia della sua vita narra la dedizione allo studio, al servizio agli altri, alla politica e alla protezione dei più deboli. Laureato in Ingegneria energetica al Collegio Superiore (Scuola di eccellenza) dell'Università di Bologna, l'Alma Mater studiorum più antica del mondo, merita l'assegnazione di una serie di borse di studio che lo portano negli USA alla UCLA, Università della California a Los Angeles, come visiting student. Poi svolge la sua tesi al prestigiosissimo Massachusetts Institute of Technology di Boston, il famoso MIT, quindi consegue un Ph.D., vale a dire un dottorato di ricerca, in ingegneria, a UC Berkeley a San Francisco. I valori umani che permeano UC Berkeley sono quelli dell'istruzione pubblica e Christian viene eletto al governo degli studenti di dottorato e fonda, con un gruppo di colleghi, l'Italian Society, la cui missione consiste nella diffusione della nostra cultura e l'assistenza a studenti e ricercatori italiani. Viene subito assunto come Consulente dalla McKInsey&Co., la più grande e influente multinazionale del mondo che ha formato alti dirigenti e figure in vista in molti paesi, e si occupa di consulenza strategica e operativa. Come manager Christian opera a favore di alcune delle maggiori società elettriche in Nord e Centro America, trascorrendo lunghi periodi di residenza in Canada e, dalla base di Houston,  in alcuni Paesi dell'America centrale. È qui che ha concretizzato il suo amore per il servizio, anch'esso inculcato dalla filosofia sociale assorbita a UC Berkeley, attraverso le rappresentanze elettive, prima come segretario nazionale del PD in USA poi, dal 2021, come Presidente del Com.It.Es. di Houston, che era stato commissariato dal Consolato Generale per verifiche amministrative dopo il suo scioglimento per dimissioni dell'allora maggioranza CTIM. In breve tempo, sotto la sua guida, il neoeletto Com.It.Es. fornisce informazioni, in particolare sulla registrazione all'AIRE, e servizi alla comunità. Contribuisce a fondare il neonato West South Central dell'ISSNAF - Italian Scientists and Scholars of North America Foundation, per dare un appoggio concreto ai ricercatori italiani nel "Mezzogiorno degli USA". Nel 2022 Christian Di Sanzo decide di accettare la candidatura alla Camera, proposta all'unanimità dall'intero PD USA e confermata dal Partito Democratico con l'attribuzione della posizione di Capolista in un elenco che non applica l'ordine alfabetico, come hanno fatto altre alleanze. Di conseguenza, Christian ha lasciato la McKinsey non appena formalizzata la sua candidatura per impegnarsi al massimo in questa campagna elettorale.

Da cosa nasce questa scelta di abbandonare una carriera fulgida di successi, di soddisfazioni e, anche, di notevoli remunerazioni, per dedicarsi interamente alle politiche di rappresentanza delle comunità nella ripartizione elettorale Nord e Centro America? 

Ho sempre avuto il desiderio di dare il mio contributo, di essere un agente di cambiamento nella mia comunità, fin dai tempi dell'università. Da quando mi sono trasferito all'estero, ho notato le difficoltà di integrazione di altre persone e ho cercato di aiutarle. Mi sono reso conto di quanto potevo essere utile agli altri. Lavorare per gli italiani all'estero, non solo per i nuovi arrivati ma anche per chi è qui da molto tempo è diventata la mia grande passione. Sono convinto che la missione di parlamentare all'estero debba essere duplice: da una parte la tutela dei diritti degli italiani e delle italiane basata sul rispetto e la realizzazione delle loro istanze, nel quadro del principio di uguaglianza sancito dall'Art. 3 della Costituzione italiana. Su questo, i parlamentari eletti all'estero devono sensibilizzare tutti i colleghi e coinvolgerli ai fini della presentazione di proposte innovative, dell'ottenimento di risultati legislativi concreti e di precise risposte da parte delle Amministrazioni italiane che ne devono garantire l'applicazione. D'altro canto, è chiaro che il mondo sfaccettato dei 6 milioni e mezzo di iscritti AIRE, pari alla 21esima Regione italiana sparsi ovunque fuori dall'Italia, ha acquisito conoscenze e tecniche delle quali noi parlamentari dobbiamo fare tesoro. Come italiani in Nord e Centro America abbiamo vissuto in ambienti diversi dall'Italia e possiamo dare il nostro contributo per modernizzare alcuni aspetti del sistema italiano e creare un continuo scambio di idee e di opportunità tra l'Italia e L'America settentrionale e centrale.

Nel corposo e dettagliato programma presentato agli elettori, che hanno risposto positivamente eleggendola alla Camera, lei indica in grande dettaglio gli interventi di snellimento, aggiustamento, sburocratizzazione di molte procedure che riguardano la vita quotidiana delle comunità e degli expat. Prima di elencarne alcune, le chiediamo di dirci quali saranno le sue priorità, una volta insediato.

Innanzitutto, dobbiamo sanare i gravi squilibri nell'erogazione dei servizi ai cittadini da parte della rete diplomatico-consolare, alcune possibili soluzioni sono molto semplici: aumentare la dotazione del MAECI per poter finalmente procedere all'assunzione e formazione del personale mancante e necessario all'estero per far fronte alle incombenze più delicate che la legge assegna ai pubblici ufficiali; snellire le procedure, eliminando alcuni passaggi non utili di procedimenti ministeriali farraginosi che allungano il lavoro dei nostri consolati, senza produrre benefici per i cittadini; digitalizzare al massimo le operazioni che non richiedono un incontro in presenza e aumentare, fin da ora, la percentuale delle percezioni relative all'erogazione dei servizi a favore della rete, affinché le sedi all'estero possano assumere in loco un numero sufficiente di addetti nei campi per i quali le leggi italiane non richiedono specifiche  competenze ed esami. Le sedi più attive saranno stimolate a lavorare in modo più produttivo e le più virtuose saranno subito premiate e rese più solide economicamente, per poter far fronte anche alle necessità logistiche e di mantenimento di strutture e attrezzature strumentali. Un'altra battaglia che spero invece potremo condurre noi eletti all'estero, tutti insieme, è quella sulla legge di bilancio, che deve essere approvata entro la fine dell'anno anche per assicurare all'Italia i contributi UE. Nella finanziaria bisogna assolutamente mantenere i livelli di copertura già esistenti per la promozione dell'insegnamento di lingua e cultura italiane all'estero, i cui meccanismi vanno semplificati, anche cancellando l'obbligo di cofinanziamento da parte degli enti promotori all'estero; proteggere i già esigui finanziamenti a Com.It.Es., in modo da metterli in condizione di lavorare davvero a beneficio dei cittadini all'estero, e al CGIE che fornisce sintesi e proposte su cui possiamo costruire un lavoro legislativo concreto. 

Qual è la sua opinione con riferimento ai brogli ricorrenti che nelle elezioni del 2018 portarono alla destituzione del Sen. Adriano Cario Cario (USEI/MAIE) sostituito dal Sen. Fabio Porta  e allo scandalo denunciato alla Procura di Roma da Gente d'Italia relativo al video postato dal rappresentante del MAIE in Uruguay, Aldo La Morte, che ha filmato se stesso mentre dava indicazioni di voto compilando la scheda personale di un'altra persona.

Sì, questi fatti e queste infrazioni sono una vergogna che getta un'ombra sulla validità delle rappresentanze. La riforma delle modalità e dei meccanismi di voto nella circoscrizione Estero è più che urgente, per impedire che ogni volta si verifichino situazioni come quelle denunciate da Gente d'Italia che ha da sempre segnalato queste gravi infrazioni. Si deve quindi lavorare per trovare soluzioni, anche innovative, che ci permettano di votare in sicurezza e evitino i gravi episodi, come quelli accaduti in Sud America, mettendo mano al sistema di voto e garantendo la sicurezza degli organismi di rappresentanza per le elezioni del Parlamento, ma anche per quelle dei Com.It.Es. e per i referendum. 

Quali altri temi da affrontare prioritariamente le sono stati presentati con urgenza dalle comunità e dalle associazioni che ha incontrato nel corso della campagna elettorale?

Ovunque sono stato, le comunità mi hanno chiesto con forza la riapertura dei termini per presentare la domanda di riacquisto della cittadinanza da parte dei cittadini che l'hanno perduta naturalizzazione nei Paesi in cui hanno deciso di vivere, a causa di una norma contenuta nella legge 555 del 1912. Bisogna sostenere con azioni precise il mondo dei ricercatori italiani sia che vogliano rimanere all'estero, dove possono diventare antenne di collegamento con l'accademia in Italia, sia  che vogliano rientrare, e soprattutto rendere l'Italia attrattiva per la ricerca a livello internazionale. Si deve valorizzare il network dei nostri professionisti e delle nostre comunità ovunque si trovino e creare hub congiunti di sviluppo per start-up e innovazione tra Italia e USA e tutti gli altri Paesi dove esistono le condizioni e i possono concludere accordi per lavorare insieme. Abbiamo il dovere, rimandato troppo a lungo, di sostenere l'imprenditoria femminile delle nuove generazioni di emigrazione. Dobbiamo facilitare il consolidamento degli strumenti di informazione italiana all'estero, non soltanto con congrui finanziamenti, ma anche con contributi a creatività e professionismo sostenuti da sani principi di etica di questo settore imprescindibile se vogliamo rafforzare l'efficacia della presenza italiana nel mondo.

Visti i risultati delle consultazioni del 25 settembre, che hanno espresso maggioranze di segno opposto in Italia e all'estero, come pensa di poter lavorare in questo nuovo parlamento, a beneficio della sua costituzione e dei risultati che vuole ottenere?          

Credo sia importante cercare di trovare dei punti in comune. Vi sono delle riforme per gli italiani e italiane all'estero che non sono di partito, ma sono semplicemente di buon senso e potrebbero essere realizzate in modo bi-partisan. A partire da quelle che ho già menzionato riguardo ai servizi consolari, credo si possa trovare una base comune e lavorare insieme su alcune iniziative concrete a beneficio degli italiani all'estero. Dopo l'insediamento lavorerò per evidenziare questi punti in comune, alla fine dobbiamo cercare di fare il massimo per produrre dei risultati concreti per tutte le nostra comunità nel mondo.