... e possiamo tentare di fare qualche analisi delle consultazioni parlamentari all'estero, concluse il 25 settembre, con poche luci e molte ombre. Incontrovertibile e ripugnante fra tutte è quella delle gravissime infrazioni commesse dal pluri-impataccato di medaglie e onori (senza alcuna assunzione di oneri) Consigliere Com.It.Es., Consigliere del CGIE, deputato supplente del Parlamento uruguayano, Aldo La Morte. Di questo si parla meglio sulla prima pagina di Gente d'Italia, invitando tutte le persone di alti princìpi a firmare la richiesta di sue dimissioni, visto che egli non ha la dirittura morale di darle spontaneamente. Poi ci sono i soliti brogli in Argentina, del MAIE di Ricardo Merlo, grande capo e candidato inopinatamente assente, che riesce comunque a eleggere un deputato e un senatore; e dell'USEI che, malgrado l'incetta di plichi, non traghetta nessun suo uomo al Parlamento. Infine ci sono i brogli denunciati alla Procura della Repubblica da un candidato USA, sul plotone di anziani, ultra-anziani e centenari AIRE, secondo lui tutti morti, che temeva gli marciassero  contro agitando dita stecchite per impedire la sua elezione. In un crescendo rossiniano, ignaro delle leggi, questo candidato ha minacciato i consolati che non obbedivano al suo ordine di depennare i centenari e i vecchietti dagli elenchi dei votanti. Le promesse flash mob che dovevano invadere le sedi diplomatico-consolari non si sono mai materializzate, ma la pubblicità che si è fatto con questi mezzi, lo ha portato alla vittoria. Si vede che le cene luculliane che ha offerto a destra e a manca hanno rimpinguato i corpi scheletrici dei suoi incubi (gli antichi spiriti maligni che si posano sul petto dei dormienti per opprimerli) facendoli  risorgere  dalle tombe per dargli le proprie preferenze.  Sin qui abbiamo parlato di farse tragiche e comportamenti aberranti. Passiamo a un tentativo di analisi. La divisione in quattro città italiane per lo spoglio dei voti esteri sembra aver funzionato molto meglio della bolgia infernale a Castelnuovo di Porto. I risultati sono stati resi pubblici più o meno allo stesso tempo di quelli italiani. I dati sono accertati, per ora non esiste alcun ricorso, quindi possiamo commentare serenamente. Prima notazione: gli italiani all'estero hanno votano in controtendenza all'Italia. All'estero il Partito Democratico ha stravinto: il manipolo dei 12 parlamentari esteri è costituito da 3 senatori e 4 deputati del Partito Democratico; 1 e 1 del MAIE (Borghese e Tirelli); 1 deputato rispettivamente di Fratelli d'Italia, della Lega e del M5S. Le riconferme sono 5: Francesco Giacobbe (PD) al Senato insieme a Francesca Lamarca (PD), già due volte deputata, stavolta senatrice; Fabio Porta (PD), già sia deputato che senatore, stavolta alla Camera; Nicola Carè (PD) alla Camera; Simone Billi (Lega), già presidente del Comitato per le questioni degli italiani all'estero, alla Camera. Gli altri sono pressoché tutti al loro primo incarico, e quasi tutti hanno un pedigree di studi ad altissimo livello: lo scienziato Crisanti (PD) al Senato e il professore universitario in materia di emigrazione Toni Ricciardi (PD) in Europa; il plurilaureato Christian Di Sanzo in America Settentrionale e Centrale. Non abbiamo ricevuto il curriculum studiorum di Isabella Oliveri in Europa e di Andrea Di Giuseppe in America Settentrionale e Centrale. Sarà interessante avere la mappa dei voti nelle 4 ripartizioni. Sarebbe utile avere una divisione dei votanti per fasce di età, perché riteniamo che le bassissime percentuali di elettori siano composte per la maggior parte da esponenti della nuova mobilità, che hanno preferito scegliere persone con una solida preparazione scientifica o umanistica. Ne riparleremo quando avremo queste informazioni. Molti i nomi illustri che non sono stati rieletti per ragioni diverse. Primi fra tutti la ormai ex senatrice Garavini e l'ex deputato Ungaro in Europa che avevano abiurato il garante PD per porsi sotto l'ala rediviva del magniloquente con infantile lispa toscana, il Matteo Renzi della semiminima Italia Viva. Scomparsa anche l'ex deputata Siragusa, transfuga dal M5S che sembrava spacciato, ma è stato resuscitato dai comizi urlati dal testardo pugliese di origine foggiana, ex Presidente del Consiglio Conte. Non ce l'ha fatta l'On. Fucsia Nissoli, non per un cambio di bandiera, ma per aver involontariamente tirato la corsa al neo-deputato Di Giuseppe affidandogli l'incarico di responsabile di Forza Italia in Florida, per poi ritrovarselo candidato di Fratelli d'Italia e capolista per una mera coincidenza: Forza Italia ha infatti collocato tutti i prescelti in lista secondo l'ordine alfabetico. È stato sconfitto, per la quinta volta consecutiva Vincenzo Arcobelli, presidente del CTIM, anche se ha raccolto molti voti personali, comunque inferiori a quelli della neo-senatrice PD Francesca La Marca. Il seggio senatoriale per gli italiani all'estero è un maggioritario secco. Vale a dire che il numero dei voti che ottiene il partito per cui ci si presenta determina la vittoria al Senato per quello dei due candidati in lizza che ha ottenuto più voti. Per Francesca La Marca ha contato molto il sostegno del più che congruo numero di preferenze date dagli elettori all'altro candidato PD, che contano nel computo dei voti di lista e hanno consentito la vittoria del PD e della La Marca. Infine, vogliamo denunciare con forza le foglie di fico di cui si vestono i partiti, gli agglomerati, i movimenti, i terzi, quarti e quinti poli nell'ottemperanza alle quote rosa. Le quote rosa sono uno specchietto per le allodole nella circoscrizione Estero, dove in questa tornata in alcune ripartizioni anche i maggiori partiti hanno candidato soltanto uomini. In tutto il mondo sono state elette soltanto due donne su dodici: Francesca La Marca al Senato e Isabella Oliveri alla Camera. In Italia, dove non esistono preferenze, la foglia di fico è un lenzuolo. Viene eletta soltanto chi è candidata in un collegio uninominale blindato o capolista in un collegio proporzionale sicuro. Ma questi mezzucci sono stati brutalmente smentiti dalla valanga di voti a un partito guidato da una donna, che è in pole position per diventare la prima italiana Capo di Governo. Il nostro suggerimento è: "Donne, prendete il potere", non affidatevi alle alchimie che derivano dall'applicazione del vecchio Manuale Cencelli.     

(Carlo Cattaneo)