Joe Biden (foto: Depositphotos)

di Lucio Fero

Non è un film. Il presidente degli Usa pensa, valuta e dice che il mondo è qui e oggi sul piano inclinato che porta all'Apocalisse nucleare. La frase chiave pronunciata da Biden è: "Non credo esista la possibilità di cominciare con un'arma tattica e non finire in Armageddon nucleare". E, peggio ancora se possibile, Biden crede che Putin sia davvero capace di dare l'ordine di usarla quell'arma tattica da cui parte l'escalation che non si ferma. Per due motivi secondo Biden: perché lo conosco bene e perché sta perdendo la guerra.

Non è un film. Il presidente degli Usa apertamente dichiara che sta "tentando" di capire quale possa essere il cosiddetto off ramp, la via di uscita che Putin pensa per se stesso e per la Russia, insomma l'alternativa ad usare le armi nucleari in Ucraina. Tentando perché questa via d'uscita buona anche per sé stesso e la Russia Putin non la mostra né lascia intuire. Si comporta e si muove come se in testa e in anima non avesse alternativa al rotolare verso la guerra nucleare. Come fosse prigioniero e al tempo stesso affascinato dall'idea di costringere prima gli ucraini e poi quello che chiama l'Occidente complessivo alla resa. E che sparargli contro un'arma atomica Putin lo valuti come passo ormai necessario e utile per intimare la resa.

Non è un film. In Russia arriva l'invito a suicidarsi rivolto al ministro della Difesa. Arriva dal vice governatore di una provincia della Nuova Russia, cioè l'Ucraina occupata. In Russia pubblicamente si parla di generali incapaci e di truppe equipaggiate da far schifo causa anche corruzione. In un sistema autoritario, anzi chiaramente fondato sulla repressione come quello russo queste sono convulsioni. Indecifrabili nella loro natura profonda, ma di certo convulsioni di instabilità.

Non è un film. Il Parlamento europeo, quello che eleggiamo noi proprio noi, a stragrande maggioranza vota risoluzione che dice: prepararsi all'attacco nucleare russo. Dopo sessanta anni il mondo è davvero molto vicino alla guerra nucleare, come, anzi più di quanto non accadde ai tempi della crisi di Cuba, lì Kruscev tentò l'azzardo ma non perse mai di vista l'off ramp, la via di uscita.

Ma lo guardiamo come se lo fosse, come fosse film e non realtà quotidiana, qui e oggi. In parte per comprensibile e umana auto difesa psicologica. In parte per consolidata e ormai culturale assuefazione al rifiuto e negazione della realtà, a meno che non sia un post, una fiction, una serie...C'è altra realtà?