Dopo la nostra denuncia sul video dello scandalo, Aldo Lamorte è ancora lì, indisturbato, impunito e arroccato nella difesa a oltranza delle sue poltrone come ha sempre fatto. Con il tempo che passa il suo scopo evidente è quello di far dimenticare la vicenda, cercare di far spegnere le luci su un episodio ignobile che ha infangato l'immagine degli italiani all'estero, in Uruguay e non solo.

Il compito del giornalismo libero e indipendente è invece quello di tenere alta la guardia, di mantenere accese queste luci nell'interesse della cittadinanza, nonostante il fatto che ci sia qualche potente che sta facendo di tutto per spegnerle. Ecco perché, d'ora in avanti, noi ricorderemo ogni giorno quello che è successo durante queste ultime elezioni italiane in attesa che ne siano pagate le conseguenze, con la presentazione delle dimissioni da tutte le cariche. Un politico di professione ha votato pubblicamente al posto di un'altra persona commettendo un reato, violando palesemente la Costituzione italiana che all'art.48 stabilisce che il voto è personale, libero e segreto. La dimostrazione lampante del reato c'è già e ce l'ha regalata lui stesso con un video postato sui social, poi cancellato in fretta e furia nel tentativo disperato di nascondere la verità.

Il voto degli italiani all'estero ha regalato in passato porcate indimenticabili, ma questa è proprio imbarazzante, addirittura oscena. Innanzitutto perché c'è la prova provata del reato e poi perché a esserne protagonista è una persona che ricopre ed esercita incarichi pubblici tanto in Italia come in Uruguay.

Dopo essere stato scoperto a imbrogliare, l'unica cosa logica e sensata che dovrebbe fare un politico è farsi da parte, dimettersi. Prima ancora dell'intervento dei tribunali e della giustizia, si tratta di una questione etica. E invece i giorni passano e Aldo Lamorte mantiene ancora tutti i suoi incarichi come se niente fosse, come se nulla fosse successo, continuando a essere membro del Comites di Montevideo e consigliere uruguaiano del CGIE (Consiglio Generale degli Italiani all'Estero) oltre che parlamentare supplente in Uruguay con il Partido Nacional.

Mantenere ognuna di queste poltrone è un insulto al principio della rappresentanza, un insulto alla dignità. Di fronte a un'indignazione crescente, i primi a chiedere un passo indietro dovrebbero essere proprio i suoi partiti a cominciare dal Maie (il Movimento Associativo degli Italiani all'Estero che compare nel video)  poi anche il Partido Nacional che ha portato in Parlamento un soggetto del genere

Noi fin quando non sarà ripristinata la legalità non smetteremo di insistere e lasceremo che questa denuncia appaia ogni giorno sul giornale e sul portale www.genteditalia.org.

Non smetteremo di insistere, insomma, fino a quando Aldo Lamorte non si dimetterà....