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di Antonio Saccá

Bisogna spegnere la guerra, tutto il resto secondario, minimissimo. La guerra ci deve coinvolgere, dobbiamo troncarla, è una pazzia generalizzata, si tratta ormai di un orrore mentale più che politico, è patopolitica, eventualmente, politica patologica o patologia nella politica, è una devastazione della mente, emissione della parte inconscia, dell'Es, scontrollata dall'Io, thanatologia esternata. Moltissimi si comportano e pensano come omicidi fuori dalla galera, un odio iperuranico che schianta, ripeto, ogni controllo. Addirittura neanche il Super Io, che annienta ogni virulenza, è in forza di comprimere le impellenze devastanti dell'Es, la spinta delle forze aggressive. Anzi reagiamo, con calcoli paranoici: quanti morti dopo una esplosione nucleare, dove, questo, quello, chi sgancia, quale risposta.

I manicomi criminali sono più addomesticati. Non c'è nulla, nulla di rispettabile in questa guerra, ciò che poteva sembrare lo scontro per dei territori di identità etnica circoscritta si è trasformata in una voglia di distruzione con interessi ambigui, non riconoscibili nelle finalità iniziali. Vendere ad altissimo costo le energie sostitutive a quelle russe non è, non è uno scopo coerente con la tutela dei confini ucraini! All'opposto, fa dubitare che il vero scopo della guerra sia, sarebbe, sembra essere sostituire l'orientamento dirigente della Russia e perfino escludere dal mercato, specie dal mercato occidentale, la Russia. Con danni superiori ai benefici ed effetti imprevisti.

Di sicuro, i benefici non si vedono e dubito che si vedranno, a meno che non siano soltanto i danni eventuali della Russia. Ma c'è ragionevolezza nel danneggiare danneggiandosi? Distruggere distruggendosi? Salviamo l'Ucraina, la dignità, la difesa dell'aggredito? No! Dichiarare: non cediamo all'aggressore. Sia. Ma occorre saper contrastare, saper non cedere. Errare nel contrastare anche per cause degne è sbagliare, comunque. E stiamo sbagliando. In che? Nel non aver percepito che esiste una detonante porzione della Terra che non giudica la Russia come noi, soprattutto che le materie prime della Russia giovano e quindi il voler escludere dal mercato mondiale la Russia si limita ad escluderla dall'Europa, con danni per l'Europa!

Le conseguenze sono quelle che osserviamo: nel tentativo di riuscire a "punire" la Russia accresciamo di armi l'Ucraina, addestriamo, sanzioniamo, con efficacia nulla, e con effetto grave. Nella relazione tra costi e benefici, anche in senso morale, nessun risultato. Mettere a rischio di morte milioni e milioni di persone senza tentare possibilità di pace o accordi non è da statisti responsabile dei loro popoli! Milioni, milioni, milioni di singoli, individui, che amano vivere, amano chi amano, generano e guardano i figli, ne sentono l'odore dell'infanzia neonata, i vagiti, i primi sorrisetti, il sonno colmo al sicuro, carezzano il gatto, si svegliano, respirano, temono la morte, felici del solo evento di poter dire: io vivo, e che fa il politico? Sbarra ogni possibilità di accordo, non soltanto: accresciamo la possibilità di rovina! Ma proseguendo il conflitto non cediamo alla prepotenza! Vero.

Ma è anche subire prepotenza acquistare a maggior costo, esserne obbligati. Insorge un sospetto fiammeggiante: forse che la volontà di accantonare la Russia nel mercato europeo spiega la causa del perché della guerra: impedire l'espansione russo-europea (tedesca)? Giacché il punto assoluto della guerra sta nel non acquistare dalla Russia ed inficiare le condutture tra Russia e Germania. Ho studiato la faccenda per un mio saggio sulla Rivista di studi politici internazionali, ben prima del conflitto da parte statunitense era recisa la volontà di impedire rapporti diretti, escludendo il passaggio ucraino, tra Russia e Germania. Prima del conflitto! Strano.

Una guerra tra Russia ed Europa (Nato) anche se limitata all'Europa, ne dubito, sarebbe la rovina. Non basta punire il responsabile, l'aggressore, non basta, se non si hanno ulteriori fini costruttivi, che non si intravedono, non si intravedono, proseguiamo una guerra ormai con scopi annientativi. La ripetizione che bisogna punire l'aggressore non è lo scopo delle guerre, lo scopo delle guerre è innanzitutto evitare rovinarsi cercando di rovinare. Non abbiamo scopi positivi, credo che ci orientiamo a fare e farci il maggior male l'un l'altro. Non percepisco risultato apprezzabile. L'onore deve essere salvato ma occorre saperlo salvare. Ecco il punto della questione, salvare l'onore, i valori ma saperli salvare. Non basta l'insistenza sulla fedeltà ai valori, la punizione del colpevole.

Non basta la punizione del colpevole, se è malfatta non c'è neanche la razionalità strumentale, come si dice in sociologia, vale a dire: il rapporto tra mezzi e fini, i mezzi sono inappropriati. Non ottengono i fini. In chiaro: la distruzione con una ampia guerra non è il mezzo appropriato alla soluzione, è un mezzo spropositato e omicida/suicida. Non si sa per quale incredibile motivo ci avviamo ad una esaltazione esasperata del conflitto quando è chiarissimo che sarebbe soltanto distruttivo. Immaginiamo che si pervenga alla cosiddetta atomica tattica, sei stata tu, no, sei stata tu, sorpassiamo chi è stato, gli esiti? Distruzione che comporta ulteriore distruzione. Vogliamo coscientemente tale scopo? Chi lo vuole lo dichiari, queste giornaliere porzioni di aumentata conflittualità giungeranno alla insostenibilità e alla detonazione.

Vogliamo questo scopo o crediamo di continuare senza conflagrazione? Se non lo vogliamo, il conflitto estremo, fermiamoci. Se crediamo che pur armando non vi sarà l'esplosione, sbagliamo. Se vogliamo la detonazione, ci spartiremo nettamente, tra chi "vuole" la guerra e chi "non vuole". E la considera peggio che un orrore, un errore, l'errore, in politica, è più malandato dell'orrore. Nessuno scopo sarebbe raggiunto con una guerra estremizzata. Gli Stati Uniti non domineranno il mondo, non elimineranno dal mercato mondiale la Russia e la Cina, se tentassero di distruggerle verrebbero distrutti. È una strada che porta al nulla. Vano, micidiale insistere. È un errore. Non fornisce soluzione. Occorre trovare accordi di convivenza planetaria. Considerare, questo, cedimento sarebbe come deludersi di non toccare la luna. Nessuno è tenuto all'impossibile, dicevano gli antichi. Diciamolo anche noi. Tra la guerra mondiale per scopi irraggiungibili e la pace per scopi ardui ma raggiungibili, la pace. Non è un disonore, la pace, l'opposto, disonore è non saper salvare l'umanità. Dobbiamo spazzare questa tesi, se vuoi la pace sei vile. Che sarebbe coraggio e onore lo sterminio senza risultato? Patopolitica! Ma poi, davvero, basta parole: non stiamo ottenendo uno zero fermo!