Enrico Letta (foto da YouTube)

di Lucio Fero

Letta ha fatto finta di non capire (o peggio non ha capito davvero) che il rigetto non era solo contro l'arroganza e invadenza politica di Renzi ma era anche e nel profondo rigetto contro ogni serio tentativo di essere riformisti.

L'impossibilità di essere riformisti, questa era ed è la materia di cui è fatto il Pd. Renzi aveva surriscaldato questa materia fino a farla incendiare, per questo è stato cacciato. Arriva Letta e cosa immagina sia possibile? Fare il Pd riformista senza Renzi. Un Pd riformista con Orlando, Emiliano, Provenzano, Zingaretti e in presenza e soggezione della Cgil di Landini? E soprattutto quale possibilità c'era e c'è in terra di un Pd riformista quando l'anima e il cuore del Pd si erano ribellate con furia alla sola idea di un mercato del lavoro e di una scuola e università modernamente orientati al merito e alla produttività? Il Pd, quello vero, quello che prendeva nella mani Enrico Letta, il riformismo lo chiama liberismo e ne diffida quando non lo schifa. Quindi Letta segretario e...in principio nulla comprese o volle comprendere di cosa e di chi era segretario.

Trattamento Renzi - Poi Enrico Letta ha sbagliato tutto quello che si poteva sbagliare in termini di tattica elettorale. Poteva ingoiare l'alleanza con M5S, ingoiando guai politici ma anche seggi parlamentari in più. Oppure poteva farsi andar giù l'alleanza con Calenda-Renzi. Ha finito con l'alleanza niente meno che con Fratoianni-Bonelli-Bonino. Dall'impraticabilità del "campo largo" alla bugia nemmeno pietosa del "campo nano". A guardar bene però il suo partito, il Pd, gli avrebbe rimproverato come tresca col demonio l'alleanze elettorale con Calenda-Renzi e come Caporetto, anzi Canossa, l'alleanza con Conte. In più Enrico Letta non si è mai liberato della stizza rancorosa verso Renzi (ma questo è solo il contorno del piatto forte). E il piatto forte non è un Enrico Letta inadeguato ad esercitare laedership politica, il piatto forte è il capo di accusa che a lui viene mosso dal Pd post sconfitta elettorale.

L'accusa è niente meno di aver sostenuto troppo, fino ad identificarsi, il governo Draghi. Il punto pragmaticamente più avvicinabile ad un riformismo governante, il governo Draghi, il Pd ora lo valuta e pesa come deviazione, esagerazione, alterità dalla retta via. Più chiara affermazione e rivendicazione di una natura, anima, intelletto e cuore sociale avverso al riformismo il Pd non poteva offrirne. Ne discende per Letta da parte del Pd una sorta di...trattamento Renzi. Anche in Letta i germi dell'eresia, la prova è la fornicazione con Draghi. Non proprio un messo del Maligno come è stato Renzi ma di certo un toccato dall'impuro. E l'impuro, la fonte di ogni impurità è il riformismo.

Si scoprono No Triv, Ni Termo e soprattutto amoderni - Emiliano stamane ha fatto sapere che trivellazioni a cercar gas al largo della Puglia anche no. Zingaretti ieri mattina ha fatto sapere che del termovalorizzatore a Roma la Regione Lazio non sa e che, insomma...Goffredo Bettini che, incredibile ma vero viene omaggiato come fosse un riuscito mix tra Gramsci e Gesù bambino, condanna il sommo peccato, quello che impedisce di essere di sinistra, e il sommo peccato è "l'apologia della modernità". Al punto di approdo il Pd ci sta arrivando, al punto di approdo dove ha fede di trovare la sinistra perduta e di certo trova M5S e tanto altro: l'anti modernità.

Mercato del lavoro? Sbagliata e blasfema la parola mercato. Quanto al lavoro, che non sia sporcato da parole quali produttività e merito. E in generale una società che dalla modernità si difende barricandosi dietro a barricate fatte di redditi sociali: dalla culla alla tomba passando per via di bonus, redditi cittadinanza, casse integrazioni, pre pensionamenti, pensioni il più presto possibile. E che quindi diffida, ha paura. Del trivellare oggi come del nucleare ieri. E che ha paura anche del parco fotovoltaico come del campo di torri eoliche. Un sistema sociale immobile perché assistito e assistito perché immobile è il migliore dei mondi possibili per un Pd cui un riformismo vero e anche appena abbozzato è kryptonite per il suo elettorato.

L'elettorato Pd, reale e soprattutto percepito - Goffredo Bettini e con lui molto Pd in piazza dicono che la sinistra non può "mettersi l'elmetto della Nato". Quindi pure Berlinguer Enrico si era lasciato prendere la mano...Il mood culturale intorno al Pd o almeno quello a cui il Pd tende l'orecchio è insorto come di fronte a somma bestemmia alla parola merito. E non è stata insurrezione per sbaglio. Dire merito è attentare alla condizione materiale di corporazioni e lobby, è attentare alla Costituzione materiale cui fanno riferimento categorie protette (pubblico impiego, pubblica amministrazione, imprese pubbliche, pubblici servizi...) è fornicare con la demoniaca cultura d'impresa. (Sia detto per inciso: la Destra politica osserva a suo modo la stessa Costituzione materiale, coprendo però lobby e corporazioni con licenze sempre rinnovate e rinnovabili di alegalità, vedi evasione fiscale, concessioni demaniali, rispetto dell'abusivismo...).

La flottiglia dei diritti - Erano comunisti, avevano la bussola della lotta e del contrasto di classe. Chiusa quella rotta che era pur sempre oceanica (anche se alla ricerca di inesistente passaggio a nord-ovest), si sono ridotti e adattati ad una navigazione da diporto in piccoli laghi e corsi d'acqua che pomposamente chiamano mari. Sui quali navigano in flottiglia, la flottiglia dei diritti. Diritto al rave, ipso facto equiparato al diritto d'opinione e alla libertà di azione politica. Diritto allo sbarco del migrante, ipso facto equiparato al diritto alla giustizia sociale, anzi al diritto umano per antonomasia. Diritto al non nel mio giardino, ipso facto equiparato al diritto di cittadinanza. Diritto alla sindacalizzazione, anzi alla corporazione, della identità sessuale. Diritto generale a non pensarsi e sentirsi più cittadini oggetti di diritti e doveri ma sentirsi insegnanti, pensionati, migrati, lgtbq e quel che segue, cantanti, psicologi, vigili urbani e quel che sia ognuno imbarcato sulla zattera più o meno rinforzata nella gran flottiglia dei diritti.

Il partito, anzi il movimento, l'anima, la Chiesa e il luogo di culto dove ogni diritto è santo e ogni dovere è farina del diavolo. A questo aspira il Pd dei Bettini, Zingaretti, Orlando... Per questo bisogno e programma e progetto sociale c'è già da una parte M5S e dall'altra il populismo di destra (Lega e lo stesso FdI prima di vestirsi con l'abito buono governativo). Frequenti i punti di contatto, ad esempio la "non soggezione" alla scienza, medica in primo luogo ma anche tecnologica. Il Pd va a ristrutturarsi a Congresso con l'intenti dichiarato di aprire ulteriore bottega che espone e vede la stessa merce anti o amoderna. Non proprio una gran scelta d'impresa, ma sull'insegna ci scriveranno "amodernità di sinistra" e garantiranno una tessera a punti con la quale si accede anche alla rete M5S. E qualcuno coglierà l'occasione per dirlo finalmente che il riformismo, come in fondo non si è mai smesso di dire, è di destra!