di Stefano Casini

Giuseppe Garibaldi, anche in Italia considerato l'Eroe dei due Mondi, è, in Uruguay, un personaggio storico molto particolare e forse anche un po' polemico.

Cosa ha fatto Garibaldi in Uruguay? L'uomo che collaborò, con Mazzini e Cavour all'Unità d'Italia, in questo paese si schierò con Il Generale Fructuoso Rivera e creò la Legione Italiana, che sotto la sua guida, vinse a Colonia del Sacramento, Gualeguaychú, nella difesa di Montevideo e nella battaglia di San Antonio, nella Regione di Salto.

Certamente è molto più ammirato e idolatrato dal Partido Colorado, perché fu un grande protagonista di una guerra civile che vinse appunto questo partito, il quale, per 170 anni, ha giocato un ruolo "quasi" egemonico, nella politica uruguaiana.

Nessuno può mettere in dubbio le sue capacità "logistiche" di come vincere una delle centinaia di battaglie del quale fu protagonista indiscusso in vari paesi, ma, per i "Blancos", è una specie di "traditore", dato che si schierò con gli avversari di sempre, i Colorados di Rivera.

Giunse in Uruguay nel 1841, quando aveva 34 anni, dove era in corso, dal 1838, la guerra tra i Blancos di Manuel Oribe, sostenuto dal governo di Buenos Aires del governatore Juan Manuel de Rosas, e i Colorados dell'allora Presidente uruguaiano del Partido Colorado di Fructuoso Rivera insediato a Montevideo.

Proprio per i Blancos, soprattutto per coloro che hanno studiato la storia delle origine di questo paese, Giuseppe Garibaldi, non era altro che un mercenario al servizio di Rivera.

É proprio qui che dobbiamo cercare di interpretare la storia dell'Uruguay. Tutti sappiamo che il nostro eroe era, più che un mercenario, un profondo amante della Libertà, in tutti i sensi. Come José Artigas, voleva la Indipendenza totale della República Oriental del Uruguay e vedeva Oribe, come un vassallo di Buenos Aires, quando il grande lider blanco, decise di chiedere aiuto a Juan Manuel de Rosas, un condottiero che credeva ancora nelle idee di Simón Bolivar o dello stesso Artigas,  la creazione di una specie di Stati Uniti del Sud, dopo aver costatato, pochi decenni prima, il successo di George Washinton nel nord che creò uno Stato Federale che diventò, in poco tempo, una delle grandi potenze del pianeta.

A Montevideo Garibaldi abitava in una piccola casa nell'attuale Ciudad Vieja che oggi è un museo in suo onore. Lì ebbe vari figli con la sua amata Anita, con la quale si sposò in una chiesa a un centinaio di metri da casa sua.

Garibaldi professava l'ideale repubblicano di uguaglianza, libertà, unità. Era, in tutti i sensi, cittadino del mondo. "È dovere di ogni uomo libero combattere per la libertà ovunque ci sia tirannia", disse, e il suo pensiero aveva quindi molto in comune con la Massoneria. Fu iniziato alla Loggia Massonica Les Amis de la Patrie nel 1844, nella capitale uruguaiana, in un periodo nel quale, in questo paese, non esisteva ancora una Massoneria regolare e neanche una Grande Maestria, che fu fondata più tardi, nel 1856.

A un certo punto della guerra, Oribe era alla periferia di Montevideo, nel quartiere che oggi si chiama La Unión, in attesa del momento giusto e opportuno per prendere la città, mentre era aiutato per mare da Juan Manuel de Rosas con le sue navi.

Fu di Garibaldi una delle storie più emblematiche della sua capacità strategica in una guerra. Si trovava nella Fortezza del Cerro con una ventina di combattenti e, per dare un'idea a Rosas di una maggiore forza militare, Garibaldi diede ordine ai suoi soldati di cambiare gli indumenti e correre velocemente molte volte attorno alla Fortezza. Rosas decise di non attaccare perché pensò che i garibaldini erano centinaia! ....ma erano appena 20.

Garibaldi, con sede a Montevideo, oltre alla sua attività rivoluzionaria, insegnò matematica ed entrò, come abbiamo detto prima, nella Loggia massonica Les Amis de la Patrie, unica loggia esistente all'epoca.

Nel 1842 il governo di Montevideo nominò Garibaldi in sostituzione del famoso Comodoro Juan Coe. Al comando della flotta, il 16 agosto 1842, combatté una battaglia navale sul fiume Paraná in una sezione del fiume chiamata Costa Brava, chiamando così lo scontro la battaglia della Costa Brava vicino alla città di Esquina, provincia di Corrientes, Argentina. Le navi comandate da Garibaldi furono sconfitte dalle forze dell'Ammiraglio Brown, che aveva il doppio di imbarcazioni da guerra. Dopo aver subito pesanti perdite, Garibaldi fuggì con alcuni combattenti.

Ritornato a Montevideo nel 1843 con l'assedio di Montevideo da parte di Oribe, che sarebbe durato fino al 1851, Garibaldi organizzò un'unità militare denominata "La Legione Italiana", a capo della quale si mise al servizio del Governo di Montevideo, presieduto da Rivera, storicamente noto come il Gobierno de la Defenza. Tra le azioni militari a cui partecipò Garibaldi alla testa della sua Legione Italiana, ricordiamo quella avvenuta fuori le mura di Montevideo nel 1843.

Nei volumi pubblicati decenni di anni fa quando ancora esisteva l'Associazione Garibaldina guidata da Novello, ricordo aver letto che, dopo i suoi successi di guerra, Rivera volle regalare a Garibaldi un centinaio di mucche. Ma Giuseppe decise di regalarle ai suoi soldati e ai più poveri per mangiare, continuando a vivere in quella casupola a 2 stanze, con 4 figli e la sua Anita.

Sicuramente Garibaldi fu un personaggio di enorme importanza storica, sia in Italia che in Uruguay, anche se alcuni analisti e scrittori, hanno cercato di infangare le sue idee di Libertà, Uguaglianza e Fraternità.

STEFANO CASINI