Antonio Tajani (foto Depositphotos)

Non è più accettabile che la diplomazia consolare, quella rappresentata da dirigenti, direttivi e impiegati in servizio nel mondo, sia divenuta ormai una casta politicizzata. E a quanto pare il Mae si ritiene e ritiene questa casta di estrazione divina, determinandone di conseguenza la sua completa intoccabilità, qualsiasi malefatta essi facciano. Non è più possibile consentire alla diplomazia consolare di continuare imperterrita a maltrattare la nostra comunità italiana all'estero, da troppo tempo sempre più vessata e indifesa.

Consoli, dirigenti e impiegati, ancora in servizio nelle diverse sedi all'estero, tutti scelti oculatamente dal passato vertice politico alla Farnesina del precedente Governo, debbono inevitabilmente sottostare, come bravi soldati della politica, a tutte le loro richieste. Ciò, per mostrare la loro concreta riconoscenza, al premio di lotteria ricevuto per via stipendiale, con la loro nuova assegnazione all'estero. E come se la cosa già non bastasse, in aggiunta, si continua a mostrare riconoscenza con il chiaro intento di poter continuare a rimanere oltre confine ed a proseguire nella doviziosa permanenza estera in altre sedi consolari di altre nazioni.

Obbedienza ed aiuto oltre il possibile, ed a volte anche oltre il consentito, nei confronti dei loro benefattori, persone o partiti che siano.

E per chi avesse l'ardire di non mostrare riguardo nei confronti della casta ed anche per chi, tra i pochi degli stessi consolati, per motivi umanitari verso i nostri residenti, avesse deciso infaustamente di aggirare la necessaria omertà dovuta, le conseguenze naturali sarebbero un celere ritorno al ministero e la perpetua inamovibilità futura dallo stesso.

Allora, dalla nostra comunità all'estero, composta da oltre 80 milioni di persone, tra cittadini italiani con passaporto e oriundi, risulta indispensabile, signor Vice premier e ministro Tajani, porgerle un quesito e due appelli.

Lei da poco insediatosi al vertice del dicastero della Farnesina, da persona responsabile e competente, ritiene con ragionevolezza che si possa espletare un funzionale ed efficiente servizio consolare, quando in talune nazioni, a fronte di 300 mila richieste annue di appuntamenti in consolato, da parte dei nostri emigrati, vengono "concessi" turni d'incontro a solo 30 mila persone?

La risposta appare scontata.

Ma le conseguenze naturali di tali disservizi, oltre allo scontento ed all'avvilimento dei nostri connazionali, si traducono nei lucrosi mercimoni dei turni d'appuntamento, a vantaggio esclusivo di entità criminali esterne ai consolati, a volte, purtroppo, anche conniventi con personale all'interno delle stesse sedi consolari.

Altre conseguenze non trascurabili di tutto ciò, il derivante fenomeno dei favoritismi sui turni, ulteriore tema increscioso da considerare, utile a favorire sotto elezioni politiche consensi elettorali pilotati a favore di candidati segnalati dai politici, politici da noi bonariamente definiti benefattori.

Signor ministro, che ne direbbe allora di cominciare a pensare ad una possibile riforma al riguardo che, dopo aver selezionato "seriamente" il personale del Mae di ogni grado, per funzionalità, età, esperienza e competenza, ed averlo inserito in appositi registri, veda poi di estrarlo a sorte per la loro assegnazione nelle sedi consolari estere, eliminando di fatto, in tal modo, alla radice, ogni possibile ingerenza politica nelle nomine?

Ed ancora ministro Tajani, se non per eliminare del tutto ma quanto meno per limitare in modo significativo il lucroso fenomeno della compravendita dei turni di appuntamento nei consolati, che ne direbbe, se per il rilascio degli stessi dalle sedi consolari, curando ovviamente in modo preventivo gli obblighi di tutela della privacy, si introducesse un nuovo sistema di individuazione dei postulanti, mediante collegamenti in diretta, via computer o cellulare, in videochiamata, per l'esibizione dei documenti personali ed il riconoscimento facciale, registrato come prova d'identificazione, degli stessi richiedenti?

Per concludere, ministro Tajani, perché non pensare anche ad una nuova figura sostitutiva dei Comites, organi elettivi ormai desueti e mal funzionanti, anche perché troppo esposti alle sollecitazioni ed ai condizionamenti politici, con una neo sorta di "Ombudsman Consolare", un apposito difensore civico, con reali poteri decisionali, in grado di dirimere e definire le controversie in corso tra consolati ed emigrati?   Dovrebbe essere anch'esso individuato tra professionisti e  persone di esperienza, registratesi su loro richiesta all'estero in un apposito albo in ogni paese, e venir annualmente estratto a sorte, consentendogli di espletare professionalmente il proprio mandato in favore dei nostri residenti e dei relativi consolati.

La nostra enorme Comunità residente all'estero, signor ministro, attende con viva trepidazione il cambio di consoli e del personale diplomatico all'interno delle sedi consolari in tutto il mondo, previsto nei primi quattro mesi del prossimo anno. Nomine oculate e non politicizzate ed una rinnovata integrazione del personale in tutte le sedi con comprovate maggiori esigenze, ministro Tajani, restituirebbero alla nostra gente quella serenità persa ormai da troppo tempo.

Pier Francesco Corso

RomaDalyNews