Contestazioni anti-russe da parte della comunità ucraina e proteste ambientaliste hanno preceduto la prima del "Boris Godunov", opera del compositore russo Modest Petrovič Musorgskij, al Teatro “alla Scala” di Milano, con la quale si è inaugurata la stagione 2022/2023. Presenti le principali figure istituzionali del Belpaese, con in testa il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella; il premier Giorgia Meloni e il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Con loro, "padrone di casa", il sovrintendente e direttore artistico del massimo meneghino, Dominique Meyer e, ospite di lusso, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione Europea.

Accolto con una vera e propria ovazione da parte del pubblico, Mattarella ha trovato inconcepibile che aprire la stagione con un'opera russa possa essere interpretato come un segno d'appoggio all'attuale politica del Cremlino. "La cultura russa non si cancella, è europea", ci ha tenuto a sottolineare, non a caso, l'inquilino del Colle. Sulla stessa falsariga il sovrintendente Meyer. "Non ci sono state tante polemiche a parte quelle del console ucraino. Presentiamo un capolavoro della storia dell'arte. Non significa che sia un appoggio alla politica russa. Sono delle cose diverse" ha argomentato.

Sul palco reale, con Mattarella e Meyer, come detto, c’era anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni, "incuriosita per la nuova e bella esperienza. Come è noto - ha spiegato la leader di FdI - io ho una posizione estremamente chiara sul tema dell'invasione dell'Ucraina". Però, ha aggiunto “noi non ce l'abbiamo con il popolo russo, con la storia russa con la cultura russa, noi ce l'abbiamo con la scelta politica, con chi, insomma, ha deciso di invadere una nazione sovrana”.

“È giusto mantenere i due piani distanti altrimenti facciamo molta confusione" ha concluso la presidente dell’esecutivo. Alla Scala c’era anche il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, secondo cui “l'arte va sempre distinta dalla politica, altrimenti non dovremmo leggere Dostoevskij”. L’esponente del governo ha ricordato come il "Boris Godunov" racconti "la storia di uno zar che alla fine cade vittima dei rimorsi per le sue azioni".