Fuorigioco (Depositphotos)

Fuorigioco semiautomatico, riforme e seconde squadre. Gabriele Gravina ha indicato gennaio come il mese per dare un'impronta nuova al calcio italiano, senza dimenticare le tensioni dell'ultimo periodo, molte delle quali nate dal caso D'Onofrio che ha gettato l'AIA nel caos.

E se il fuorigioco semiautomatico oggi il Consiglio ha solo dovuto ufficializzarlo (partirà in Serie A il 27 gennaio e dunque in concomitanza con la prima giornata del girone di ritorno), sul tema delle riforme Gravina non ritiene che si sia ancora andati a dama.

Il numero uno della Figc, infatti, aveva chiesto entro Natale ad A, B e C una proposta "nel segno dell'intesa", "ma sul tavolo sono arrivate tre progetti differenti" ha sottolineato oggi: le tre leghe si erano confrontate sui punti di contatto, soprattutto tra A e B, e avevano presentato le loro idee in attesa della sintesi in consiglio Figc. Gravina non vede ancora "l'intesa" auspicata ma sottolinea che non per questo è tutto da buttare. "Resta un confronto positivo tra le componenti - ha aggiunto infatti -. E dal 15 gennaio, o dopo che le società saranno rientrate dalla Supercoppa italiana, affronteremo giorno dopo giorno il tema della riforma del calcio italiano e mi auguro che ne esca una proposta condivisa".

In quest'ottica è stato rimandato, sempre a gennaio, anche il discorso seconde squadre, affinché si possa fare una riflessione più ampia da inserire nella riforma di sistema. L'obiettivo resta lo stesso: mettere sotto controllo i costi e "come federazione subentreremo con un'azione chiara per fornire ai club strumenti utili a tal proposito e per migliorare i ricavi".

A fare da sfondo a tutto questo le dimissioni di ieri di Alfredo Trentalange da presidente AIA. "Arrivate dopo diversi confronti e colloqui con il sottoscritto", ha tenuto a specificare Gravina. Dalle carte, infatti, è emerso "in modo molto chiaro che dal 6 marzo 2021 al 6 settembre 2022 D'Onofrio prima era in carcere e poi ai domiciliari ed è venuto tre volte a Roma. È evaso? Tre volte è venuto a Roma senza riscontri. Se lo denunceranno per evasione non lo so, ma sicuramente il permesso non lo aveva" ha proseguito Gravina. In seguito a questi fatti, "ho parlato a lungo con Trentalange, per fargli capire che ci sono forme di responsabilità oggettiva da appurare e che la situazione era abbastanza critica, abbiamo già diverse tensioni e aggiungerne altre non sarebbe giusto".

Continuando il suo ragionamento sul caso D'Onofrio, il presidente della Federcalcio ha ricordato come l'ex procuratore arbitrale sia stato nominato "mentre era agli arresti e questo ci sembra di una gravità inaudita". "Aveva avuto anche un permesso per curarsi dalla ludopatia - ha aggiunto - E mi fermo qui. Ma una risposta la dovevamo dare".

Così come una risposta l'aspetta dal Governo sul tema del prelievo dell'1% sulle scommesse calcistiche che definisce "un diritto sacrosanto". Il passaggio da 3 a 5 anni della Melandri, il betting, l'introduzione della tax credit e la modifica della legge 91 per l'introduzione del semi-professionismo sono invece le altre necessità del mondo del calcio manifestate al ministro dello Sport Abodi.