di Ottorino Gurgo
È una vecchia storia quella secondo cui il nostro paese non riesce ad essere una democrazia compiuta, vale a dire una democrazia nella quale tutte le forze politiche possono esercitare liberamente la loro attività.
La "conventio ad excludendum", per cui il PCI doveva restar fuori dal governo, e l'arco costituzionale che relegava ai margini il MSI ne sono stati, nelle passate legislature, la concreta e pratica attuazione.
La storia rischia adesso di ripetersi. E non come da qualche parte superficialmente e faziosamente si sostiene perché la destra non sarebbe legittimata a governare considerati i suoi legami ideologici con il passato regime, ma perché, per responsabilità di quelli che dovrebbero essere i suoi oppositori, la coalizione che attualmente governa il paese, è assolutamente priva di alternative cosicché, di fatto, governa senza che vi sia chi si proponga concretamente di sostituirla.
È ben noto - e ripeterlo è quasi superfluo - che una democrazia vive e si alimenta nella contrapposizione dialettica tra una maggioranza ed una opposizione, con la prima che ha il compito di governare il paese e la seconda che ne contesta l'operato proponendosi di prenderne il posto
Con la "conventio ad èxcludendum" del PCI prima è con l'emarginazione del MSI dopo, le ali della democrazia sono state di fatto tarpate. Ma sono tarpate anche ora pur se, con l'avvento al potere della destra, la situazione è stata ribaltata.
Questa volta, la mancanza di .una opposizione degna di questo nome non deriva dall'altrui emarginazione, ma dalla inettitudine - diciamolo pure brutalmente!e - di coloro che questa opposizione dovrebbero esercitarla svolgendo con efficacia Il loro ruolo di minoranza; l'inettitudine, in questo caso del Pd che, sotto la guida di Enrico Letta ha marciato con il passo del gambero e così, stando alle previsioni degli esperti, continua a marciare. Né si può onestamente pensare che il ruolo della opposizione che dovrebbe sostituire l'attuale maggioranza possa essere preso dai Cinquestelle di Giuseppe Conte che ci sembra rappresentino il nulla.
Ecco, dunque, che, vuoi per una ragione, vuoi per l'altra, l'Italia si trova ad essere, come dicevamo all'inizio, una democrazia incompiuta.
Di questo, peraltro, nessuno sembra preoccuparsi più di tanto anche se si tratta di una situazione che non giova al funzionamento delle istituzioni costrette a marciare ancora una volta con una sola gamba.
Ma le istituzioni, in verità, non sembrano stare a cuore a nessuno nonostante i fatti stiano quotidianamente a dimostrare quanto ci sarebbe bisogno di un loro rinnovamento.
Ottorino Gurgo