L'area archeologica di Pompei (foto depositphotos)

Franco Esposito

La Casa dei Vetti. O la Villa dell’Eros. Scavi di Pompei, in fondo a vent’anni di oblio. “Questa è la Cappella Sistina degli Scavi”, sentenzia con orgoglio il direttore Zuchtriegel, il viso illuminato dalla felicità. “Siamo al cospetto di un unicum mondiale”. La Casa dei Vetti riaperta dopo vent’anni alla presenza del ministro Gennaro Sangiuliano. L’evento annuncia il futuro di Pompei archeologica.

Ma la sfida proprio ora comincia. Come preservare un patrimonio di questa portata e di grande importanza? “Dovremo essere all’altezza di questa grandezza, è un fatto umano, non un orpello del passato”, la citazione del ministro è ricavata dal pensiero dell’amato Benedetto Croce. “Ecco, io intitolerei a lui la Biblioteca Nazionale di Napoli”.

Zuchtriegel, il direttore, è dell’idea che si debba fare rete con gli altri siti archeologici del territorio. “Le ville romane: l’Anquarium di Boscoreale, Varano a Castellamare di Stabia, Oplonti. É essenziale”. La rete riguarderebbe anche altre attrazioni turistiche sul territorio, dal Vesuvio alla pensiola sorrentina. “Bisogna fare sistema”.

Ma la notizia vera è la riapertura al pubblico dei visitatori della Casa dei Vetti. La villa delle’Eros con i suoi affreschi e le statue erotiche. “Il cuore dell’Italia super potenza della cultura”, spinge lontano immaginazione e visione il ministro Gennaro Sangiuliano. Pompei può mostrare finalmente il suo tesoro simbolo. La riapertura sopravviene dopo un lungo, complesso periodo, pieno di travagli e dubbi. Ci sono voluti tre tentativi prima che la Casa dei Vetti venisse riaperta e offerta all’attenzione e al godimento dei visitatori. Il nastro d’ingresso è stato tagliato dal ministro, presenti i restauratori in camice bianco. La squadra che ha operato un autentico miracolo.
“Ciascuno di voi – ha riconosciuto il ministro della Cultura – con entusiasmo, passione e dedizione ha trasmesso qualcosa di importante ai suoi figli e ai posteri. Far rivivere questo passato è a sua volta una forma di espressione artistica”.

Il direttore Zuchtriegel ha funzionato da guida nella visita di ritorno alla Casa dei Vetti. Una guida d’eccezione, piena delle risposte alle tante curiosità del ministro Sangiuliano, giornalista professionista già direttore del Tg2. “Questo potenziale di enorme valore economico può diventare autosufficiente”.

L’ingresso della Casa dei Vetti è la porta di un mondo fantastico. Pitture di scene mitologiche, fontane antiche specie di vegetali, copie delle statue originai nel peristilio, in primis quella di Priapo, dio dell’abbondanza, e gli affreschi erotici con la stanza degli amorini. La casa racchiude tutta la storia del mondo romano,

Il restauro, riuscito alla perfezione, è stato paziente. “I colori ritrovati sono come una riscoperta”, si complimenta il direttore con la squadra di restauratori. Gli effetti dell’opera rubano decisamente l’occhio al visitatore. I giornalisti invitati alla prima riapertura della Domus più famosa. La più visitata nell’ambito degli Scavi Romani di Pompei. Sotto la cera, che aveva ricoperto i dipinti con l’intento di proteggerli, i colori ritrovati emergono “come una riscoperta, rivelando dettagli che erano scomparsi”.

La lunga chiusura ha rappresentato “una spina nel fianco, i turisti rimanevano delusi perché la casa era chiusa”, gongola ora il direttore dei Musei italiani, Massimo Osanna. “L’atrio decidemmo di riaprirlo nel 2016”. Lo stesso anno la prima chiusura: necessitava riapartire con i nuvo progetto di restauro. Ma tra una cosa e l’altra, intanto, venti anni pieni sono volati via.

Nella scia della Galleria degli Uffizi, a Firenze, pare sia destinato a subire un rincaro anche il costo del biglietto d’ingresso alla Casa dei Vetti. “Se una cosa vale, è giusto che debba essere pagata”, conferma il ministro della Cultura. “Il discorso è morale, etico. Ci sono già ingressi agevolati, laddove una famiglia straniera spende migliaia di dollari in Italia”. Pare che venti euro come prezzo d’ingresso ci possa stare”. Di gratis c’è già una navetta che da Piazza Esedra Scavi porta a tre siti. Il Comune di Pompei, di suo, non fa pagare l’ingress alla Ztl per coloro che dichairano di voler usufruire del parcheggio.

I flussi turistici sono in chiaro aumento, al netto delle conseguenze provocate dalla pandemia. Si impone comunque una decisione, la classica scelta di campo, netta e tranciante, ad elevare il valore dell’offerta. Parimenti va migliorata l’esperienza per i turisti. Facendo in modo che possano impiegare i loro occhi sul tesoro pompeiano ritrovato. Parimenti tranciante e categorico è in questa occasione il direttore degli Scavi di Pompei, Zuchtriegel. “Riaperta al pubblico, la Casa dei Vetti non chiuderà più”.