Mourinho, Roma (Depositphotos)
di Mimmo Carratelli

 

Nella lontanissima Coppa velica delle cento ghinee attorno all'isola di Wight, al tempo della Regina Vittoria, una goletta americana sbaragliò la flotta inglese di quattordici imbarcazioni. La vittoria fu così netta che, alla domanda della Regina chi fosse secondo, il segnalatore dello yacht reale rispose: "Non ci sono secondi, Maestà". 

La stessa cosa sta succedendo nel campionato italiano di calcio. C'è una goletta a gonfie vele, avanti a tutti. Si chiama Napoli dell'Ammiraglio Aurelio De Laurentiis e del nostromo Luciano Spalletti. I secondi sono lontani. 

S'è sfaldata in poco tempo l'appassionata ricerca di una squadra anti-Napoli all'indomani della sconfitta degli azzurri a Milano contro l'Inter che sembrava avesse aperto una caccia concreta e ravvicinata alla formazione di Spalletti. 

Piazze di nobiltà calcistica conclamata, avvezze a trionfi ripetuti, deluse dal Napoli, vivono ora nell'attesa che qualcuno fermi la goletta azzurra. 

Domani, capita a tal proposito la Roma di José Mourinho. Alla squadra giallorossa, in un derby del centro-sud sempre incandescente, viene chiesto di affondare la goletta di De Laurentiis altrimenti tutto il resto è noia. 

Mourinho è l'ammiraglio oceano della passione romanista, un condottiero carismatico che ha navigato numerosi mari di vittorie. 
Nella capitale ha risvegliato l'ambizione di una squadra che, dal Testaccio a Trastevere, vorrebbe tornare ad essere caput mundi come ai tempi del divino Falcao. 

La Roma di Mourinho ha il traguardo grande di tornare a giocare in Champions cinque anni dopo l'ultima apparizione nel massimo torneo europeo. 

Oltre a Napoli, Milan e Inter c'è un posto libero per qualificarsi alla prossima Champions. La Roma vi concorre con Lazio e Atalanta. A Napoli non giocherà per fermare gli azzurri, ma per vincere e piazzarsi tra le prime quattro. 

All'andata, contro il Napoli, la Roma rifiutò di giocare. Partita difensiva e zero tiri nella porta di Meret. Osimhen, aggirando il colosso inglese Smalling (1,94), piazzò la folgore che, a dieci minuti alla fine, incendiò il catenaccio giallorosso. 

Se la Roma vuole tornare in Champions dovrà giocare al "Maradona" per vincere. Non per fermare il Napoli, ma per andare nell'alto dei cieli avanti a Lazio e Atalanta. 

Qui sta il bello. Che partita ha immaginato Mourinho per affondare il colpo vincente contro un Napoli imbattuto in casa e sconfitto una sola volta? 

Gli basteranno un centrocampo di combattimento, una difesa rinforzata (la difesa a tre ha bisogno di protezione), la forza di Pellegrini, il genio di Dybala e l'imprevedibile Abraham? 
La Roma è in serie positiva da sei turni (tre vittorie, tre pareggi) e fuori casa rende meglio (21 punti in trasferta e una sola sconfitta, 16 punti in casa). 

Il Napoli farà la partita come sa, il suo gioco non cambia a seconda degli avversari e rientra Kvaratskhelia. È la Roma che deve dimostrare qualcosa. L'azzardo è tutto di Mourinho. 

Si ha notizia che la californiana Kim Kardashian, il più conturbante lato B d'America, giri a Hollwood con una maglia della Roma. Non basta. Mourinho dovrà dare di più. Spalletti, sornione, l'aspetta senza agitarsi.