Formigoni (da YouTube)

Franco Esposito

La conferma arriva dalla Cassazione. Il danno erariale è certo, effettivo, provato. Ne ha sofferto la Sanità. La Fondazione Maugeri è tenuta a pagare. Respinto il ricorso, Fomirgoni&C devono restituire 47 milioni. Il Celeste e gli altri condannati al risarcimento delle casse pubbliche. 

I danni provocati alla Regione Laombardia quando Roberto Formiconi era presidente, erano "al centro di un gravissimo sistema illecito di storno di denari pubblici a fini privati". 

Roberto Formigoni ha guidato la Regione Lombardia per diciotto anni. La Corte dei conti aveva chiesto a lui e ai coimputati di risaricire il danno arrecato alle casse pubbliche. Nel 2021 lo aveva condannato al pagamento di "47.485,583 euro,  a titolo di risarcimento del danno erariale". E, in solido con con il presidente della fondazione, Umberto Maugeri, il suo direttore centrale, Costantino Passerino, l'ex assessore lombardo alla Sanità, il ciellino Antonio Simone, e il mediatore tra Formigoni e la Maugeri, Pierangelo Daccò. 

Le sezioni unite civili della Cassazioe hanno convalidato la sentenza d'appello. E di conseguenza respinto il ricorso presentato dall'Ircos, l'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico, dalla Fondazione Salvatore Maugeri-Clinica del Lavoro e della Riabilitazione. Il ricorso contestava "la competenza della Corte dei conti ad occuparsi del caso e dunque a condannare la Maugeri e gli altri imputati". A loro è stato imposto di rifondere il danno erariale. "Mancherebbe il vincolo di destinazione delle somme ricevute dalla Fondazione dalla Regione Lombardia". 

Fomigoni dovrà pagare. Con quali soldi? Magari con il vitalizio del Senato, che ha ripreso ad incassare, condannato dalla Cassazione ma assolto da Palazzo Madama. A luglio del 2019, dopo la condanna in sede penale, il Senato aveva congelato il suo vitalizio, come prescritto dalle regole allora vigenti. Ma a novembre gli aveva poi accordato, in via cautelare, l'assegno di sostentamento di 700 euro al mese. In attesa della decisione sul ricorso che Formigoni aveva prodotto, accompagnato addirittura da una richiesta di risarcimento dei danni, ritenendo "ingiusto privarlo dell'assegno mensile di 7mila euro maturato, dopo aver dedicato l'intera propria esistenza alle Istituzioni". Motivazione, questa, di una sfacciataggine unica alla luce del susseguirsi degli eventi che lo hanno avuto come protagonista su tutt'altro frontre. 

La Cassazione a sezioni riunite ha respinto la prospettazione presentata dai legali di Formigoni. E ha ricordato che "le sentenze penali intervenute per tutti i coimputati hanno riconosciuto la loro responsabilità per i reati di associazione a delinquere, atti contrati ai doveri di ufficio, corruzione". Reati senza dubbio pesanti e, a quanto si sa, replicati. 

Fomigoni era stato condannato con Passerino, in via definitiva, nel 2019. In giudicato anche le condanne a Daccò e Simone; avevano patteggiato la pena Umberto Maugeri e la Fondazione. I soldi arrivati al governatore della Lombardia erano pubblici "è sufficiente evidenziare che i finanziamenti, poi distratti, non potevano che essere destinati alle finalità pubbliche per le quali erano stati erogati e non ad altre".

Recita la sentenza: "I finanziamenti non potevano essere retrocessi a favore dei corruttori/corrotti con sviamento di tali finalità pubbliche". Un giro di soldi chiaramente irregolare, contro legge, a beneficio del gruppetto organizzatore del sistema truffaldino. 

La Corte dei Conti aveva tolto a Formigoni anche l'assegno maturato negli anni trascorsi da presidente della Regione Lombardia. Il Senato ne aveva accolto il ricorso nel 2020: Gli organi di giustizia di Palazzo Madama cancellarono le regole interne che prevedevano "la sospensione del vitalizio in caso di condanna definitivca per reati di particolare gravità". Formigoni e gli altri ex senatori con la fedina penale non immacolata si videro restituito il vitalizio e anche gli arretrati. 

L'obbligo di rifondere il danno erariale trova questa spiegazione: le somme non erano state pagate dalla Regione Lombardia alla Fondazione Maugeri per essere poi girate a Formigoni "sotto forma di utilità e regali". Secondo il ricorso, le somme incassate dalla Fondazione sarebbero state "attratte definitivamente nella strutura aziendsale del privato". Sarebbero quindi entrate nel patirmonio della Maugeri e avrebbero perso "il loro valore pubblicistico". Sarebbero diventati soldi privati e non più pubblici, quindi "i regali a Formigoni". 

Capito dov'era e come veniva esplicitata la corruzione in Regione Lombardia? A danno esclusivo della Sanità.