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L'informazione "è un veicolo di libertà", "la stampa non può essere soggetta a censure". Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel giorno in cui l'Ordine Nazionale dei Giornalisti ha festeggiato i suoi primi 60 anni. "Parole sante", verrebbe da dire. Specchio e simbolo di una difesa nobile e audace, quella del Capo dello Stato, nei confronti di una categoria, la nostra, sovente al centro di attacchi violenti, di critiche gratuite ed ingenerose. Con le sue parole, l'inquilino del Colle ha dimostrato che delle Istituzioni, di talune Istituzioni almeno, ci si può ancora fidare a occhi chiusi. Lo stesso, ahinoi, non vale per quanti invece, da latitudini diverse, ma pur sempre al chiuso di certi "palazzi", preferiscono operare inversamente, mettendo a tacere quelle voci isolate e gagliarde, fino ad abbattere quanti pure, nelle trincee di certe redazioni coraggiose, provano ad ergersi a sentinelle dell'informazione, magari da posizioni scomode, fuori dal coro degli eletti. Grazie, Presidente. Grazie per esserci. Almeno lei...