ROMA - Le solide relazioni scientifiche tra Italia e Regno Unito, il potenziale impatto dell'uscita del Paese dall'Unione Europea e gli interrogativi legati all'associazione del Regno Unito al programma Horizon Europe: questi e altri temi sono stati analizzati dal Rapporto finale del progetto UK-IT BEST+SHAPE (Bilateral Exchange in Science and Technology + Social Sciences Humanities & the Arts for People and the Economy), presentato a un folto pubblico di rappresentanti del mondo della ricerca e dell'Università a Villa Wolkonsky, residenza dell'ambasciatore britannico a Roma, Edward Llewellyn.
BEST+SHAPE è stato ideato dall'ufficio scientifico del network diplomatico britannico in Italia (UK Science and Innovation Network), con l'obiettivo di offrire una panoramica sullo stato attuale delle collaborazioni tra Italia e Regno Unito in materia di ricerca nei settori STEM/Salute e nell'area SHAPE. Il documento, che ha raccolto informazioni originali grazie a un questionario diffuso tra gli addetti ai lavori (oltre 350) e a interviste ad accademici e scienziati dei due paesi, dà così voce alle riflessioni e ai suggerimenti di quanti sono già attivamente impegnati sul campo.
Da questo processo di consultazione, che è durato circa un anno, è emersa la richiesta di investire sugli accordi bilaterali tra università, che possono rappresentare un canale complementare a quello dei grandi progetti europei, per mantenere le relazioni scientifiche tra i due Paesi. Tra le criticità segnalate, c'è l'aumento delle tasse universitarie per gli studenti europei nel Regno Unito, che costringe molte università italiane, soprattutto quelle di minori dimensioni, a cercare soluzioni alternative per la formazione degli studenti che vogliono trascorrere un periodo di studio all'estero. Anche le difficoltà create dai tempi di attesa alle dogane per lo scambio di materiale utile alla ricerca, come documenti, dispositivi e campioni biologici.
L'ambasciatore Llewellyn si è detto "entusiasta di presentare questo rapporto sulle collaborazioni di ricerca tra Italia e Regno Unito qui alla mia residenza. I nostri due Paesi hanno una relazione di lunga data costruita su valori condivisi, una storia comune e forti legami culturali. Sono sempre stati partner naturali in molti settori, tra cui il commercio, gli investimenti, la cultura e, naturalmente, la ricerca. La comunità accademica italiana nel Regno Unito è tra le più numerose e i nostri sforzi congiunti hanno portato a un costante aumento del numero di scoperte in campi come la fisica, l'ingegneria e la medicina. Siamo perciò positivamente determinati a continuare questa partnership di successo e di promuovere ancora più collaborazioni in futuro", ha concluso.