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Franco Esposito

L'Europarlamento si è pronunciato. Tolta l'immunità, il deputato napoletano Andrea Cozzolino andrà a processo. Imminente il faccia a faccia con i pm belgi. Protestano i legali dell'europarlamentare: voto senza discussione, l'inchiesta è nata da servizi segreti esterni all'Unione Europea. 

Ex dirigente del Partito Democratico, Cozzolino ha assistito alla seduta in collegamento dalla sua abitazione napoletana, al Vomero. Silenzio assoluto sulla decisione dell'Europarlamento, nessun commento. Hanno parlato gli avvocati di Cozzolino. Al punto di snodo della cosiddetta inchiesta Qatargate, nella tarda mattinata di giovedì, la presidenza dell'Euro camera ha notificato alle autorità belghe "la revoca della sospensione dell'immunità agli eurodeputati Andrea Cozzolino e Marc Tarabella". L'ufficialità della notifica è partita dal gabinetto della  presidente Roberta Mottola, minuti dopo il voto in aula. 

Hanno avuto un ruolo decisivo nel pronunciamento dell'Europarlamento le risoluzioni in favore del Qatar e del Marocco, ma anche altri interventi. Alcuni in modo indiretto "colpivano gli interessi di Paesi competitor nello scacchiere internazionale". Su questi punti le autorità giudiziarie del Belgio hanno deciso di effettuare approfondimenti mirati al ruolo svolto dall'europarlamentare Andrea Cozzolino. 

Il sisma giudiziario riguarda le attività di alcuni politici nei confronti del Paese che ha ospitato recentemente i campionati le mondo di calcio. Il cuore del fascicolo è occupato dalle dichiarazioni di Francesco Giorgi, già assistente parlamentare di Cozzolino, e di Antonio Panzeri. L'ex europarlamentare che ha svolto un ruolo di primaria importanza tra politica e affari nell'ambito degli eurogruppi. Giorgi e Panzeri sono attualmente detenuti dopo i blitz scattati inn flagranza a dicembre. Operazioni di polizia poste in essere alla luce di alcune valigette di soldi circolate a mo' di tangenti. Le indagini avrebbero chiarito quanto segue: Giorgi e Panzeri hanno deciso di collaborare con la giustizia belga. Potrebbero aver tirato dentro Cozzolino. 

L'ipotesi emerge dalla decisione di votare la revoca della cosiddetta immunità parlamentare. A questo punto si registra l'intervento dei tre legali del collegio difensivo che assiste Cozzolino. Gli avvocati Federico Conte, Dezio Ferrero, Dimitri De Bec. Recita la nota dei tre penalisti: "Cozzolino è determinato a difendersi dalla accuse che lo coinvolgono, ma anche con un certo disincanto nei confronti di una decisione burocratica da parte della giustizia europea". 

I tre legali affermano di aver appreso dalla stampa "che la richiesta di revoca dell'immunità nei confronti dell'onorevole Cozzolino è stata evasa dal Jury, prima, e dal Pc dopo in tempi di record e con un iter meramente burocratico, senza nessuna discussione sui temi e sugli interrogativi posti in commissione da Cozzolino sulla matrice e la natura dell'inchiesta". 

Il collegio di difesa è andato giù duro. Messo sotto accusa il Parlamento europeo. "Ha rinunciato ad affrontare, finanche nel dibattito, una questione cruciale per la sua stessa autonomia e indipendenza, pur trovandosi al cospetto di una iniziativa giudiziaria che nasce dall'opaca attività di intelligence dei servizi segreti, soprattutto non europei. E che sta minando la stessa credibilità politica e istituzionale dell'Unione Europea". 

I legali puntano su due punti, vale la pena ricordarli. Le indagini tengono tuttora agli arresti la ex vice presidente del parlamento europeo, Eva Kaili, già compagna di Giorgi, coinvolta per "una presunta tangente trovata nella sua disponibilità". La Kaili ha rivendicato più volte la propria innocenza. 

Il vero nodo da sciogliere riguarda le risoluzioni sul Qatar e l'atteggiamento "morbido" di alcuni europarlamentari verso Doha. In primis, il tentativo maldestro di coprire lo scandalo dei 6.500 operai e manutentori morti nell'allestimento delle strutture che hanno ospitato i mondiali del 2022. Poi, la questione Marocco. Su cui si sta cercando di fare luce sul ruolo di Cozzolino come responsabile dell'intera struttura magrebina. Soprattutto in relazione ai rapporti che sarebbero stati intrecciati tra l'europarlamentare napoletano e l'ex capo dei servizi segreti di Rabat. 

Il nodo in questione è rappresentato dai rapporti economici tra il Marocco e altri partner internazionali. Un via vai di soldi, petrodollari in quantità industriale. Cozzolino, al punto in cui è giunta la vicenda, deve limitarsi ad attendere le prossime mosse delle autorità giudiziarie del Belgio. E la domanda finale è adesso: cosa accadrà in seguito alla rinuncia di Cozzolino e Tarabella delle loro prerogative di europarlamentari? 

Presto sapremo. Il confronto è imminente.