di Ottorino Gurgo
Ė in atto una trasformazione radicale nella politica italiana, un'autentica rivoluzione copernicana della quale ancora i partiti sembrano non acquisire piena consapevolezza, ,laddove dovrebbero adeguare i loro comportamenti a questa innegabile novità.,
Siamo stati per decenni il paese europeo più stabile nel quale in ogni elezione i risultati precedenti venivano confermati con la Democrazia cristiana per cinquant’anni al potere e il partito comunista che, per altrettanto tempo, ha mantenuto,sostanzialmente, l’esclusiva dell’opposizione.
Il nostro non è un “amarcord” fine a se stesso. La constatazione della mobilità degli umori dell'elettorato ha conseguenze concrete persino nella politica quotidiana. L’elettore italiano è diventato improvvisamente mobile “qual piuma al vento” come la donna del Rigoletto verdiano. Muta le sue preferenze ad ogni elezione e ciò dovrebbe far riflettere in primo luogo Giorgia Meloni che attualmente attraversa un periodo di grande favore, grazie all’eccezionale risultato ottenuto il 25 settembre, al quale hanno fatto seguito previsioni ancor più positive dei sondggisti.
Quasi tutti i leader si trovano, peraltro, in condizioni di difficoltà proprio a causa dei mutamenti d’opinione dei cittadini elettori. Giuseppe Conte è oggetto di critiche da parte dei suoi stessi compagni di partito , Berlusconi è considerato un ex leader, ormai “cotto” e giunto al “capolinea, Matteo Salvini un tempo considerato una sorta di dominus è riuscito a malapena a mantenere, all’indomani del 25 settembre, la leadership della Lega ed è, oggi, più tollerato che amato. Senza parlare di quanto è accaduto e sta accadendo nel Pd, con Enrico Letta costretto a lasciare la carica di segretario e a indire il congresso del partito.
Tutto può mutare, dunque, da un momento all'altro anche senza una specifica ragione..
Per questo, se come vuole, la presidente del Consiglio punta a restare a lungo alla guida dell'esecutivo, imprimendo un segno della sua presenza a Palazzo Chigi, i dovrà prendere le proprie precauzioni.
Ed il modo migliore per realizzare il suo obiettivo ci sembra sia quello di legare la sua presidenza del Consiglio ad un progetto forte. Quello più idoneo è un progetto rischio - lo stesso sul quale si infransero le speranze politiche di Matteo Renzi, vale a dire un’ampia riforma costituzionale che, senza abbandonare i principi di fo, si adegui alle mutate esigenze della società.
E se per conseguire questo obiettivo saranno necessarie nuove alleanza, la Meloni non esiti a stipularle. D’altra parte l’aggiornamento delle regole istituzionali si è fatto, in questi ultimi anni, sempre più pressante.
Ottorino Gurgo