Palazzo Chigi, sede del governo (foto Depositphotos)

di Lucio Fero

Milleproroghe, già la sincerità di battezzarla così...Una legge apposta, fatta apposta e apposta rifatta ogni anno per prorogare ciò che doveva scadere o avere temporale scadenza. E battezzarla con un numero altrettanto sincero: mille. Mille proroghe e altre mille, niente braccino corto o falsi pudori. L'ultima Milleproroghe decreta, al momento, 355 rinvii. Si è fatto anche di meglio e di più. Rinvii di che? Di stringenti (?) impegni legislativi, di leggi e provvedimenti approvati e passati perché avevano appunto una scadenza temporale. Di provvisori (?) aiuti, agevolazioni, regolamenti. E rinvii delle cose come stanno perché continuino a stare come stanno che fa più comodo tenerle così che cambiarle davvero.

Savonarola e Troisi - Ricordati che deve morire va per strada ammonendo un simil Savonarola nella sceneggiatura e nelle sequenze di Non ci resta che piangere. Massimo Troisi fantasticamente trasportato all'epoca (nell'anno "quasi mille e cinque") cerca di placarlo e svicolare con un "sì, adesso me lo scrivo". Gran film. Ecco, in cinquecento a passa anni da allora l'afflizione Savonarola è la prima che la società italiana ha compiutamente scacciato e annullato. Noi "ce lo scriviamo" e proroghiamo, oltre all'erba voglio coltiviamo e consumiamo davvero l'erba del giorno del mai e dell'anno del poi. Siamo una comunità che ovunque, comunque e sempre invoca, implora, esige, pietisce, evoca. omaggia il cambiamento. E ci facciamo un mille proroghe all'anno per cambiare il meno possibile. Milleproroghe, una legge coì simile a noi ce l'abbiamo solo noi.