Vladimir Putin (foto depositphotos)

di Enrico Pirondini

Ucraina, un anno di guerra. A Mosca è scattato il bavaglio. Vietato criticare lo zar, si rischia il carcere. Putin tiene d'occhio i social, sono i più irrequieti. Chi graffia il Cremlino è un terrorista anche se a sua insaputa. Una studentessa di 20 anni, Olesya Kristova, è stasera beccata a 1.250 km dalla Piazza Rossa  avvinta, come  l'edera, al web e alle sue convinzioni pacifiste. Frequentava l'Università Federale del Nord ad Arkhangelsk. È una cittadina tranquilla sule rive della Dvina settentrionale, il grande fiume tributario del Mar Bianco, il mare laterale del Mar Glaciale Artico; insomma una voce candida più vicina al Circolo polare artico che a Mosca.

Ma tant'è. L'orecchio dello zar arriva dappertutto.  Olesya è stata addirittura denunciata dai compagni della sua facoltà e i guardiani del regime l'hanno arrestata e messa ai domicilio con tanto di cavigliera  elettronica per controllarne gli spostamenti. Rischia 10 anni di galera.

VIETATO SCREDITARE LE TRUPPE ROSSE IN UCRAINA - Non si può. Specialmente nei giorni che precedono l'atteso discorso di Putin alle Camere (21 febbraio). Olesya ha raccontato alla BBC: "Stavo parlando con mia madre e mi hanno subito sequestrato il telefono. Quindi mi hanno fatto sdraiare a terra accusandomi di giustificare il terrorismo e screditare le truppe sul campo di battaglia".

L'accusa? Aver postato considerazioni via Instagram dopo l'attacco, molto probabilmente ucraino, al ponte di Kerch. Aggiunge la studentessa: "Quando ho capito di essere stata messa nella stessa lista di chi spara nelle scuole e dei seguaci dell'Isis, ho pensato che fosse insensato".

Ciò che le fa paura è il processo. Aggiunge: "È una follia che una persona che esprime una idea venga considerata alla stregua dei terroristi e rischi una lunga detenzione. Ho saputo di sentenze assurde ma mai avrei pensato di rischiare tanti anni di carcere. Ho denunciato situazioni che non condivido, ma considerarmi una nemica della mia nazione è assurdo. Sono per la pace , e basta".

FIOCCANO CONDANNE A REPORTER E CIVILI - Il ciclone Putin dilaga. Nel mirino giornalisti come la più nota Marina Ovsyannikova che ha raccontato da Parigi, dove ha trovato rifugio  dopo una fuga rocambolesca, che il "regime di Putin è una piovra. Il mondo si unisca per fermarlo." Il momento è delicato.

La UE insiste sulle sanzioni  che se anche non servono a fiaccare l'economia di Mosca,  tuttavia tolgono liquidità per le spese di guerra. Nel mirino della UE hanno trovato posto nuove sanzioni sull'Iran.

L'ATTESO DISCORSO  - C'è grande attesa per il discorso dello zar alle Camere il 21 febbraio al quale però saranno presenti solamente i media " Amici" mentre i media stranieri dei " Paesi ostili", non invitati,  potranno lavorare seguendo il discorso in diretta sui canali televisivi.

L'indomani, il 22 febbraio- secondo l'agenzia di Stato, Ria Novosti – le due camere del Parlamento Russo si riuniranno in convocazione straordinaria, separatamente, per la adozione di leggi sulla integrazione di nuove regioni nel campo giuridico della Russia. Una circostanza che ricorda quando i deputati russi, nell'ottobre 2022 ratificarono i trattati di annessione di 4 regioni ucraine, cioè Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia.