Il simbolo della Nato (foto depositphotos)

di Lucio Fero

C'è un incendio, più in là nell'immenso edificio, più in là rispetto a dove siamo noi. Calore e fumo non arrivano direttamente ai nostri sensi ma sappiamo che l'incendio c'è. Qualcuno alza la voce, grida: arriva, arriva qui! La preoccupazione e l'ansia per l'incendio si fanno subito panico. Panico perché è un modo di manifestarsi della natura umana e perché c'è qualcuno che grida: non ci sono pompieri, l'incendio lo stanno portando qui. Chi? Gli incendiari? Chi? Gli incendiari e basta, una categoria senza corpo ma che è l'anima della metafisica del panico. C'è un incendio e tra le grida il panico monta, le grida lo alimentano. E c'è qualcuno che per fuggire, salvarsi, portarsi altrove spinge, calpesta, anche se non vuole uccide

Il panico trasforma la folla in mandria e la mandria se è terrorizzata nella fuga calpesta anche i cuccioli. Nella mandria umana in analoghe circostanze di panico c'è chi fa di più: indica una via di fuga verso una uscita sbarrata, in modo da farsi più spazio, da avere meno ressa e concorrenti nella sua via di fuga. L'incendio è la guerra di Ucraina, questo qualcuno è chi, sotto panico, trasforma il suo istinto di sopravvivenza in salutare sacrificio altrui, questo qualcuno è chi pensa, stampa e diffonde un titolo di prima pagina di giornale così fatto "La Nato ripudia la pace".

Biden, Stoltenberg, Borrell col mitra - La Nato ripudia la pace è il titolo, illustrato da un foto montaggio con Biden, Stoltenberg e Borrell (Usa-Nato-Ue) mitra alla mano come sterminatori di pace. La Nato ripudia...con richiamo ammiccante allo stesso verbo (ripudiare) con cui la nostra Costituzione appunto ripudia la guerra d'aggressione. Sempre si omette che la Costituzione continua con il dovere della difesa, ma questo è, per così dire, comune luogo comune. Con "La Nato ripudia la pace" siamo altrove. Dove, a Mosca? Certo, è un titolo, un fotomontaggio e un messaggio che avrebbe il visto si pubblichi di tutte le censure russe. Nato ripudia la pace e poi anche "Nato affossa piano pace cinese" e poi ancora Usa-Nato e Ue scavalcano Zelensky...Un messaggio così a Mosca le manderebbero in tv in prima serata. Ma non è per amor di Putin che in quel giornale italiano hanno concepito, prodotto e diffuso un titolo così.

Non per amor di Putin e neanche per odio anti Usa - Sì, certo a scavare nel circa 40 per cento degli italiani "sondaggiati" che non vogliono impicciarsi, non vogliono mandare armi all'Ucraina e vogliono invece farsi solo e prima i fatti propri trovi anche un po' di amor di Putin. Perché ammiccare a Putin fa anti-sistema, ci si sente come quando anti dittatura sanitaria e anti scie chimiche nei cieli. Perché fa chic-pop mostrare di saperla lunga e di sapere il "cosa c'è dietro", quindi si fa bella figura con se stessi dicendo che è stata la Nato e gli Usa e la Ue ad insidiare ciò che di Putin era roba sua. Ciò che comporta questo concetto di aree di possesso territoriale in termine di regimi, etnie, spazio vitale non importa e sforza troppo la mente e la coscienza (civile prima ancora che etica) del cittadino non mi schiero e anche Putin ha le sue ragioni, è stato provocato...Ma non è per amor di Putin che lo "spirito della nazione" italiana ospita ed elabora titoli e umori da "La Nato ripudia la pace".

E sì, certo c' a scavare neanche tanto uno strato sottile ma antico di avversione verso gli Usa. Una eco antica dello "yankee go home". Che si è fusa nei decenni con il complottismo a rimbombare di devastante senso comune: le guerre le vogliono le multinazionali delle armi, quindi...Sì, certo: a scavare ancora più a fondo il fascino dell'autocrate, dell'uomo forte e il disprezzo per le democrazie liberali e perfino la forza d'attrazione del dio, patria e famiglia, famiglia vera, uomo donna e basta a contrastare la decadenza e corruzione d'Occidente. Ma sono filoni minori, affluenti marginali o comunque non di massima portata di un fiume più grande, un fiume scorre nell'alveo dello spirito della nazione, che fa lago, che fa palude.

Paura della guerra? La paura è umana, il panico è diabolico - Fin dall'inizio: diciamo agli ucraini di arrendersi, diciamogli che gli conviene. Gli conviene perché all'attacco russo non potranno mai resistere. Poi, visto che non si erano arresi e neanche erano stati travolti, diciamogli di mollare un terzo, un quarto, un quinto di Ucraina ai russi, quel che gli pare e facciamola finita. Perché a noi sta a cuore farla finita, cioè la pace, no? Putin si tenga quel che ha preso, chi ha conquistato ha conquistato...Gli ucraini non si incaponiscano con queste menate dell'integrità territoriale, indipendenza, addirittura libertà. Tutte cose che allontanano, distraggono dalla pace. La nostra pace! Prima la nostra pace! Che vogliamo rischiare la Terza guerra mondiale? Quindi chiunque non la vuol fare finita subito è un nemico della pace. E i nemici della pace sono per definizione guerrafondai. Guerrafondaio, parola che, per assonanza...Nato, Usa. L'imperialismo. Perché molti di noi fin dall'inizio dicono così e perché quelli che così dicono aumentano di numero e alzano la voce fino al grido sguaiato del "La Nato ripudia la pace"? Per paura. Sana, santa, utile e umana paura della guerra.

Ma la paura non rende nobile né necessario né utile alla sopravvivenza propria il sacrificare l'altro. La paura induce alla prudenza, il panico muove alla fuga scomposta. E quello che fermenta in una abbondante sezione dell'humus culturale e sociale ed etico nazionale è un panico mixato con presunzione, irrazionalità, misticismo, soggezione e furbizia da...quartierino del mondo. L'informazione pacifista (quella pacifica è la sua antitesi) shakera il tutto: il panico, la furbizia, l'ignoranza della Storia, l'irrazionalità e soprattutto il non saper che farsene della democrazia e della libertà che a combattere per loro si è "guerrafondai". E così il panico uccide e calpesta nel farsi largo la verità. E per chi della verità se ne frega calpestarla è solo il primo passo della fuga da panico che calpesta, sacrifica, uccide anche chi si illudeva di avere le gambe più furbe.