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Questa volta non c'è stato bisogno di ricorsi e di pronunciamenti del Tar o del Consiglio di Stato. Dopo la richiesta di ieri sera, la Figc ha consegnato subito ai legali di Paratici e Cherubini, e indirettamente alla Juventus, la cosiddetta "seconda carta Covisoc", in realtà la prima in ordine di tempo, visto che si tratta della comunicazione dal presidente della Covisoc Paolo Boccardelli al procuratore Figc Giuseppe Chiné del 31 marzo 2021, che ha poi determinato la risposta dello stesso del 14 aprile dello stesso anno: la "carta Covisoc" numero uno.

Cosa c'è scritto nel documento? Nulla di particolarmente rilevante ai fini processuali. La "notitia criminis" cercata dagli avvocati dei dirigenti bianconeri, quella che retrodaterebbe la data d'inizio delle indagini invalidando tutto l'iter dell'inchiesta che ha portato al -15, non sembra esserci neanche qui, visto che la Juventus non è mai citata. C'è solo un riferimento a non meglio specificate "situazioni gestionali che meritano un attento monitoraggio e ciò anche nella prospettiva dell'adozione di potenziali iniziative istituzionali da parte dei competenti organi della Figc".

Situazioni "che presentano tratti concettuali ed operativi idonei ad incidere sui fondamentali dei bilanci delle società sportive professionistiche (e quindi mediatamente sull'equilibrio economico e finanziario delle stesse) e che iniziano a presentarsi con frequenza statistica non trascurabile ed in maniera sufficientemente generalizzata". Il riferimento di Boccardelli è "alle operazioni di compravendita di calciatori le quali, pur concluse per prezzi significativi, comportano flussi pecuniari assai più contenuti".

Al numero uno della Covisoc non era sfuggita "la possibilità di ricorrere alla compensazione allo scopo di minimizzare (se non elidere) i flussi pecuniari reciproci fissando, al tempo stesso, prezzi di compravendita dei singoli assets su basi economiche di cui non sempre i fondamentali aziendali traspaiono in modo palese ed intelligibile. Il che, ovviamente, determina una certa (non auspicabile) opacità informativa che rischia di risultare viepiù significativa in presenza di eventuali operazioni fra parti correlate".

"In tale ottica la Covisoc - si legge ancora nel carteggio - ha effettuato un'analisi (riferita agli ultimi due esercizi) circa gli effetti sui bilanci di periodo delle società di talune operazioni di compravendita di calciatori. L'analisi mostra quindi (in termini generali) come il cosiddetto trading dei calciatori realizzato dalle società sportive professionistiche - pur avendo garantito copiose plusvalenze idonee a sostenere gli aggregati patrimoniali - abbia generato pochissima liquidità. Tale fenomeno, ad avviso della Commissione, non può che destare attenzione perché rende difficile apprezzare la reale corrispondenza fra i prezzi convenuti per le singole operazioni, da un lato, ed il reale valore di mercato degli atleti, dall'altro lato".