DI MATTEO FORCINITI

Non si accenna a placare l'emergenza dei servizi consolari in UruguayDopo aver consegnato una lettera alle autorità consolari per segnalare il problema della mancanza di appuntamenti per la cittadinanza, un gruppo di cittadini autorganizzato sui social sta preparando una nuova azione di protesta: sabato pomeriggio l'Ambasciata proporrà la seconda edizione della biciclettata che sarà accompagnato da un evento gastronomico all'interno del Mumi, il Museo de las Migraciones di Montevideo.

"Saremo presenti anche noi con un cartello di protesta per dire semplicimente una cosa: l'Italia ci discrimina" dice Kevin Barcelo raccogliendo gli umori e le speranze di un gruppo di persone che attende con ansia il turno da troppo tempo per diversi motivi. "I nostri diritti in Uruguay oggi non vengono rispettati. La maggior parte di noi ha bisogno della cittadinanza per necessità, per poter partire con la propria famiglia e andare alla ricerca di un futuro migliore come fecero i nostri nonni. Eppure, tutti noi entriamo quodianamente sul sistema di prenotazione on line ma non troviamo mai una data libera. Proviamo rassegnazione e tanta rabbia, ogni giorno che passa è un giorno perso" afferma amaramente.

Anche se nessuno lo ha mai ammesso ufficialmente, gli appuntamenti per la cittadinanza potrebbero rimanere sospesi fino a settembre a causa dell'enorme quantità di pratiche dovute alle sentenze dei processi portati avanti in Italia che sta bloccando il servizio alla cancelleria consoalre. All'interno del gruppo di questi cittadini dicono che in media servono tra i due e i tre anni (ma a volte anche di più) per riuscire ad ottenere un turno.

"Anziché preoccuparsi di risolvere temi urgenti come questo, l'Ambasciata pensa a perdere tempo organizzando feste e biciclettate. Ecco perché faremo sentire la nostra voce. Se qualcuno avrà un minimo di morale verrà a chiedere informazioni e così avremo l'opportunità di farci sentire e spiegare la nostra situazione". "Alcuni di noi hanno paura" prosegue Barcelo. "C'è chi pensa che per andare a protestare non gli faranno prendere la cittadinanza ma noi siamo pacifici e non faremo niente di male, andremo soltato a chiedere che vengano rispettati i nostri diritti anche per una sorta di rispetto verso i nostri antenati, quegli italiani che vennero qui senza niente e che furono accolti in passato". 

Il problema della cittadinanza è così sentito che anche la stampa uruguaiana ha iniziato a interessarsi al problema. Proprio pochi giorni fa El Observador affrontava il tema parlando di "promesse irrisorie" verso gli uruguaiani che cercano di diventare italiani affrontando anche il caso degli intermediari che si fanno pagare promettendo appuntamenti. Una frase del capo della cancelleria consolare Alessandra Crugnola ha scatenato l'indignazione di un gruppo già di per sé infuriato: "L'Ambascita ha detto che la priorità per loro è dare attenzione a quelli che sono già cittadini italiani. La legge dice che è italiano chi discende da un italiano, quindi anche noi dovremmo esserlo ma ce lo impediscono. Noi ci sentiamo discriminati e cercheremo di farglielo sapere. Sappiamo che ci sono tante persone che hanno avuto o continuano ad avere problemi con gli appuntamenti e per questo invitiamo tutti a partecipare alla protesta nella difesa dei nostri diritti che oggi ci vengono negati dall'Ambasciata".