Fabio Porta
DI FABIO PORTA

I primi mesi di questo 2023 sono stati per me particolarmente intensi; se l'ultimo trimestre dello scorso anno era stato caratterizzato dall'avvio della legislatura, con l'insediamento del nuovo governo e l'inizio delle attività parlamentari, il nuovo anno è iniziato a tutto vapore, sia sul versante interno al Partito Democratico che su quello delle iniziative di interesse della grande collettività italiana nel mondo.

Il PD, unico partito in Italia e forse al mondo, ha scelto la sua nuova leadership attraverso un processo democratico che ha coinvolto migliaia di circoli e poi oltre un milione di persone, compreso gli italiani all'estero. La nuova Segretaria del partito è una giovane donna, Elly Schlein, mentre il nuovo Presidente è il governatore della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. Ancora una volta il Partito Democratico si conferma l'organizzazione politica italiana più radicata sul territorio e vicina alle istanze degli italiani, anche di quelli che come noi vivono all'estero. Il Turismo delle radici continua ad essere al centro delle priorità del Ministero degli Affari Esteri, che ha dichiarato il 2024 come l'anno internazionale delle radici italiane nel mondo.

Un'iniziativa sicuramente lodevole e lungimirante, nata finalmente a seguito delle nostre richieste di valorizzazione di un patrimonio troppe volte evocato ma pochissime valorizzato. Ho fatto una precisa richiesta al governo italiano: che i progetti sul turismo delle radici coinvolgano in maniera effettiva gli italiani all'estero, tramite le associazioni e i Comites, e che i soldi che verranno destinati a questi progetti non servano soltanto a distribuire qualche mancia ai Sindaci dei piccoli Comuni ma mettano in moto un meccanismo virtuoso di attrazione turistica ma anche sociale ed economica delle nostre collettività che vivono all'estero. Non ha senso parlare di turismo delle radici se i nostri funzionari pubblici non sono preparati all'accoglienza degli italo-discendenti o se i nostri consolati non sono messi in condizione di offrire un servizio adeguato alle richieste dei nostri connazionali. Per questo la battaglia sui servizi consolari, che continuo a condurre in prima persona e che mi ha consentito di trasferire ingenti risorse destinate al miglioramento dei servizi consolari, non può fermarsi.

Dobbiamo incentivare il trasferimento alle sedi estere del personale del MAECI, anche permettendo l'accesso a questo organico dei giovani impiegati assunti localmente; occorre investire di più in informatizzazione e digitalizzazione, per agevolare le prenotazioni dei servizi che oggi sono inaccessibili a causa di un sistema poco efficiente e per semplificare la trattazione delle pratiche di cittadinanza.

Se l'Italia saprà migliorare il suo rapporto con i cittadini, anche all'estero, potrà rispondere all'emergenza demografica che la attanaglia da ormai troppi anni e presentarsi a testa alta alle sfide che la attendono. Tra queste una è la candidatura di Roma a EXPO 2030, una grande occasione per modernizzare l'Italia e farla tornare centrale nel mondo; per questo ho promosso un gruppo interparlamentare a sostegno della candidatura, del quale sono Presidente, convinto che anche le nostre comunità all'estero potranno dare un contributo fondamentale al successo di questa scommessa.