Victor Osimhen (foto: Depositphotos)
di Mimmo Carratelli
Prove tecniche di Champions. Questo primo Napoli-Milan, senza Osimhen (come all'andata), sarà un assaggio dei due confronti nei quarti di finale europei? Niente affatto. 
Premono le esigenze di campionato sul versante rossonero. Il Milan è in lotta per restare nei primi quattro posti, assediato da Inter, Lazio, Roma e Atalanta, obiettivo essenziale per sopravvivere a una stagione contraria con pesanti ricadute economiche. 
 
 
Il Milan giocherà una partita importante senza truccarsi per la Champions, cerca punti e lo stop a sette sconfitte, tre nelle ultime sette partite (0-1 con l'Inter, 1-2 a Firenze, 1-3 a Udine). 
 
Le trasferte sono il punto debole dei rossoneri di Pioli: 19 punti in campo avverso, 29 a San Siro, cinque sconfitte fuori, due sul campo amico. 
 
Il Napoli giocherà senza pensare all'Europa e Spalletti schiera la formazione-base con la sola rinuncia forzata a Osimhen. Per la classifica il Milan si gioca molto. Per il Napoli un successo chiaro sarebbe di buon auspicio per il doppio confronto in Champions (mercoledì 12 a Milano, martedì 18 a Napoli). 
 
In ogni caso, una partitissima col ricordo lontano delle sfide negli anni Ottanta fra il Napoli di Diego e il Milan degli olandesi. 
 
Il Milan sembra in difficoltà. Leao è una "spina" per via del rinnovo contrattuale che tarda. La squadra rossonera punta molto proprio sulla fascia sinistra con le incursioni di Theo Hernandez e gli slalom di Leao (sulla fascia ci sarà Politano, più disponibile ai rientri difensivi). 
 
Pioli monta e smonta l'assetto tattico (difesa a tre, ritorno alla difesa a quattro). Il Milan segna poco, quarto attacco tra le squadre di testa, venti gol meno del Napoli, 36 gol al passivo, nona difesa del campionato pur contando su Maignan tra i pali. Pioli, tornando al 4-2-3-1 con Brahim Diaz, Krunic e Leao alle spalle di Giroud, arretrerà Krunic su Lobotka. 
 
Il Milan punta a vincere. Non aspetterà il Napoli, ma è ancora in grado di imporre il suo gioco come nel girone di andata? 
 
Sfida decisiva a centrocampo dove il Napoli ha più qualità, varietà e sostanza. Se i tre azzurri della zona centrale sono in salute possono indirizzare il match. E se il Milan punta a sinistra con Theo e Leao, a sinistra punta anche il Napoli con Kvaratskhelia e l'esterno di difesa che lo sosterrà (più Mario Rui che Olivera). 
 
Ahi, ahi, salta Osimhen, fastidio all'adduttore sinistro di ritorno dagli impegni con la nazionale nigeriana. Non c'è verso che giochi contro il Milan. Saltò anche la gara d'andata. 
 
Soluzione automatica il Cholito Simeone che a San Siro svettò di testa su Tomori e sul cross pennellato da Mario Rui siglando la vittoria azzurra (2-1). 
 
A Milano, Simeone entrò al posto di Raspadori: dodici minuti dopo abbatteva il Milan. Simeone entra e decide. Suo anche la rete del 2-1 contro la Roma al "Maradona": in campo al 76' e in gol dieci minuti dopo, assist di Zielinski. Simeone ha assicurato sei punti al cospicuo bottino della capolista. 
 
Proprio la partita del Cholito è l'aspetto più interessante del match. Cambia la maniera di attaccare del Napoli, meno irruenza mancando Osimhen, più tecnica con Simeone centravanti d'area di rigore con lo spunto felice nei sedici metri anche in mischia, astuto nel gioco aereo. 
 
Il Napoli non può fermarsi al riparo del robusto vantaggio da capolista, deve stare "sul pezzo" perché il campionato sarà l'allenamento vero per la Champions. Non mollare mai la presa significherà affrontare l'Europa di slancio, con convinzione e sulla spinta di vittorie che, come dicono i saggi, aiutano a vincere.