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di Mimmo Carratelli

Da Capodimonte al Vasto, da Mergellina al Vomero, da Stella a Vicaria, Forcella e i Quartieri spagnoli, Chiaia, San Ferdinando e la Duchesca, è qui la festa. È tornato lo scudetto. Trentatre anni dopo Maradona, chi l'avrebbe detto?
Una squadra di invincibili ha compiuto l'impresa, un allenatore non più eterno secondo l'ha plasmata, un direttore sportivo toscano l'ha agghindata, un presidente cinematografico ne ha fatto il nuovo cinema paradiso.
I PROTAGONISTI - Sfilano i campioni del nuovo mondo azzurro. Gambe di gazzella e cuore di leone Osimhen con i torli d'uovo in testa, centravanti straripante e volteggiante.
Le cosce michelangiolesche di Kvaratskhelia per il dribbling perforante. Il muro invalicabile di Kim Min-jae. La fucina di Lobotka dove ogni giocata, schema e attacco sono forgiati.
Il lucchese Giovannino Di Lorenzo capitano forte e gentile, difensore e attaccante. La maturità friulana di Alex Meret.
Il sorprendente Mario Rui della provincia portoghese di Setubal capelli e passo lunghi, regista-ombra sulla fascia sinistra.
L'imponente Zambo Anguissa roccia africana, padrone d'ogni contrasto, eleganza solida. Il placido Demme. E Rrahmani guerriero kosovaro, ed Elmas tuttofare macedone.
Il nobile polacco Zielinski con la lampada di Aladino, quando la strofina è tutto genio. Lozano e Politano, Messico e nuvole di giravolte.
Il giocoliere congolese Ndombele. Giovannino Simeone, Cholito lindo puntuale sotto porta, e Giacomo Raspadori della pianura bolognese un metro e 72 di talento.
E gli altri guerrieri della "rosa" di 26 giocatori, Olivera di Montevideo e Juan Jesus brasiliano recuperato, Zerbin e Ostigard col fisico norvegese, il promettente virgulto Gianluca Gaetano di Cimitile, il giovanissimo centrocampista algerino Karim Zedadka, il puteolano Davide Marfella portiere di complemento, e gli ultimi arrivati, il pipelet bolognese Gollini (1,94) e l'esperto difensore Bartosz Bereszynski della Polonia occidentale.
BOTTO - Il debutto di campionato a Verona, da Giulietta è 'na zoccola, è un botto, un fuoco d'artificio, una goleada in trasferta da grande squadra (5-2). Segnano tre attaccanti (Kvaratskhelia, Osimhen, Politano) e due centrocampisti (Lobotka e Zielinski).
È un tiro a segno azzurro (25 conclusioni, otto in porta), possesso-palla dell'80 per cento, una danza assoluta. Cinque reti e sette occasioni: due parate di Montipò su Zielinski e Kvaratskhelia, gol falliti da Osimhen, Lozano, Politano e Zerbin, palo di Anguissa.
Ma la festa è appena cominciata e sembra già finita perché dopo il botto di Verona arrivano due pareggi: a Firenze senza gol, col Lecce in casa 1-1.
Però Kvaratskhelia va a rete che è una bellezza: dopo il gol a Verona, due reti al Monza, un gol alla Lazio.
In gol ci va anche Kim Min-jae: segna contro il Monza (4-0), segna a Roma avviando il successo sulla Lazio (2-1).
E Osimhen sta caricando la Colt nigeriana: nelle prime nove partite due soli centri, ma sta per scatenarsi.
Nel frattempo, colpiscono Simeone (gol-vittoria a San Siro sul Milan 2-1; rete di accompagnamento nel 4-1 a Cremona) e Raspadori (decide l'1-0 allo Spezia).
Sul campionato sventola la bandiera azzurra.
Travolto il Torino (3-1), si diverte Anguissa due gol, segna sempre Kvaratskhelia.
Uragano azzurro a Cremona (4-1): apre un rigore di Politano, segna Simeone, nel tabellino dei marcatori anche Lozano e Olivera.
IL CENTRAVANTI - Nessuno ferma il Napoli: 3-2 al Bologna (primo gol di Juan Jesus, raddoppio di Lozano, Osimhen a segno); 1-0 a Roma contro la Roma, la firma decisiva è di Osimhen.
Il centravanti nigeriano s'è svegliato e colpisce a ripetizione. Tripletta al Sassuolo (4-0), segna ancora Kvaratskhelia.
Il Napoli sbanca Bergamo (2-1), Osimhen puntuale, Elmas al secondo centro dopo la rete al Lecce. Liquidato l'Empoli 2-0 al Maradona, il rigore di Lozano, il raddoppio di Zielinski.
Dopo 14 partite (12 vittorie, 2 pareggi), il Napoli ha un vantaggio di 8 punti sul Milan, 10 sulla Juventus, 11 su Inter e Lazio, 14 su Atalanta e Roma.
È nato il Napoli delle meraviglie, la squadra che gioca il miglior calcio, che ha il migliore attacco e la migliore difesa e che accarezza la parola proibita, scudetto. Sì, è possibile.
Osimhen, Zielinski ed Elmas piegano l'Udinese (3-2). Cercansi avversari per il Napoli. Il Nord apprezza, ma rosica. Salviamo il campionato, fermiamo il Napoli.
San Siro: Inter-Napoli 1-0 dopo la lunga sosta per il Mondiale in Qatar. Partita bloccata. Si tira in porta due volte. Dzeko fa gol (di testa sul cross di Di Marco), Raspadori trova l'opposizione di Onana (poteva essere il pareggio negli ultimi minuti).
Prima sconfitta del Napoli, Milano gongola. L'Inter ha fermato il Napoli, il Milan si avvicina al Napoli (-5).
JUVE SCHIANTATA - La sfida-scudetto si riaccende. Milano contro Napoli, mentre la Juve è lontana (-7). Risuonano le trombe del giudizio.
Dunque, il Napoli è battibile. Immediata risposta azzurra a Genova: Osimhen e un rigore di Elmas sistemano la Sampdoria (2-0).
Milano gongola di meno perché l'Inter pareggia a Monza (2-2) e il Milan si ferma con la Roma (2-2). Gli inseguitori non inseguono.
Suona il gong alla diciottesima giornata. Avversari annichiliti. Festa grande al Maradona che espone la lapide "Qui giace la Vecchia Signora".
Schiantata la Juventus (5-1). Oje vita, oje vita mia. Era la sfida tra il migliore attacco (azzurro) e la migliore difesa (bianconera). Hanno stravinto Osimhen e Kvratskhelia (due gol di testa) col concorso di Rrahmani ed Elmas, gli altri marcatori.
La difesa della Juve non prendeva gol da otto partite. Aveva solo 7 gol al passivo, ne prende cinque da un Napoli strepitoso.
Non era una partita decisiva per il Napoli, era decisiva per la Juventus nel tentativo di sostituire Milan e Inter nella caccia agli azzurri.
La Juve fallisce clamorosamente e arretra a 10 punti dal Napoli. E Milano si barcamena: Inter-Verona 1-0, Lecce-Milan 2-2.
Il botto con la Juve segna il campionato del Napoli. Scudetto, si può fare. Cresce l'autostima, esplode l'entusiasmo.
Il Napoli conclude il girone d'andata passando a Salerno 2-0 (in gol Di Lorenzo, il terzino-attaccante, e Osimhen).
Gli inseguitori si perdono. Crolla il Milan (Lazio-Milan 4-0, poi Milan-Sassuolo 2-5), sbanda l'Inter (Bologna-Inter 1-0), appiedata la Juventus, incerte le squadre romane, incerta l'Atalanta. Non ci sono inseguitori. Il Napoli liquida la Roma (2-1), implacabile Osimhen, raddoppio di Simeone.
PIOVONO GOL - Sul campo dello Spezia 3-0 con doppietta di Osimhen. Al Maradona, 3-0 alla Cremonese. A Reggio Emilia 2-0 al Sassuolo. A Empoli 2-0. Osimhen va a segno ininterrottamente da otto partite.
Il Napoli concede una serata di gloria alla Lazio di Sarri, 0-1 al Maradona, gol della domenica di Vecino, secondo inciampo della stagione dopo otto vittorie consecutive, ma il campionato è chiuso, perdete ogni speranza voi che inseguite, inseguite?, macché, dietro è uno smarrimento totale, condizionato dalla superiorità del Napoli che deprime chi insegue.
C'è l'Atalanta al Maradona. Non meno di Sarri, Gasperini monta un grande castello difensivo per bloccare il Napoli, ma una magia di Kvaratskhelia e un colpo di testa di Rrahmani demoliscono il castello.
Due a zero secco, mentre a San Siro il Milan si inceppa contro la Salernitana (1-1) e l'Inter stramazza a La Spezia (1-2).
Non ci sono limiti alla meraviglia nella giornata successiva quando il Napoli fa lo spavaldo a Torino e rifila quattro gol alla squadra granata che, sul suo campo, non aveva mai preso più di un gol a partita, seconda migliore difesa casalinga prima di crollare contro il Napoli.
ELICOTTERO - Ormai l'elicottero Osimhen prende vertiginosamente quota a ogni partita: due gol di testa a Torino. Gli servono cross al bacio Zielinski da destra e Olivera da sinistra.
Frulla l'invisibile rotore di Osi che sale sempre più su in questa stagione in cui i suoi colpi di testa fanno cronaca, storia e casistica con quel salto di 2,58 a La Spezia facendo gol al portiere polacco Bartlomiej Dragowski di rispettabile altezza (1,91), ma Osi sale a 2,58 nel suo volo irraggiungibile, batte Dragowski e batte anche il record di Cristiano Ronaldo di quando era alla Juventus e salì a 2,56 per segnare di testa alla Sampdoria.
Ormai i tifosi azzurri cantano su ogni campo la capolista se ne va, a Torino cantano vinceremo il tricolore. Lo scudetto è vicino.
Il Milan crolla a Udine (1-3), l'Inter perde contro la Juventus (0-1), la Roma perde il derby (0-1) e lancia la Lazio al secondo posto, ma ora sono 19 i punti di vantaggio del Napoli sulla seconda, toh proprio la squadra di Sarri, l'antico comandante comunista della prima Grande Bellezza ai tempi di Mertens e Insigne.
La città già s'addobba di azzurro. La festa è cominciata. Vengono riavvolti e riposti in magazzino gli striscioni dei dissapori e della disapprovazione, "il tuo progetto è un vero fallimento prenderti a calci è il nostro intento", "questa città vive solo di passione non merita un presidente buffone".
Miett''a meglia: "fiutato l'affare nasce l'azienda familiare ostaggi di un pezzente non vinceremo niente". E, ancora, "non voler vincere ma lucrare sulla nostra passione sei tu il malus lurido buffone".
Ma ora Aurelio è un vincente, la guerra è finita, i nemici se ne vanno, cameriere champagne.
BOTTA DI SONNO - Mentre è tutto un preparare la festa, la città dipinta di azzurro e lo Scudetto Numero 3 in evidenza ovunque, capita al Napoli dominante dominatore una botta di sonno dopo la seconda lunga pausa per gli impegni delle nazionali.
Al Maradona, Napoli-Milan di campionato, anticipo delle due sfide nei quarti di finale di Champions, lascia la squadra azzurra tramortita a terra in una di quelle partite in cui una squadra fa tutto e l'altra fa niente.
Il Milan pianta quattro gol (4-0) nel cuore della migliore difesa del campionato, imbattuta in 14 partite su 29, che non aveva mai subito più di due reti.
Il Napoli del migliore attacco rimane a secco per la quarta volta. Gli invincibili non sono invincibili.
Terza sconfitta, seconda in casa, mentre è ancora ampio il vantaggio sugli inseguitori: +16 sulla Lazio, +20 sul Milan, +21 su Inter e Roma.
Dalla seconda lunga sosta riemerge un Napoli disorientato dalla partita a tutto gas del Milan.
Quattro gol, un gol sfiorato da Giroud, due gol negati da Meret a Saelemakers.
L'assenza di Osimhen, infortunato, è pesante. Convince poco Simeone. Kvaratskhelia ingabbiato e nervoso.
Le finte e le contro-finte di Politano portano a niente. Il Napoli è annientato a centrocampo. Il Milan va presto in vantaggio con Leao (sgusciando tra Di Lorenzo e Rrahmani, assist di Diaz) e raddoppia in nove minuti (Brahim Diaz su assist di Bennacer). Brahim Diaz è il protagonista del match.
Mai visto un Napoli così in balia dell'avversario.
Nella ripresa, vanno in gol Leao saltando Rrahmani (Di Lorenzo lontano, Napoli sbilanciato) e Saelemaekers (subentrato a Diaz) saltando un difensore azzurro dietro l'altro.
RISCOSSA - Ferita profonda. Il Napoli rimedia una vittoria di fortuna a Lecce (2-1): Di Lorenzo a segno, autogol di Gallo. Frenano l'Inter (1-1 a Salerno) e il Milan (0-0 con l'Empoli).
Al Maradona, il Napoli non va oltre lo 0-0 contro il Verona. Ma Milano non ride: Inter-Monza 0-1, Bologna-Milan 1-1.
Intanto, la squadra azzurra esce dalla Champions, eliminata ai quarti dal Milan: 0-1 a San Siro senza Osimhen, 1-1 a Fuorigrotta.
Gli arbitraggi sono un disastro, ma il Milan gioca concreto: aspetta il Napoli e colpisce in contropiede. Il cielo azzurro si fa grigio.
Arriva la matrigna di tutte le partite, Juventus-Napoli a Torino. La giustizia sportiva ridà alla Juve i 15 punti di penalizzazione, il Napoli gliene toglie tre.
Impresa azzurra col timbro vincente di Jack Raspadori in pieno recupero (1-0). Il Napoli scaccia la Juventus 19 punti indietro (+17 sulla Lazio seconda). Lo scudetto è sempre più azzurro.
È tornato il Napoli migliore. La squadra di Spalletti stravince la partita a centrocampo.
Corre Ndombele, preferito in avvio a Zielinski. Anguissa torna ai suoi livelli cancellando dalla partita Rabiot e Lobotka giostra da autentico dominatore, debole il controllo di Miretti e Soulé sull'azzurro.
Se nel primo tempo, il Napoli non arriva mai a centrare la porta bianconera (tre parate facili di Meret su Cuadrado, Locatelli e Milik nei primi 45 minuti), nella ripresa due occasioni per Kvaratskhelia, tre per Osimhen e infine il tiro al volo di Raspadori sul cross di Elmas (93') per sancire la supremazia azzurra.
Allegri, dopo un'ora di gioco, tenta di alzare la qualità della sua squadra inserendo Di Maria e Chiesa, poi anche Vlahovic, ma la partita rimane in pugno al Napoli.
Il palleggio molto preciso, anche veloce, degli azzurri smonta la fisicità della Juventus.
Il Napoli conduce il gioco (66% di possesso-palla), calcia di più verso la porta di Szczesny (17 tiri contro i 7 della Juventus) e in porta sono sei le conclusioni della formazione di Spalletti contro quattro dei bianconeri.
Nel secondo tempo, Meret non fa una sola parata. Debacle juventina.
JACK DECISIVO - Decidono il match tre azzurri della panchina: Zielinski (subentrato a Ndombele) avvia l'azione aprendo a destra per Elmas (entrato al posto di Lozano), cross lungo del macedone e Raspadori (subentrato a Kvaratskhelia) batte Szczesny con un sinistro al volo, perfezione e bellezza balistica al minuto 93.
Cinque anni prima, a Torino, il Napoli di Sarri aveva schiantato la Juventus al 90' con una fiondata di testa di Koulibay fallendo successivamente il sorpasso in vetta: la Juve vinse a Milano contro l'Inter, arbitro Orsato, successo molto chiacchierato, il Napoli si arrese a Firenze.
Da Koulibaly a Raspadori la storia è cambiata.
L'1-0 di Torino fissa lo scudetto sulle maglie azzurre. Il calendario snocciola le ultime partite del Napoli: Fiorentina, Monza, Inter, Bologna, Sampdoria.
Un lungo tappeto rosso per il défilé verso lo scudetto anticipato, in testa Victor Osimhen capocannoniere del campionato.