di ROBERTO ZANNI
"Nel diritto penale, è il reato commesso da chi, inducendo taluno in errore con artifizi o raggiri, procura a sé o ad altri un ingiustificato profitto con altrui danno". Lo dice la Treccani spiegando il significato della parola truffa. Non crediamo che Aldo Lamorte sia a conoscenza dell'esistenza della Treccani, ma del resto.... Infatti l'architetto Lamorte, usando i membri  della maggioranza del Comites di Montevideo e in combutta con l'ambasciatore pro tempore in Uruguay Giovanni Iannuzzi, hanno subdolamente "imbrogliato" il Dipartimento per l'Informazione e l'Editoria in maniera da fare in modo, con un falso e  illegale parere, che non venisse erogato a "Gente d'Italia" il contributo che legittimamente spetta alla Porps International, editrice della testata. Che poi il Dipartimento non si sia preso il minimo disturbo nel verificare l'autenticità delle menzogne arrivate da Montevideo, beh questo è un altro capitolo dell'incredibile vicenda di cui "Gente d'Italia", il suo editore-direttore Domenico Porpiglia, i giornalisti, tutti i dipendenti e anche i fedeli lettori sono rimasti vittime. Rappresenta però soltanto l'aspetto finale (ma non conclusivo, ci penseranno i tribunali a ristabilire la veritá ) di una storia che per essere compresa, nella sua sconcertante dimensione, ha bisogno di vedere elencati, sottolineati, i motivi primari, personali e politici, che l'hanno portata a trasformarsi in un attacco frontale ai diritti dei cittadini italiani e alla libertà, non solo quella della stampa. Perchè Aldo Lamorte ha ordito tutto ciò? Bisogna andare indietro negli anni. Si comincia addirittura dal 2013, con il non pagamento di una fattura (tuttora insoluta) di 13.000 dollari per pagine elettorali acquistate, guarda un po', proprio su "Gente d'Italia" e regolarmente pubblicate. No, il signor Lamorte non paga il dovuto. Poi c'è la vicenda che ha visto vittima la dott.ssa Teresita Matilde Gericke Bianchi, che si é vista scippare dallo stesso di un terreno del valore di oltre 200.000 dollari. E qui siamo sul personale, fatti che, rimarcati da "Gente d'Italia" hanno innervosito l'ex presidente, ora vice (ma si tratta di un particolare, è sempre lui che comanda e che manovra i componenti della sua lista) del Comites di Montevideo. Così, e siamo al 2019, aveva mostrato la sua grande capacità nel raccontare menzogne con una lettera inviata al "suo" Comites, nella quale parlava (che coraggio!) di falsità, addirittura minacce ed espressioni violente che sarebbero apparse sulle pagine del nostro/vostro giornale. Così, sempre quattro anni fa, il fenomeno Lamorte annunciava anche che avrebbe fatto ricorso alla giustizia uruguaiana (ecco un altro dei suoi più alti momenti) per "difendere il mio onore, dignità, della mia famiglia, la mia propria integrità fisica....". L'ha fatto in Uruguay ma la sua denuncia non ha avuto seguito...Ha pensato bene peró di tenersi alla larga dai tribunali italiani (dove però prima o poi sarà costretto a presentarsi), le sue falsità lì non reggeranno. Nel frattempo, ecco che Ricardo Merlo, il fondatore del  Maie, arrivato fino a ricoprire l'incarico di sottosegretario agli Esteri nel governo Conte, con il suo rappresentante in Uruguay, appunto Lamorte, entra in azione mettendo sulla rampa di lancio la costruzione dell'inutile (per i connazionali di sicuro, per chi l'ha realizzata non si sa) cancelleria consolare di Montevideo spacciata per consolato. Annunci, proclami, incontri (platee deserte) con i rappresentanti della comunità italiana, perchè in ballo c'erano ben due milioni di dollari (il costo dell'opera). Ricordiamo quello del 29 novembre 2019, finito male con una conferenza stampa fantasma nella sede dell'IIC di Montevideo in Paraguay 1177: durante una pausa ecco Merlo e Lamorte, confabulare, lontano da orecchie indiscrete, passeggiando sottobraccio nelle strade adiacenti all'edificio sede dell'evento perchè c'era da essere convincenti su un progetto che, come poi si è puntualmente verificato, era da buttare come i soldi che sono stati utilizzati. Ma purtroppo per la coppia Merlo-Lamorte, che poi avrebbero caricato sul carro anche l'ambasciatore pro tempore Giovanni Iannuzzi, c'era "Gente d'Italia", il suo direttore, i suoi giornalisti, pronti a fare il proprio dovere: informare, spiegare, raccontare che quella cancelleria consolare - partita male e proseguita peggio compresi gli "strani" bandi - non si sarebbe dovuta fare, che erano altri i problemi sui quali convogliarsi. Quindi: situazioni personali e apparentemente politiche che si intrecciavano con un unico nemico, "Gente d'Italia", la sola voce che raccontava quello che era successo e stava capitando a Montevideo senza alcun interesse da difendere se non quello di chi legge. Una voce non solo fastidiosa, ma che avrebbe potuto creare ostacoli, anche grandi, all'architetto e ai suoi soci. Una voce da imbavagliare. In seguito, purtroppo, l'1 gennaio 2021, l'Italia a Montevideo era protagonista di una enorme tragedia, la morte all'interno dell'ambasciata di Luca Ventre: misteriosa, sospetta, sulla quale non si è mai fatta completa luce, insabbiata anche da chi avrebbe dovuto invece dire tutto. Già proprio l'ambasciatore pro tempore Giovanni Iannuzzi. Ancora una volta però, sfortunatamente per loro, c'era "Gente d'Italia", il giornale scomodo per il potentato, che, dannazione, non tace mai. E all'improvviso, dopo essere stato, al momento del suo insediamento, ospite nella nostra redazione, aver sottolineato l'importanza di un giornale in lingua italiana in Uruguay, suggerito collaboratori, ecco Iannuzzi che si schiera: contro "Gente d'Italia" naturalmente, facendosi copiare da Lamorte (che non sa parlare e nemmeno scrivere in italiano) il parere per il Dipartimento dove si sottolineava la loro avversità al giornale, in particolare per la "linea editoriale" che non piace, parole che non vengono più utilizzate nemmeno nei Paesi con le più strette dittature. Meglio, almeno finora, per Iannuzzi mettersi dalla parte di chi vuole provare (non ci riuscirà) a far chiudere un quotidiano libero perchè a loro fa comodo così, sedersi con Lamorte che, commettendo un reato, vota con le schede elettorali altrui (beccato dal nostro collega Matteo Forciniti e da noi denunciato) e che utilizza poi la tanto voluta inutile cancelleria consolare per fare propaganda elettorale per il Maie di Merlo.  
Roberto Zanni
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