Depositphotos

Dal fuoco incrociato delle accuse reciproche tra Mosca e Kiev sulle responsabilità del crollo della diga di Kakhovka emerge una clip audio che sembra inchiodare i russi.

Un minuto e mezzo di conversazione tra due militari dell’armata di Putin intercettata dall’intelligence ucraina e postata su Telegram alza un velo inquietante sulla dinamica e sui rischi dell’esplosione che immediatamente prima del cedimento è stata registrata dai sismografi norvegesi e dai satelliti spia americani.

Diga di Kakhovka, audio Telegram di militari russi: “Siamo stati noi” - “Il problema principale è che la centrale idroelettrica raffredda il loro reattore nucleare (della centrale di Zaporizhzhia)”, afferma un militare russo. E il secondo risponde: “Non c’è problema. Esploderà e sarà tutto finito”.

Il primo scandisce: “Quindi sono stati i nostri. Non sono loro (gli ucraini), sono i nostri”. E l’altro: “Davvero, sono stati i nostri? Hanno detto che sono stati i khokhol (termine dispregiativo per gli ucraini) a farlo saltare in aria”.

Di nuovo interviene il primo militare: “Il nostro gruppo di sabotatori è lì. Volevano causare paura con questa diga. Non è andata secondo i piani. (Il risultato è) più di quanto avessero previsto”. E l’altro: “Sì, beh, naturalmente. Sarà come Chernobyl, giusto?”.

Ma che sia stata fatta saltare è sicuro - Impossibile, nella guerra della disinformazia, verificare l’autenticità della registrazione. Ma il fatto finora certo è che i satelliti spia Usa e l’Istituto di sismologia norvegese (Norsar) hanno rilevato un’esplosione di magnitudo 1 – 2 sulla scala Richter prima del crollo.

Prende quindi corpo l’ipotesi che la diga, che si trova in territorio occupato, non abbia ceduto a causa dei danni subiti durante i bombardamenti precedenti. E’ stata fatta saltare di proposito, dato il contesto di guerra, come arma di offesa. Un disastro strategico, ma senza controllo.

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci qui il tuo nome