Migranti (Depositphotos)

Le autorità greche hanno arrestato 11-12 persone accusate di essere gli scafisti dell'imbarcazione di migranti naufragata a Pylos.

Lo riporta la Bbc citando la tv pubblica greca Ert.

Secondo i media greci si tratterebbe di persone di origine egiziana, identificate dai migranti soccorsi che hanno pagato tra i 4 mila ed i 6 mila dollari ciascuno per il viaggio in cui molti di loro hanno trovato la morte. Non è da escludere - scrivono i siti - che il numero degli arresti aumenti nelle prossime ore. Gli imputati, secondo le informazioni della Guardia Costiera, sono già stati portati in procura.

I numeri della tragedia

Nel naufragio di Pylos, in Grecia, "è possibile ci siano fino a 600 morti". Lo ha sottolineato Manolis Makaris, il medico che ha accolto i superstiti nell'ospedale di Kalamata, precisando - secondo quanto riporta la Bbc - che la drammatica stima si basa sulle testimonianze dei sopravvissuti che ha assistito: "Tutti mi hanno detto che sulla barca c'erano 750 persone, tutti mi hanno parlato di questo numero". Fino ad ora sono stati recuperati 78 corpi senza vita mentre le persone tratte in salvo sono un centinaio.

I soccorsi e le speranze
"Si tratta di una delle più grandi operazioni intorno a un naufragio che siano state fatte nel Mediterraneo". Lo ha dichiarato il portavoce della Guardia Costiera greca, Nikos Alexiou, a Kathimerini, a proposito delle operazioni di salvataggio tuttora in corso a sud del Peloponneso, dopo il naufragio di un peschereccio con a bordo centinaia di migranti. "Le operazioni di soccorso continuano oggi, abbiamo l'assistenza dei mezzi aerei di Frontex. La verità è che le speranze sono ormai scarse, ma poiché il tempo è molto buono, le ricerche continueranno ed estenderemo il raggio di ricerca" ha ribadito il portavoce.

"I 27 superstiti del naufragio ricoverati in ospedale sono in condizioni stabili: molti parlano di 750 persone a bordo della nave". Lo ha dichiarato Michalis Giannakos, presidente di Poedin, l'Unione dei medici ospedalieri pubblici greci, ai giornalisti sul porto di Kalamata.
Tra le persone presenti a bordo c'erano molti minori: "Ho chiesto a un paziente - ha riferito il direttore della Clinica Cardiologica di Kalamata - e mi ha parlato di un gran numero di bambini, circa 100 nella stiva".  Non ci sono ancora dati ufficiali sul numero dei migranti a bordo del peschereccio naufragato, ma secondo il quotidiano greco Kathimerini sarebbero almeno 500.

Le prime testimonianze
"Tre superstiti ci hanno raccontato che l'incidente è avvenuto quando la Guardia Costiera greca ha agganciato il peschereccio con una corda e stava provando a trainarlo. Allora, senza un apparente motivo, il peschereccio si è ribaltato". Lo ha dichiarato all'ANSA Kriton Arseni, rappresentante di Mera25, il movimento politico fondato da Yanis Varoufakis, dopo avere incontrato alcuni superstiti del naufragio sistemati in un magazzino nel porto di Kalamata. I sopravvissuti hanno descritto un tentativo di soccorso della Guardia costiera prima del naufragio.

L'Italia: allertata la Grecia
Il Centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano ha ricevuto martedì mattina una e-mail che indicava un barcone in difficoltà, con a bordo circa 750 migranti. Nella segnalazione non era fornita alcuna posizione, ma veniva riportato solo il numero di un telefono satellitare presente a bordo. La Centrale operativa della Guardia costiera di Roma, ricevuta la comunicazione, ha contattato il numero, avviando nel contempo le procedure di localizzazione del telefono. Accertato che l'imbarcazione era nell'area di responsabilità per la ricerca e soccorso in mare greca, a 60 miglia nautiche dalle coste greche e a 260 miglia nautiche dalle coste italiane, la Centrale ha contattato subito la Guardia costiera greca, fornendole tutte le informazioni utili per le operazioni di soccorso. Questa la ricostruzione della Guardia costera italiana in merito al naufragio al largo di Pylos, in Grecia.

I corpi ad Atene

I corpi di 78 vittime sono stati trasportati tramite dei camion a Schisto Korydallos, alla periferia di Atene, in modo da avviare le autopsie per chiarire le cause della morte. Secondo il sito di Efsyn, tra le salme recuperate in mare ci sarebbe anche quella di una donna. Le indagini saranno condotte dai servizi forensi di Atene e del Pireo, e nell'area speciale che è stata allestita, gli esperti procederanno con l'identificazione tramite campioni di Dna e contatteranno le ambasciate dei possibili Paesi di origine dei migranti, in modo da poterli identificare.

I salvati
Le 104 persone salvate dopo il naufragio di ieri al largo di Pylos saranno portate in una struttura di accoglienza per migranti a Malakasa tra stasera e domani, non appena la Guardia Costiera di Kalamata avrà concluso le procedure necessarie. Lo riporta l'agenzia greca Ana-Mpa. Il trasferimento dei migranti portati in salvo sarà effettuato dallo Stato greco con alcuni pullman noleggiati appositamente per l'operazione. A Malakasa, i preparativi per l'accoglienza sono già in corso da ieri, poiché la struttura è stata scelta fin dall'inizio.

Le reazioni in Ue
"Con gli stati membri e i paesi terzi, dobbiamo fare di più per fermare le reti criminali che ogni giorno mettono a rischio le vite" dei migranti. Lo scrive su Twitter la commissaria europea per la Salute, Stella Kyriakides, esprimendo "profondo dolore" per "la significativa perdita di vite umane e per le persone disperse al largo della costa greca". "Ognuna di loro - sottolinea Kyriakides - è una storia umana che parla di una fuga alla ricerca di una vita migliore".
"Le attività di ricerca e salvataggio sono ancora in corso e l'assoluta priorità di tutti è fare tutto ciò che possono vista la situazione. Non è tempo per eventuali indagini" su quanto è accaduto al largo di Pylos, "è molto importante concentrarsi sulle operazioni". Così il portavoce della Commissione Ue, Eric Mamer, rispondendo alle domanda sul naufragio in Grecia durante l'incontro quotidiano con la stampa. "Frontex è un'operazione europea che permette di rilevare le navi e di trasmettere le informazioni ai Paesi membri, poi sono loro che gestiscono le operazioni di ricerca e salvataggio in mare". "Noi facciamo e non smetteremo di fare ciò che è in nostro potere, proponiamo ai Paesi iniziative per migliorare la situazione", ha evidenziato Mamer, sottolineando che l'azione politica di Bruxelles è rivolta ad affrontare le "cause" che stanno all'origine delle tragedie affinché "non si ripetano".

Domani riunione coi Paesi Ue
"Le attività di ricerca e salvataggio sono ancora in corso, siamo in contatto con le autorità greche e anche il direttore esecutivo di Frontex è arrivato in Grecia", ha aggiunto la portavoce Anitta Hipper.
In risposta al naufragio avvenuto al largo di Pylos, in Grecia, "il gruppo di contatto per le attività di ricerca e salvataggio (Sar) di ricerca e salvataggio si riunirà domani". Il gruppo è stato istituita dallo stesso esecutivo Ue ed è composto dalle autorità competenti dei Paesi membri. "L'idea - ha spiegato la portavoce - è di proseguire lo scambio" con i Ventisette sulle "pratiche comuni per trovare un approccio comune per migliorare ancora" le operazioni "e aiutare gli Stati membri" con l'obiettivo di "prevenire la perdita di altre vite".

Le indagini
Nelle prime ore del mattino, 6-7 persone sono state prelevate tra il gruppo dei 104 superstiti del naufragio di migranti e sono state condotte presso la Capitaneria di porto di Kalamata, nell'ambito delle indagini sui possibili scafisti del peschereccio naufragato ieri a sud del Peloponneso, come riportato dal sito di Kathimerini. Per ordine del procuratore generale della Corte Suprema Isidoros Doyakos il sostituto procuratore Georgios Economou è stato incaricato di supervisionare le indagini per identificare i trafficanti.

Italia, le parole dei ministri
Quanto avvenuto nel Peloponneso "è una grande tragedia che ci addolora, al pari di quelle avvenute in passato, spero non succedano più ma temo che ciò non avverrà. Ciò, però, ci motiva ancora di più su strada intrapresa: bloccare i trafficanti di essere umani, lavorare a sconfiggere ciò. Lo possiamo fare insieme all'Europa. Le norme nel patto approvate nei giorni scorsi vanno vadano nella strada auspicata". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, nel corso di una intervista a SkyTg24. "L'accordo con la Libia è quello esistente che è stato prorogato, con il quale c'è una collaborazione per fermare il lavoro dei trafficanti. Non c'è nulla di nuovo sul piatto", ha aggiunto il ministro dell'Interno aggiungendo che con i Paesi di partenza "esiste una possibilità di collaborazione per controllare molto di più" le coste. Con questi Paesi, "soprattutto con quelli dell'Africa settentrionale, la collaborazione deve andare oltre i temi securitari. Noi comprendiamo l'immigrazione in un tema molto più ampio", ha aggiunto.

"Siamo abituati in Occidente a volere le soluzioni alla carte, non possiamo pensare di avere la soluzione domani mattina, anche il rapporto con la Libia, c'è stata la scelta di far saltare Gheddafi, va ricostruito il rapporto con il dialogo e noi tutti i giorni lo stiamo facendo, sono percorsi che dureranno anni, nel frattempo dobbiamo gestire emergenze, salvare vite e costruire le condizioni per cui" i migranti "non partano neanche". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a L'Aria che tira. "Noi non possiamo più sopportare - ha detto - che queste persone sfruttino la povertà, 100 bambini alla stiva non è più accettabile, il primo modo per non accettarlo è combattere in qualunque modo quelli che li sfruttano". "Le persone che vogliono cercare una speranza - ha aggiunto - devono avere canali normali, dobbiamo trovare il modo di razionalizzare la possibilità che le persone non vanno solo fatte arrivare, vanno integrate non gestite dalla malavita, vanno formate, da tempo parliamo di Piano Mattei, da tempo in tutte le riunioni internazionali lo diciamo, noi dobbiamo iniziare a capire che i nostri problemi non sono solo dentro i confini nazionali".

Le opposizioni
"Io penso che non possa essere questa l'Europa. Torniamo a chiedere con forza una "Mare nostrum" europea, una missione di ricerca e soccorso istituzionale nel Mediterraneo. Perché non credo che possiamo tollerare ulteriormente di avere un cimitero a cielo aperto nel nostro mare". Lo ha detto la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein nell'intervista a SkyTg24.
"Nell'ambito delle discussioni che si sono avute la settimana scorsa nel Consiglio europeo - ha aggiunto - mi sembra che si vada ancora una volta nella direzione di una esternalizzazione delle frontiere con questi ragionamenti sui paesi terzi sicuri, sui controlli accelerati ai Paesi d'arrivo, che darebbero ancora più responsabilità ai Paesi di confine come l'Italia. Ricordiamo che si tratta di persone. E alla base dell'Ue c'è il diritto delle persone alla vita, a chiedere la protezione internazionale". "È positivo - ha concluso Schlein - che i governi abbiano trovato una posizione comune su una cosa a lungo negata. Ora la palla sta al negoziato tra il Consiglio, il governo e il Parlamento. Il nostro auspicio è che il Parlamento si farà valere in quel negoziato, perché ci sono elementi di criticità in quella proposta su cui concordano i governi".

"Il governo sui migranti non ha una strategia". A dirlo, in un'intervista a SkyTg24 è il leader di Azione, Carlo Calenda, commentando i vari viaggi della premier Giorgia Meloni in Tunisia e nel Nord Africa e la tragedia dei migranti davanti alle coste greche. "Secondo me - aggiunge - mette delle pezze e fa delle operazioni che poi diventano molto propagandistiche. Qual è il tema? Il tema è che tu hai un primo problema che è il controllo delle frontiere che deve rimanere, perché non puoi dire, come fa la sinistra, chiunque può venire, perché abbiamo un continente che è in piena esplosione demografica. La strada giusta, noi lo proponemmo quando io ero ambasciatore a Bruxelles, è quello di dare soldi ai Paesi africani. Gli si facciano le scuole e le infrastrutture in cambio del controllo delle frontiere".