La Galleria Vittorio Emanuele II è stata vandalizzata, a Milano, da alcuni writers che ne hanno deturpato il frontone con una grande scritta, visibile dalla piazza del Duomo.

La notizia, rimbalzata su alcuni media e social online, è stata confermata dalla Polizia Locale, intervenuta con i Vigili del fuoco.
Il fatto è avvenuto verso le 22, in un filmato si vedono in azione i writer che poi sono fuggiti. I Vdf hanno illuminato la Galleria con le fotoelettriche ma degli autori nessuna traccia.

In mattinata la Polizia Locale ha riferito che "ieri sera agenti del nucleo Duomo della Polizia locale, alle 22.28, hanno visto tre ragazzi sulla facciata della galleria che facevano i graffiti, hanno dato l'allarme e sono immediatamente saliti ma i tre intanto erano scappati nel dedalo dei tetti". Sul posto è intervenuta anche la Digos.

"Adesso basta, evidentemente anche l'imbecillità si diffonde per contagio: i responsabili di questa inutile follia siano individuati al più presto e paghino di tasca loro i lavori necessari al ripristino della facciata della Galleria Vittorio Emanuele di Milano". È il commento dell'assessore regionale della Lombardia alla Cultura, Francesca Caruso, in merito all'imbrattamento della Galleria Vittorio Emanuele II di Milano. "Stiamo parlando - aggiunge Caruso - dell'ennesimo episodio di vandalismo di luoghi storici del nostro patrimonio artistico e culturale. È una escalation che non lascia spazio a tante interpretazioni: si tratta di soggetti che non hanno il minimo rispetto della nostra storia, con un grado di incultura ormai intollerabile". L'auspicio di Caruso è che i responsabili "vengano individuati in tempi brevi. Sono necessarie sanzioni adeguate non solo perché questi soggetti comprendano l'assurdità e la bestialità del gesto compiuto - conclude - ma anche per evitare ulteriori emulazioni".

Le proteste della politica

E' un coro bipartisan di indignazione quello scattato alla notizia della scritta fatta da alcuni writer sull'ingresso da piazza Duomo di Galleria Vittorio Emanuele II. Parla di "rabbia e disgusto" Michele Albiani, consigliere comunale Pd e presidente della Commissione Sicurezza, che chiede di punire non solo gli autori di questo "abominio". un "insulto a tutta la città", ma anche chi ha lasciato che arrivassero a quell'altezza. "Chi ha permesso che c'ho avvenisse, allo stesso modo dei vandali - ha osservato -, deve essere punito in maniera esemplare".

Anche secondo il consigliere di Fratelli d'Italia Francesco Rocca bisogna "capire dove hanno trovato l'accesso" e soprattutto bisogna che il Comune, quando saranno trovati, si costituisca parte civile. Rocca ha ricordato che questo non è il primo caso in cui viene deturpato un monumento in piazza Duomo.

E' già successo a marzo con l'imbrattamento da parte degli attivisti di Ultima generazione della statua equestre di Vittorio Emanuele II. "In Italia - ha aggiunto - troppi writers vandali rimangono impuniti, soprattutto dopo la depenalizzazione di questo reato; la dimostrazione è lo stato di salute di molti edifici presenti nella nostra Nazione, soprattutto nelle grandi città; a Milano venne imbrattata da scritte anche la casa natale di Alessandro Manzoni e solo grazie all'intervento di volontari, il palazzo è tornato in un buono stato. Occorre quindi aumentare le pene nei confronti di chi compie atti vandalici danneggiando edifici e monumenti, il rischio emulazione è molto alto".

"L'episodio è tanto shoccante quanto positivo. La sua gravità palesa anche agli occhi di tutti la situazione in cui versa la città. Certe cose in periferia sono all'ordine del giorno, ma non fanno notizia" ha aggiunto Paolo Bassi, consigliere leghista del Municipio IV. "Prendiamolo come 'punto zero', come il livello più basso raggiunto dal quale ripartire. Non per spandere repressione a casaccio - ha concluso -, ma per rivedere seriamente qualcosa che non funziona. Per riportare decoro, in centro come in periferia, senza distinzione".

"Il danneggiamento al frontone della Galleria Vittorio Emanuele II a Milano con vernice spray è un atto gravissimo che va punito con pene esemplari. Il rispetto per i beni pubblici e per i nostri immensi tesori artistico-architettonici deve affermarsi sempre più come valore assoluto, a partire dalla scuola e fino agli strumenti social che troppo spesso rilanciano le gesta di veri e propri vandali che mettono a rischio i monumenti e gli spazi aperti al pubblico di elevatissimo valore storico e culturale". Lo ha affermato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha aggiunto: "A breve, dopo l'approvazione avvenuta il mese scorso al Senato, il ddl eco-vandali - aggiunge - sarà votato dalla Camera e diventerà finalmente legge così da avere un quadro normativo più severo ed efficace per contrastare il deturpamento dei nostri beni culturali e paesaggistici".

"Spero che questi criminali possano essere individuati e che, almeno stavolta, il Comune si costituisca parte civile nel processo" commenta il segretario milanese della Lega e consigliere comunale Samuele Piscina. Secondo il capogruppo a Palazzo Marino di Fdi, Riccardo Truppo, "il messaggio incerto dato sui danni alla statua di Vittorio Emanuele II - spiega in relazione alla statua imbrattata lo scorso 9 marzo - continua a provocare danni". Da Fdi si alza un coro di polemiche. Secondo il coordinatore cittadino Stefano Maullu l'atto vandalico "è l'ulteriore conferma di una città fuori controllo" e per la deputata milanese Grazia Di Maggio "la linea dura stabilita dal governo Meloni si conferma proporzionata al danno economico e storico che subiamo".

Critiche anche dal Pd. La consigliera regionale Carmela Rozza parla di "un'offesa a tutti i milanesi", mentre per la consigliera comunale Alice Arienta quelle scritte "sono un colpo al cuore", con l'auspicio che venga fatta chiarezza sui responsabili e su come "hanno potuto eludere i sistemi di videosorveglianza".

Dice la sua anche la senatrice di Azione Mariastella Gelmini secondo cui "non basterà una bomboletta per cancellare la storia e la bellezza di questo luogo". Per il consigliere comunale di Forza Italia e assessore lombardo al Territorio, Gianluca Comazzi, si tratta di "un gesto vergognoso di beoti che vanno puniti". Al coro di critiche si unisce anche il giornalista Enrico Mentana: "In un mondo ideale - scrive sui social - i writer verrebbero obbligati a ripulire tutto. Ma non siamo in un mondo ideale, e forse nessuno li individuerà e punirà. Quindi resta solo da inviare loro un sentito messaggio: merde".