Stupro Palermo. Il giovane, minorenne al momento dei fatti, che nella giornata di ieri è stato trasferito in comunità scatenando le proteste della Procura, sui social continua a scrivere e a provocare: “C’è qualche ragazza che vuole uscire con noi? La galera è di passaggio, si ritorna più forti di prima”. Il messaggio è apparso su Tik Tok con tanto di emoticon sorridente e un braccio forzuto in bella mostra.

Stupro Palermo, il ragazzo scarcerato: “C’è qualche ragazza che vuole uscire con noi?”

Il ragazzo scarcerato dal gip del Tribunale dei Minori, risponde su Tik Tok a una persona che scrive: “Lo hanno già scarcerato e condotto in comunità, anche se è diventato maggiorenne. Ha confessato e anche se dal video sembra tra i più violenti. L’Italia”.

Il giovane continua a scrivere malgrado sia rinchiuso in comunità. Dopo la scarcerazione, la Procuratrice dei minori di Palermo Claudia Caramanna, aveva presentato ricorso per fare tornare il giovane in carcere. nel video acquisito dai Carabinieri dopo lo strupro di gruppo il giovane era apparso tra i più violenti.

La violenza sessuale è avvenuta lo scorso 7 luglio al termine di una serata trascorsa dalla giovane nei locali della movida palermitana, tra il mercato della Vucciria e Piazza Sant’Anna. I sette, secondo il racconto della vittima, l’hanno portata nella zona del Foro Italico e poi lì l’hanno violentata. I carabinieri sono riusciti a identificare i componenti del branco grazie al racconto della vittima e alle immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona.

“Barista falla ubriacare, poi ci pensiamo noi”

Tutto comincia dopo che la diciannovenne viene avvicinata dal suo ex fidanzato di 22 anni e dal cugino di quest’ultimo. Sembra un incontro casuale ma non è così. I due giovani le offrono un drink e la fanno fumare. A quel punto arrivano altri amici dell’ex fidanzato e la ragazza viene invogliata a bere prima uno shottino di sambuca e poi un amaro, che vengono serviti uno di fila all’altro.
“Falla ubriacare che poi ci pensiamo noi”, avrebbe detto uno dei sette al titolare del baretto.
All’una di notte, la diciannovenne quasi non si regge più in piedi. I sette, che hanno età che va dai 17 ai 22 anni, la trascinano fuori dal locale e la fanno camminare verso il Foro Italico.
Le telecamere di sorveglianza riprendono il percorso fatto con la vittima. La giovane, in un barlume di lucidità, prova a chiedere aiuto ad un passante: “Ho provato un paio di volte, nessuno mi ha sentito o mi ha voluto sentire”.
Il gruppo arriva dalle parti del lungomare dove sono in corso dei lavori di rifacimento. Qui, una parte della strada è chiusa con delle barriere di lamiere. Spingono la diciannovenne in una parte isolata e poi ne abusano a turno. La 19enne ha raccontato: “Dopo che mi hanno spogliato, uno di loro mi ha tirato per i capelli… Io ho urlato, basta, basta, aiuto, ma loro ridevano“. E si sono fatti riprendere mezzi nudi davanti al telefonino dell’ex fidanzato.

Gli inquirenti hanno scritto parole piuttosto esplicite. Parole che mostrano tutta la crudeltà e disumanità dei sette stupratori: “La trattengono al solo scopo di portare avanti gli atti sessuali,… Alle sue urla di dolore gli indagati ridono e la sbeffeggiano”.

“Ieri sera mi sono schifato, abbiamo fatto un bordello”

L’ex fidanzato, il giorno dopo  si vanta con un amico il giorno dopo lo stupro: “Ieri sera se ci penso un po’ mi viene lo schifo. Eravamo troppi e sinceramente mi sono schifato un poco, però che devo fare. Ma ti giuro, dopo che si è sentita pure male, piegata a terra, ha chiamato l’ambulanza l’abbiamo lasciata lì e siamo andati via. Abbiamo fatto un bordello”.

La ragazza, terminato lo stupro riesce a chiamare una passante. Quest’ultima chiama un’ambulanza. In ospedale la diciannovenne denuncia lo stupro di gruppo e partono le indagini. I primi tre arresti avvengono il 28 luglio.

Uno degli indagati in lacrime: "Mi sono rovinato la vita"

"Sono addolorato per ciò che è successo, chiedo scusa alla ragazza e alla sua famiglia.

Sono tornato indietro insieme al ragazzo di 17 anni per aiutarla. Ma mi è stato detto che la ragazza era consenziente". In lacrime Christian Maronia, uno dei sette giovani indagati, davanti al gip di Palermo Marco Gaeta.

"Mi sono rovinato la vita. Mi era stato detto che la giovane era d'accordo - ha aggiunto Maronia - Ho anche una fidanzata e non avrei mai fatto una cosa simile. Io non conoscevo la ragazza, non l'avevo mai vista prima". Nel corso dell'interrogatorio è emerso che Angelo Flores avrebbe mostrato un video: "Si vedeva che lei sarebbe stata disposta a questa esperienza - aggiunge - Ad organizzare tutto è stato Flores".