PADOVA - Si è tenuta mercoledì scorso, 23 agosto, nella Sala d’oro della city Hall di Stoccolma alla presenza di Re Carlo XVI, la Cerimonia di premiazione dello Stockholm Water Prize assegnato, per la prima volta, a un italiano, il prof. Andrea Rinaldo dell’Università di Padova.
Veneziano, classe 1954, Andrea Rinaldo si laurea cum laude all’Università di Padova in Ingegneria civile idraulica nel 1978; PhD a Purdue University nel 1983; Doctor Honoris causa, Université Québec-Laval e INRS (2010). Dal 1986 è Ordinario di Costruzioni idrauliche, dal 1992 nell’Università di Padova. Oggi è anche Direttore del Laboratory of Ecohydrology della École Polytechnique Fédérale Lausanne (CH), e Presidente dell’Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti di Venezia.
“Sono sopraffatto dagli eventi di questa sera – ha esordito nel suo discorso Andrea Rinaldo –. È un miracolo che non sia inciampato arrivando sul podio, tanto sono orgoglioso di ricevere questo Premio seguendo i passi dei miei veri eroi. E sono grato di questo privilegio di cui farò tesoro: avere incontrato il re e la famiglia reale”
“Spero vivamente che questo primo Premio dell’Acqua di Stoccolma attribuito a uno scienziato italiano inietterà entusiasmo nella comunità attiva e creativa di studiosi dell’acqua in Italia – ha aggiunto Rinaldo -. Alcune riflessioni approfondite sul ruolo vitale dell’acqua sembrano appropriate in questa preziosa occasione. Wystan Hugh Auden ha catturato la sua essenza come solo i poeti sanno fare: “Migliaia di persone hanno vissuto senza amore. Non uno senz'acqua". Quindi l’idrologia, la scienza dell’acqua, si trova al centro della meta-storia in virtù della sua attenzione verso le inondazioni, la siccità e una equa distribuzione dell'acqua. La mia opinione è forse insignificante, ma sentita: il clima sta cambiando, rapidamente – molto rapidamente in realtà – e così dovremmo fare anche noi. Nessun privilegio, come l'approvvigionamento idrico che supera il fabbisogno attuale, è garantito per sempre. Nemmeno in Svezia ci si può permettere di ignorare ciò che comporta la scarsità d’acqua o l’acqua pulita negli ecosistemi perché i capricci della natura sono erratici ed eterogenei nel tempo e nello spazio. Questo ci viene continuamente ricordato dai letti dei fiumi asciutti un tempo brulicanti di vita ben visibili dalle vedute aeree in una area del Sahel dove da 30 anni non cade una goccia di pioggia”.
“Quindi cosa possiamo fare per opporci alle spietate forze dell'evoluzione spontanea di fronte al riscaldamento globale e le sue conseguenze sui depositi di acqua e sui flussi idrici?”, si è chiesto lo scienziato avviandosi alla conclusione del suo discorso. “La mitigazione, risolvendo le cause alla radice, è necessariamente dall'alto verso il basso e irta di questioni incerte ed etiche (è difficile dire a quelli che cominciano a vivere meglio di sacrificare ciò che si sono conquistati duramente – ed è difficile per il nord del mondo pontificare sul tardivo sperpero delle risorse naturali dopo quanto ha fatto in passato al proprio “capitale naturale” e a quello degli altri). L'adattamento è invece un processo dal basso verso l'alto, che abbisogna di un nuovo livello di consapevolezza su quanto sia rapido il cambiamento climatico in questo momento. È necessario un nuovo livello di educazione civica e di previsione di controllo dell’acqua sulle comunità. Credo che i tempi siano maturi per ripensare a una giustizia sulla distribuzione delle risorse idriche e alla gestione delle stesse come strumento per ridurre le disuguaglianze su scala globale. Oggi, quando viaggio nel sud del mondo, vedo che l'accesso alle reti di distribuzione dell'acqua sicura è per pochi privilegiati, mentre tutti possiedono un telefono cellulare. Non possiamo voltare la testa dall'altra parte fingendo di non vedere. Le disuguaglianze su larga scala sono il motore delle migrazioni e dei disordini sociali e l’acqua si pone saldamente al suo centro. È ora di agire, promuovendo ampia consapevolezza e interesse, è ora”.
Anche il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha commentato questo importante ottenimento: “questo riconoscimento internazionale al professor Andrea Rinaldo ci rende tutti orgogliosi e conferma, nuovamente, come il capitale umano sia parte integrante della ricchezza della nostra terra. Il ‘Nobel dell’acqua’ a uno scienziato veneto dimostra la levatura del Prof. Rinaldo e dell’Ateneo padovano, impegnati nel dare risposte a sfide cruciali per la nostra società, legate alle tematiche dell’ambiente e delle risorse idriche. Al professor Rinaldo esprimo le più vive congratulazioni e il plauso per questo premio che suggella il suo percorso di studi e di ricerche. Un riconoscimento che non va solo allo ‘scienziato’, ma anche all’ ‘uomo’: la storia personale di Andrea Rinaldo, il suo impegno nel mondo sociale e dello sport, qualificano ulteriormente la sua figura”.
Il ‘Nobel per l’Acqua’ viene assegnato annualmente dallo Stockholm International Water Institute (SIWI) in collaborazione con l'Accademia reale svedese a persone e organizzazioni che raggiungono risultati straordinari legati alle ricerche sull'acqua.