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La Spagna tornerà ad organizzare un mondiale di calcio dopo 48 anni da quello del 1982. La Fifa ha le ha infatti affidato l’edizione del 2030, congiuntamente a Portogallo e Marocco. Unica eccezione, tre partite della fase iniziale (tra cui quella inaugurale) che si disputeranno in Uruguay, Argentina e Paraguay, omaggio simbolico al centenario del primo mondiale, che si giocò nel 1930 sul suolo uruguaiano. L’annuncio, fatto dal presidente della Fifa Infantino, sarà ora trasferito al Congresso, che dovrà espletare formalità di ratifica.

Importante il ruolo svolto dal Consiglio Superiore dello Sport spagnolo, decisivo nelle ultime settimane nel garantire alla Fifa l’affidabilità della candidatura guidata appunto dalla Spagna. Una delle principali preoccupazioni era che la controversia generata dal caso Rubiales potesse influenzare la scelta. Per questo motivo, il presidente del CSD aveva annunciato alla partenza dell'ultima Vuelta di ciclismo che avrebbe chiarito la questione: “Contatterò la FIFA per fare una riflessione importante affinché questo fatto non influisca sulla candidatura della Spagna ad organizzare la Mondiali 2030 e per parlare dei temi del calcio spagnolo che consideriamo importanti”, aveva detto.

Quella comunicazione è avvenuta e ha ripristinato la fiducia nel presidente Infantino. A livello economico, il Consiglio dei Ministri, su richiesta del Ministro della Cultura e dello Sport, Miquel Iceta, ha approvato alla fine dello scorso anno una spesa di 7,5 milioni di euro, punta dell'iceberg di un investimento stimato in 1.430 milioni di per l’organizzare dell’evento. L'importo complessivo  sarà suddiviso in 750 per investimenti in infrastrutture e altri 680 per spese organizzative.

Guardando ancora oltre, la Fifa ha annunciato che l’edizione del 2034 si terrà in Asia e/o Oceania.