Israele, infrastrutture terroristiche sotto edifici civili

 ''AYihia Sinwar (il leader di Hamas a Gaza, ndr) non importa della popolazione della Striscia. Lui ha costruito intenzionalmente infrastrutture terroristiche sotto abitazioni civili, per farsene scudo'': lo ha affermato il portavoce militare Daniel Hagari. Riferendosi all'attacco a Jabalia, ''in cui l'esercito ha conquistato una roccaforte di Hamas'', l'attacco all'edificio del comandante locale ''ha provocato un crollo di edifici civili sotto ai quali si trovava una grande infrastruttura di Hamas''. Hagari ha consigliato a quanti sono nel nord della Striscia di passare al più presto nel settore meridionale, per la loro sicurezza.

Esercito, a Jabalia colpita infrastruttura terroristica

Nel campo profughi di Jabalya Israele ha condotto oggi un attacco su vasta scala ''contro una infrastruttura terroristica che apparteneva al Battaglione centrale'' di Hamas, impadronitisi di edifici civili.. ''Un grande numero di terroristi sono rimasti uccisi. Fra questi, Ibrahim Biari, comandante del Battaglione centrale di Jabalya, responsabile della unita' 'Nukhba'' che ha condotto l'attacco omicida del 7 ottobre, in Israele. Lo afferma il portavoce militare israeliano in un comunicato.

Hamas, libereremo alcuni ostaggi nei prossimi giorni

"Nei prossimi giorni rilasceremo un certo numero di stranieri in linea con il nostro desiderio di non trattenerli a Gaza". Lo annuncia il portavoce di Hamas, Abu Obeida, attraverso i canali Telegram.

Israele, 'risultati significativi ma paghiamo duro prezzo'

L'esercito sta ottenendo "significativi risultati nelle operazione di terra" nella Striscia ma sta "pagando un duro prezzo". Lo ha detto il ministro della difesa Yoav Gallant. "Stiamo dispiegando - ha spiegato - forze su larga scala nel profondo della Striscia. Ci sono battaglie contro le nostre forze che operano lì e i risultati sul campo sono sono molto alti".

Hamas invoca forte presa di posizione dei Paesi musulmani

Dopo il bombardamento nel campo profughi di Jabalia, Hamas esorta i paesi arabi e musulmani "a prendere una posizione storica e decisiva per fermare i massacri" commessi da Israele, e quello che descrive come un "genocidio" contro il popolo palestinese. Lo riferisce Al Jazeera online, secondo cui in un comunicato Hamas afferma inoltre che "il massacro dell'occupazione terroristica sionista ne campo di Jabalia è tollerato da tutti i paesi, governi e organizzazioni che sostengono questa entità terroristica sionista".

'Campo profughi Jabalia a Gaza è distrutto'. Ministero Interni Hamas, 400 tra morti e feriti

"Il campo profughi di Jabalia è stato completamente distrutto": lo afferma il direttore della difesa civile di Gaza, Ahmad al-Kahlout, ai giornalisti davanti un ospedale di Khan Younis nella Striscia.
"Il distretto è stato distrutto da sei bombe di fabbricazione Usa", ha detto citato da al Jazeera.

"Sei bombe da una tonnellata ciascuna sganciate sul campo profughi di Jabalia (a nord di Gaza, ndr) hanno provocato 400 tra morti e feriti": lo afferma il ministero degli Interni di Hamas in un comunicato. Fonti locali aggiungono che si tratta di un bilancio iniziale, basato sulle vittime già trasferite al vicino ospedale 'Indonesi'. Molte altre vittime, secondo queste fonti, sono ancora coperte dalle macerie.

Fbi avverte, minacce terroristiche ispirate da Hamas

Il direttore dell'Fbi Chris Wray ha messo in guardia il Congresso sul fatto che gli attacchi di Hamas a Israele potrebbero motivare minacce simili a quelle poste dall'Isis negli anni scorsi. Al momento, osserva comunque Wray, non ci sono indicazioni che intenda o abbia la capacità di condurre attacchi negli Stati Uniti. "Riteniamo che le azioni di Hamas e dei suoi alleati possano servire da ispirazione. Nelle ultime settimane, diverse organizzazioni terroristiche hanno chiesto attacchi contro gli americani e l'Occidente", afferma Wray.

Da Gaza 8.000 razzi e mortai dall'inizio della guerra

Dall'inizio del conflitto Hamas ha sparato da Gaza verso Israele 8.000 razzi e colpi di mortaio. Lo ha riferito il centro Meir Amit d'informazione d'intelligence e terrorismo, aggiungendo che "il 10% dei lanci sono stati difettosi". Le percentuali di successo dei sistemi di difesa Iron Dome risalgono invece ai primi giorni di guerra, dopo i quali le forze israeliane hanno preferito "non fornire informazioni utili al nemico". Fra il 7 e il 12 ottobre, secondo il centro Amit, sono stati lanciati 5.750 razzi: Iron Dome ne ha intercettati 590, e 100 hanno colpito obiettivi. Gli altri sono caduti in zone disabitate.

 

Gli israeliani all'Onu con la stella gialla sul petto

 

Nuova polemica all'Onu, con riflessi anche in Israele, per l'uso della stella gialla di David come forma di protesta.

Durante l'ennesimo incontro di emergenza (e scontro) in Consiglio di Sicurezza sulla situazione a Gaza, l'ambasciatore israeliano all'Onu Gilad Erdan e il resto della delegazione si sono appuntati sulla giacca il simbolo con la scritta 'mai più', paragonando Hamas ai nazisti durante la Seconda guerra mondiale. "Non ce la toglieremo fino a quando non condannerete le atrocità di Hamas", ha tuonato affermando che "i terroristi di Hamas sono i nazisti dei giorni moderni. L'unica soluzione che vogliono è la soluzione finale, l'eliminazione degli ebrei". "Come per la salita al potere del nazismo, il mondo tace", ha aggiunto il diplomatico, ribadendo la rabbia contro il Consiglio di Sicurezza che non condanna gli attacchi del 7 ottobre contro Israele. "Alcuni di voi sembrano non aver imparato nulla negli ultimi 80 anni. Avete dimenticato perché questo organismo è stato istituito".

Il suo gesto, tuttavia, ha suscitato diverse polemiche, attirandosi tra l'altro le critiche di Dani Dayan, il direttore del museo della Shoah Yad Vashem di Gerusalemme. "Ci ha rattristato vedere i membri della delegazione israeliana all'Onu con la stella gialla. Questo gesto rappresenta un oltraggio sia alle vittime della Shoah sia allo Stato di Israele", ha scritto su X. Sottolineando poi che "la stella gialla simboleggia l'impotenza del popolo ebraico, in un'epoca in cui era alla mercé di altri. Oggi abbiamo uno Stato indipendente con un esercito forte, e siamo padroni del nostro destino. Sul petto dobbiamo mettere la bandiera bianco-azzurra e non quella stella".

Anche Erdan - nominato come Dayan dal premier Benyamin Netanyahu - ha sottolineato che "la differenza tra il 1939 e oggi è che abbiamo uno Stato forte e un esercito e ci difenderemo". Ma con il suo il suo gesto ha voluto evidenziare il silenzio degli ambasciatori di molti Paesi di fronte alle atrocità compiute da Hamas, simile, a suo parere, a quello mantenuto durante la Shoah.