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E’ record storico per l’export agroalimentare che nel 2023 raggiungerà il valore massimo di sempre a 64 miliardi, con una crescita del 6% rispetto allo scorso anno. E’ quanto emerge dalla proiezione della Coldiretti sulla base dei dati Istat, in riferimento all’export delle regioni. Il principale mercato di destinazione dei prodotti agroalimentari italiani è l’Unione Europea che – sottolinea la Coldiretti – assorbe circa 2/3 delle esportazioni ma ben 1/3 è con Germania, Francia e Stati Uniti che si classificano come i partner di maggior rilievo, sebbene per gli Usa si registri una contrazione delle spedizioni nel 2023.

Un record trainato da un’agricoltura nazionale che è la più green d’Europa con – evidenzia la Coldiretti – la leadership Ue nel biologico con 80mila operatori, il maggior numero di specialità Dop/Igp/Stg riconosciute (325), 526 vini Dop/Igp e 5547 prodotti alimentari tradizionali e con Campagna Amica la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori. Ma il Belpaese – continua la Coldiretti – è anche il primo produttore Ue di riso, grano duro e di molte verdure e ortaggi tipici della dieta mediterranea come pomodori, melanzane, carciofi, cicoria fresca, indivie, sedano e finocchi. E anche per quanto riguarda la frutta primeggia in molte produzioni importanti: dalle mele e pere fresche, dalle ciliegie alle uve da tavola, dai kiwi alle nocciole fino alle castagne.

I cibi e le bevande stranieri sono oltre dieci volte più pericolosi di quelli Made in Italy, con il numero di prodotti agroalimentari con residui chimici irregolari oltre i limiti di legge che in Italia è stato pari al 6,4% nei prodotti di importazione, rispetto alla media dello 0,6% dei campioni di origine nazionale, secondo i dati dell’ultimo Rapporto pubblicato da Efsa nel 2023 relativo ai dati nazionali dei residui di pesticidi.

Il Made in Italy dal campo alla tavola vede impegnati – sottolinea Coldiretti – ben 4 milioni di lavoratori in 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Una rete diffusa lungo tutto il territorio che – spiega la Coldiretti – quotidianamente rifornisce i consumatori italiani ai quali i prodotti alimentari non sono mai mancati nonostante pandemia e guerra.

Il cibo – conclude la Coldiretti – è diventato la prima ricchezza dell’Italia con la filiera agroalimentare estesa che sviluppa un fatturato aggregato pari a oltre 600 miliardi di euro nel 2022 nonostante le difficoltà legate alla guerra e alle tensioni internazionali.